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13 giorni e si riapre.

spiaggia, mare, alberi, l’odore della sabbia, dei pini, delle alghe, il sole tra i rami, la pizza, le infinite passeggiate, lo zaino, la crema solare, i viaggi in auto da e per, le notti sul divano, i pensieri, i ricordi, le aspettative, tutto il resto.

13 giorni e arriveranno nuova avventure, nuovi personaggi, una nuova estate arrivata lentamente ma troppo velocemente, la fortuna di averla contro la marea di regole del cazzo pubblicate oggi sui quotidiani locali dove anche il beachvolley pare non si potrà fare. (che ridere! provate a fermarci!).

13 giorni e io non sono pronto, non lo so spiegare, semplicemente vorrei avere più tempo, tempo da passare in casa, in tranquillità, a riposare, a prepararmi, ad assaporare il tempo che resta prima che i cancelli tornino a riapririsi.

è come se l’estate non fosse qualcosa di meritato.

(sospiro).

Dei pagliacci al comando

è sempre l’ennesimo buco nero di depressione quello che avvolge le mie giornate lavorative, passate a fare nulla o nulla che realmente mi interessi, circondato da gente che non ha neanche voglia di loggarsi a un sito del cazzo per fare due correzioni facilissime senza passare sempre e solo per il sottoscritto.

paga fissa da sempre, lavori sempre in aumento, nuove mansioni e tutti pretendono. uno fattura 5 milioni di euro in più ogni anno, io ho chiamato le poste per un ammanco sulla sim di 40 centesimi e me ne hanno rimborsati 20 (“di più non possiamo”) tappandosi pure il naso per il fastidio di “doverlo” fare.

un coglione che s’è trovato la richiesta di un ennesimo lavoro lunghissimo, di merda, inutile e che invece di ribattere e contrattare per venire a meno non sa fare altro che confermare le scadenza, girare il lavoro agli altri (lui è pagato più di tutti e non fa niente, ma tutto bene, non ci sono conseguenze perchè evidentemente ai piani alti sono tutti dei coglioni) che tanto poi sono gli altri a perdere gli occhi a tracciare linee su disegni di merda che basterebbe lasciare tutto come è adesso e pensare che là fuori c’è gente col cancro che sta morendo e che la vita, alla fine, è fatta di cose ben più serie e importanti.

no. invece no. l’importante è far valere il proprio ruolo -inutile- senza ancora aver comunicato che a giugno salirà all’altare e lui è pure convinto che questa news sia top secret.

non ho neanche più offese in corpo per poterlo descrivere adeguatamente.

Del pretendere

la notte scorsa (ore 03.00) il vedovo ha premuto il pulsante di emergenza e la centrale operativa ha chiamato l’altro parente il quale si è precipitato a casa sua per vedere cosa stava succedendo pensando le peggio cose.

il vedovo, che da qualche giorno urina poco per via dei soliti problemi alla prostata, stanco di doversi svegliare mille volte a notte ha deciso così, di botto, senza motivo alcuno, di mettere nel panico la famiglia.

quindi oggi LEI si è sorbita il riassunto della nottata da parte del parente (e già sono ai ferri corti da mesi per via dei suoi comportamenti da menefreghista) e ha concluso divorando di parole il vedovo sgridandolo per aver scatenato il putiferio per nulla.

quando tutto è stato organizzato per poterlo portare al pronto soccorso a visitare ha deciso così, di botto, senza motivo alcuno, di non volerci più andare e di “voler aspettare qualche giorno per vedere l’evolversi della situazione (urina)”.

inutile dire che l’intera famiglia lo vuole morto.

potrebbe essere un tranquillo vecchietto che si gode la vita senza disturbare nessuno e invece brama la perfezione di una salute di ferro che ovviamente a 94 anni non può esserci al 100% e vuole che tutto e tutti corrano ai suoi comandi per far si che questo benessere sia garantito nel modo più certo, sicuro e rapido.

tutti ai suoi servizi, tutti ai suoi comandi.

si sta scavando la casa di riposo da solo.

Mascherina in bocca

ROVINAVITA ha avuto il covid, tampone negativo oggi, tutto apposto.

I TONTI hanno taciuto (a me) la news nonostante praticamente ogni settimana chieda informazioni sulla piccola pustola ambulante.

ogni tanto mi sento un po’ a disagio a non averli informati dalla morte della parente (avvenuta un anno fa), ma poi quando vedo che neanche da parte loro c’è la voglia di confidenze e aggiornamenti, mi sento decisamente sollevato da qualunque possibile attacco verbale.

d’altra parte poi, cosa grave, è che io almeno di loro chiedo. loro di me non si sono mai interessati. l’unica cosa è rinfacciarmi il fatto di non essere più passati a trovarli “da quando c’è la bambina”.

fatti una domanda e datti una risposta, no?