Ci porti al mare?

“ci porti al mare?”

  • non ci vediamo da circa 10 anni se non di più
  • non c’è mai stato un minimo di interesse per sapere se sono vivo o morto fatto salvo i -rari- momenti dove c’era da ficcare il naso nella mia vita per il puro piacere di soddisfare l’irrefrenabile curiosità
  • quando ci vediamo la mia persona e la mia vita viene vivisezionata e analizzata al microscopio per scoprire qualunque cosa possa essere una pecca o assomigliare a qualcosa di cui sarebbe bello -per loro- fare commenti acidi o battutine
  • i nostri ultimi incontri, avvenuti, ripeto, più di 10 anni fa, consistevano in una escalation di weekend dove io passavo ORE in centro ad aspettare i loro comodi con orari di arrivo -loro- che sono passati dalle 22.00 passare fino ad arrivare alle 00.45. poi ho detto BASTA io e la cosa è morta lì.

e ora vogliono scroccare una giornata al mare col sottoscritto.

non aggiungo altro.

La vita bella

“ti lamenti sempre ma alla fine tu fai la bella vita, non resti a casa in balia dell’influenza intestinale [dei figli]”.

bhe, che dire? resto sempre un po’ interdetto quando mi sento “accusato” di fare una vita migliore degli altri perchè non ho figli, soprattutto perchè da che mondo e mondo non c’è scritto da nessuna parte che uno/a ne debba avere.

per altro è un po’ come la storia della bicicletta: l’hai voluta? e adesso pedali.

Un pubblico da intortare

la parente è sempre stata ascoltatrice e consigliera, un po’ per tutto, un po’ per tutti.

LEI ci passava le ore nella sua cucina a raccontare ogni virgola di qualunque cosa, sempre tutto minuziosamente esposto cercando di farla passare sempre e comunque dalla parte della ragione anche quando la verità era quella che spesso sarebbe dovuta essere pestata di botte per bene.

LEI si è sempre dipinta e descritta come la sfortunata vittima schiava degli eventi, dei lavori di casa, degli altri. lei intortava la parente con le sue storielle e i suoi sfoghi, anche sul sottoscritto, che poi finivano nuovamente nelle mie orecchie quando passavo a trovarla e mi sentivo rinfacciare, parola per parola, le stesse manfrine da matta fannullona che mi sorbivo a casa mia.

la parente era la psicologa gratuita che patteggiava sempre per LEI, sempre e comunque dalla sua parte, senza rendersi conto, all’apparenza almeno, dell’ovvia quantità di ore perse in chiacchiere della suddetta lamentatrice anzichè pulire effettivamente la casa di cui appunto tanto ha lamentato.

e dire che la parente era tutt’altro che scema. mi sono sempre chiesto come potesse una donna tanto saggia e intelligente non rendersi conto di stare a sentire una cretina che lamentava per ore e ore dei lavori di casa che, lamentandosene appunto per ore non aveva mai il tempo fisico di svolgere.

è un po’ come un operaio costretto a 10 ore di lavoro al giorno che ne passasse 8 a lamentarsi delle 10 ore che, in effetti, erano poi ridotte a 2, tolto appunto il tempo dei lamenti.

mistero. oppure non c’è mistero: faceva comodo prendere posizione con chi era più semplice da gestire.

ad ogni modo la psicologa adesso è morta e da due anni LEI, orfana di gente da intortare, è passata a un nuovo passatempo: ore e ore di telefonate con le amiche mattina, pomeriggio e sera per raccontare a tutte ogni minimo dettaglio su qualunque cosa, dipingendosi come la vittima e tutti gli altri come brutti e cattivi.

e ha già fatto pubblicità al camper (che arriverà tra 6 mesi circa) e alle destinazioni dove “voglio andare / non voglio andare”.
la casalinga affaticata, quella che ha tanto bisogno di riposo, quella che non ha tempo di fare niente ma che va al cimitero ogni giorno a covare i morti e in piscina due volte la settimana.

“voglio vedere quante al mondo faccio la vita [in negativo] che faccio io!!!”

si, vorrei proprio vederlo pure io, guarda.

LEI vuole

il camper arriverà circa ad aprile ma LEI ha già messo in chiaro con il resto della truppa che non dovrà essere usato per portarla al mare “nel solito posto” o “al solito lago”.

lei punta ad assisi, per esempio.

e io, per esempio, penso che il mio futuro sarà pieno di giornate lavorative dove tornerò a casa e non troverò niente di pronto e nessuno che ha fatto qualcosa perchè tutti già in vacanza chissà dove (in orario d’ufficio).

più il tempo passa e più mi rendo conto di vivere una vita monotona e spenta dove tutti (tutti, nessuno escluso) decollano sempre verso cose, mete, occasioni importanti o, alla peggio, riescono sempre (sempre!) ad arrivare a ottenere o fare tutto (tutto!) quello che vogliono, bramano, desiderano, tutto in tempo brevi (tutto!) e con apparente estrema facilità.

magari domani riprovo a giocare al superenalotto, chissà che questa sia la volta buona che arrivi anche per me la svolta buona. anzi, la svolta definitiva

Ieri, oggi, porco

IL PORCO si è allargato e il nuovo pezzo di capannone sarà operativo a breve. davanti stanno tirando su quello che sembra essere un parco di circa 6000 mq, parco che resterà abbandonato all’incuria nel giro di poche settimane e che diventerà covo di topi e serpenti.

passo oltre con l’auto e vado al mio lavoro, nel mio ufficio, quello dove di suo non c’è nulla, quello dove il suo mobbing e le sue cattiverie non possono raggiungermi. e passo la giornata a farmi gli affari miei, tra locandine per l’associazione, le liste di cose da comprare, post da scrivere e tanto altro.

e mi torna alla mente uno dei tanti episodi dove i teatrini imbarazzanti non mancavano mai.

entra di colpo alle mie spalle, vede sul monitor il sito di vodafone e parte in quarta con pugni contro lo stipite e bestemmie assortite tornando in produzione. poco dopo rientra, sale velocemente le scale e nonostante non si fosse mai preoccupato dei modi e toni di voce, chiede al suo contabile-schiavo se fosse possibile “mettere una password a internet”, sia mai che tra un mobbing e l’altro in sua assenza, senza nulla da fare, non abbia da distrarmi neanche un minuto.

ecco, ora mi chiedo, tutti quei pugni contro il muro, le bestemmie, le password e i dispetti, a cosa siano serviti, alla fine. io sono andato via, il socio è andato via, millemila dipendenti sono fuggiti, tecnici, manutentori, idraulici, tutti fuggiti. è fuggito pure il commercialista, quello storico, così come è fuggito il geometra e, negli anni della mia assenza, chissà quante altre decine di persone (che a suo dire saranno certamente stati tutti froci o puttane).

ecco, lui ha tirato pugni al muro per due minuti di internet per i cazzi miei. adesso che mi faccio i cazzi miei da circa 10 anni, nessuno ha mai battuto pugni da nessuna parte.

e vorrei, utopicamente, portare da lui la mia scrivania e fargli vedere spudoratamente che mentre lui s’incazza e impreca contro tutto e tutti, c’è chi (io in questo caso) si gode la vita con leggerezza passando la giornata a pigiare tasti al calduccio o con l’aria condizionata, al pulito, all’asciutto, lontano da vecchi rincoglioniti, puzze di ogni tipo, unto, macchine e gente che ti perquisisce la scrivania sei volte al giorno (in cerca di non ho mai capito esattamente cosa).

piccole soddisfazioni immaginarie.