Di ciò che non sarà mai più

le amiche del campeggio le ho riviste tutte assieme quell’ultima estate di quasi 20 anni fa, quando salito in auto le ho salutate per quella che sospettavo essere stata la mia ultima vacanza lì dentro. l’anno successivo siamo volati tutti in grecia, prima vacanza fuori italia della mia vita.

e lì ci siamo persi, con il sottoscritto unico membro attivissimo del gruppo che ha sempre cercato di mantenere i contatti con tutti, chiedere, informarmi, essere presente fisicamente quando possibile.

sono le “amicizie da nastro adesivo”, quelle relazioni amicali che tu fai il possibile per farle durare e loro fanno il possibile per mettere altro nelle loro vite non considerando più quanto è stato. e tu sei lì che chiami, inviti, organizzi e non ottieni nulla, perchè altro ha preso il posto di mare, sole, divertimento e giornate in piscina.

F. è stata la prima a mollare tutto, già 20 anni fa, quando si è presentata in campeggio con quello che poi sarebbe diventato prima suo marito, poi padre dei suoi figli e da qualche anno ex. ha lavorato in fabbrica, ha sfornato due figli, ha assunto farmaci, ha mentito e nascosto tante cose (al sottoscritto, alcune emerse anni dopo), ha aperto un bar, ha divorziato, ha fallito, ha chiuso e ora lavora in un supermercato (mi pare). anni al telefono, sempre io a chiamare o scrivere, di quelle che poi dal vivo ti saltano al collo per abbracci mortali e moine a non finire per poi però sparire e non risponderti se non quando, seccate, ti fanno notare che per le cazzate divertenti non c’è spazio nel cellulare e che, cito, “preferisco tenere spazio per le foto dei miei figli”. l’anno scorso quindi ho cambiato il suo nome in rubrica aggiungendo un “_” all’inizio del nome per non farla più comparire in elenco alfabetico, aggiungendo anche “no messaggi” per ricordarmi di non fami più sentire e non rispondere nel caso fosse lei a farsi viva. e così è stato: settimane dopo mi ha mandato le foto del nostro ultimo incontro. non ho risposto. le ho fatto gli auguri (doverosi) al compleanno. “grazie”. punto. mi domando davvero quanto fossero sinceri e leali quegli abbracci stritolanti e gli urletti a ogni incontro.

M. lavora al supermercato, commessa/banconiera da una vita. un figlio, mille casini, orari di merda, soldi pochi, contratto da schiava. “sarebbe bello ritrovarci tutti in campeggio!”, disse più di una volta. si, lo sarebbe. però figli e marito li lasciate a casa, perchè se dobbiamo rivivere il passato è bene che l’ingombrante presente non sia… presente. ora ha i capelli corti, veste comoda e fa tutte le “cose da mamma”. si è annullata, anche se lei certamente minimizzerebbe.

N. ha sposato l’uomo più brutto del mondo e ha avuto due gemelli che da piccoli sembravano due mostri scappati dal circo. lavora in ospedale, è invecchiata, ha avuto un cancro al seno e le foto viste poco fa sullo stato di whatsapp la mostrano al mare con una trippa di tutto rispetto. ai messaggi non risponde più, forse forse ricambia gli auguri ma anche no. persa nel syuo mondo anche lei, certamente felice, fortunatamente viva.

C. è infermiera, ha perso peso, ha smunto il viso e si è sposata in america senza dire niente a nessuno qualche anno fa. volata, sposata e tornata a casa tra lo stupore di amici e famiglie. ha voluto così. più vista ne sentita, se non un paio di volte al telefono (mia chiamata, ovviamente) e quattro chiacchiere dove voleva sapere delle altre mentre io mi chiedevo che senso ha parlare col sottoscritto dopo anni di silenzio e perdere tempo ad avere info su gente che mai più sentirai, viste le banalità delle domande. mistero.

poi c’erano V. e E., di lei ho perso numero e tracce 20 anni fa, di lui non ho saputo nulla più che non siano foto profilo in qualche social belga dove ancora vive, che io sappia.

questo sabato tornerò in campeggio, per 14 giorni sarà la mia estate piena, contro i 30 giorni che ero solito fare quando il mondo tutto sommato era migliore di quello che è adesso. questo sabato tornerò alla vecchia piscina, riaperta questa settimana, e rivedrò le ombre di tutti noi, 20 anni fa, sdraiati a bordo piscina, a fare i tuffi, a ridere e scherzare, allineati sulle sdraio attorno a quella piccola vasca che un tempo era grande come il mare.

ciò che è stato è stato e restano solo i ricordi, adesso.

tutto il resto è solo qualcosa che viene dopo.

Quasi pronto

approfitto di questa giorno di vacanza “imprevista” per preparare borse e valigie. il più riguarda la parte di abbigliamento, il resto è tutto da anni pronto, l’indispensabile che ho “doppio” in casa giusto per non dover ogni volta spostare roba, prendere e riporre ogni weekend.

una borsa sempre pronta con tutto l’occorrente e via.

14 giorni di vacanza e oltre 20 magliette, tutta roba che non metterò mai (per ovvi motivi matematici), tutta roba comprata anni or sono e in parte mai indossata perchè rapidamente, di punto in bianco, gli “amici” di città sono spariti tutti, con motivi uno più stronzo dell’altro.

tutta roba comprata nel corso degli anni di quella che già sapevo essere una inaspettata quanto grandiosa e temporanea vita sociale. è stato un po’ come se dio vedendomi lieto e felicemente in compagnia abbia voluto metterci lo zampino e mandare tutto a puttane. nel corso degli anni successivi me ne sono fatto una ragione, che poi alla fine, regola di vita, la gente che conosci la puoi dividere in due grandi gruppi: chi ti ha deluso e chi ti deluderà.

così è, se vi pare.

Web si, web no

DAN è in attesa del mio preventivo e nel mentre gli chiedo lumi circa dove vogliamo andare a parare, per ora sapere almeno quante e quali pagine servono.

mi scrive cosa serve e nel mezzo manda un audio dove dice che “mio padre è ancora un po’ indeciso, non sa se rifare il sito o tenere ancora quello che abbiamo”.

bho, vedi tu, dico io. se basta quello che avete tenetevi quello, tanto io di fare lavori extra onestamente non ne ho proprio neanche la voglia, anche se devo ammettere che qualcosa di creativo lo vorrei anche fare e qualche soldino in più in tasca non mi schifa per niente.

vedremo.

Pausa.

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Le cronache del mare 2021 (capitolo 21)

rassettato l’appartamento e arrivo in campeggio alle 9.30, ADC mi chiama e ci siamo trovati giusti giusti in spiaggia, piazzola per prendere il suo sup, poi lui in mare e io a chiacchierare con al tipa del carretto e poi verso DAN passando per SEB (due parole poi è andato a controllare i bagnanti), ho schivato nuovamente BAGNINO (ultimamente non reggo le sue chiacchiere senza senso) e poi sono rimasto parecchio a parlare con DAN del sito e della tipa che gli piace.

tornato in piscina sono rimasto a chiacchierare con gli altri, poi siamo tornati in piazzola ma prima ho accompagnato FRECCIA al supermercato per prendere la pasta e del pesto per il pranzo (loro, io non ho mangiato nulla perchè stavo bene così) e dopo un po’ di chiacchiere siamo andati in piscina dove sono rimasto poco per poi andare in spiaggia a giocare. al solito ADC ha trovato modo di estraniarsi e di andare a fare scivoli con i suoi cuginetti (ma perchè? bho…).

pallavolo fino quasi alle 19.00 poi due gocce (due!) di pioggia hanno fatto fuggire tutti così sono andato a fare la doccia, poi in piazzola, pranzo da asporto al bar, chiacchiere con i superstiti (FRECCIA+CUGI e ADC, mentre MANIACO+SABRY erano già ripartiti e ELI+SPECK sono andati a mangiare per i cavoli loro altrove) e infine saluto finale e partenza per tornare a casa poco dopo le 21.00.

altro perfetto weekend che segna l’ultimo fine settimana “mordi e fuggi” prima delle due settimane di meritatissimo riposo che iniziano questo sabato!

summer is now!!!