Le meritate vacanze

sono le 19.00 e sono a casa. dovrei essere in nave, salpata un ora fa.

questa mattina all’imbarco ho scoperto che la carta d’identità provvisoria fatta dal comune non è valida per l’imbarco. vacanza annullata. la truppa è salita, io ho dovuto prendere un treno e tornare a casa. vacanza rovinata, soldi buttati nel cesso, ovviamente “non è colpa di nessuno”, né del comune che ha buttato l’originale ancora valido senza ridarmelo, né della tipa dell’agenzia che, bugia, ha detto di avere bisogno per l’estero di una carta d’identità con scadenza più lontana rispetto alla mia (ottobre). cosa questa che il tipo all’imbarco ha etichettato come “stronzata”.

intanto ho pagato, sono da solo a casa, la vacanza è rovinata e sono 3 anni che non faccio ferie come si deve. e adesso auguri a farsi rimborsare. un disastro.

poi ci sono i 22,21 euro di carta d’identità nuova (inutile), i 15 di tampone in farmacia (inutili visto che non sono partito) e i 19 di treno per tornare a casa. poi c’è la puntura d’ape sulla gamba mentre aspettavo di cambiare treno, l’ora persa in attesa del suddetto e il rubinetto della caldaia che è tipo esploso appena l’ho sfiorato costringendomi a chiamare l’idraulico che grazie a dio era in zona ed è arrivato subito.

ora ho disfatto la valigia e l’ho rifatta con la roba per il campeggio, campeggio che durerà 3 settimane anzichè 2 con tutti i relativi problemi alimentari che lo accompagnano, senza contare della vita da pendolare città-campeggio e campeggio-città.

LA BARISTA puttana ieri sera ha confermato il posto in piazzola, oggi pomeriggio, prima che l’ape pungesse, ha detto che non ha più posto.

quindi io adesso sono seduto sulla sedia, nudo per il caldo, a scrivere queste cose senza provare nessuna sensazione a riguardo praticamente di niente.

perchè dopo 8 mesi passati a pregare che arrivi un viaggio e 10 giorni di ripicche e litigi per organizzarlo, alla fine sono da solo, sono a casa, sono sempre dove, come e quando vogliono gli altri.

con la beffa di aver buttato soldi per niente senza avere nulla in cambio e l’unica settimana di viaggio annuale (anzi, ogni 10 anni, ormai) persa e irrecuperabile.

non aggiungo altro.

All’ultimo minuto (?)

LA BARISTA, una donna, un perchè.

messaggio per avere info circa la disponibilità della piazzola, risposta mai arrivata se non dopo ore di attesa (troppo da fare in vacanza, che non esci manco dalla roulotte?).

comunque: “si, abbiamo posto”.

parto tranquillo e resterò tranquillo fino al mio arrivo in campeggio previsto per sabato prossimo, quando di colpo salterà fuori che per un motivo “X” (dove “X” indica qualunque cosa, anche illogica) dirà di non avere posto o non potermi registrare.

già lo so come finisce e lo metto già ora nero su bianco.

scommettiamo?

Dei profondi respiri

un respiro, ancora uno. ancora uno. ancora uno.

la piazzola ufficiale è piena, anzi, è oltre il concetto di “piena”. a rompere il cazzo e far numero torneranno anche CICCIO e CRI, lui che non avrebbe dovuto avere ferie e lei che è praticamente il portafoglio umano di lui. ovviamente nessuno mi ha ancora detto di esserci, ma intanto lo spazio lo hanno occupato.

le coppiette che prenoteranno piazzole ognuna per tonto proprio hanno certamente disponibilità, peccato che restino in campeggio la durata di una scoreggia: dal 10 al 15/17 circa. quindi fanculo.

domani sarò in nave, il cellulare sarà un lusso che potrei non potermi permettere e quindi vorrei quanto meno “chiudere” entro questa sera in modo da arrivare sabato prossimo già con un pensiero di meno.

ora ho contattato FEDE e LA BARISTA, il primo che non so se avrà spazio, l’altra che è affidabile come l’ultimo degli stronzi, miss si-no-si-no-si-no.

sospiro.

inspiro ed espiro.

che poi alla peggio, fanculo (bis!), prendo e faccio l’abusivo per 14 giorni, tenendo mi tasca qualcosa come 180 euro.

questa sarà ricordata come l’estate dove neanche pagando potrò divertirmi senza avere rotture di coglioni assortite!

4 non più 4

c’era una volta “un mese di ferie d’estate”, un mese che tutti mi invidiavano, con una media italiana di 2-3 settimane di ferie, massimo.

negli ultimi anni “il mese d’estate” non esiste più, sostituito da “2 settimane + 1 a scelta”, che io attacco alle altre nel patetico tentativo di allungare un brodo che poi, a conti fatti, tanto lungo non è.

perchè 4 settimane di ferie quando sei abituato a farle neanche le vedi, 3 sono poche, 2 niente. ripeto: abitudine.

il 22 agosto, praticamente ancora piena estate, dovrò tornare in galera a scaldare la sedia, a non fare nulla o a fare merda, per due lire, mentre la vita, l’estate. il divertimento scivolano rapidamente e inesorabilmente verso l’abisso dell’autunno prima e dell’inverno poi.

a tornare a lavorare il 22 agosto, col caldo e tutto il resto, sapendo che c’è gente ancora in spiaggia, tanta, tantissima, c’è solo da augurare maledizioni circa le peggio malattie conosciute dall’uomo per chi ha preso cotanta iniziativa.

c’era una volta “un mese di vacanza”.

c’era. perchè come ogni cosa bella della mia vita, per una evidente legge non scritta, deve andare sempre tutto in merda.

Del salpare le ancore

venerdì, ultimo giorni di lavoro, l’attesa durata 11 mesi è finalmente finita, tra poche ore sarò libertà e anche se saranno 3 settimane dureranno praticamente trenta secondi, già lo so.

questa sera valigia da preparare, ultime cose fa sistemare, ovviamente tutto all’ultimo momento perchè afa, stanchezza e dieci ore a far felici gli altri ogni giorno stancano leggermente e alla sera il divano è troppo paradisiaco.

domani mattina ore nove partenza, poi qualche ora di viaggio, porto, imbarco e partenza nel tardo pomeriggio. quindi in pratica solo per spostamenti e tempi di attesa (decisi da altri) la prima giornata di vacanza andrà a puttane. avessimo scelto santorini, un hotel, una vacanza semplice, il tempo perso si sarebbe ridotto al tempo tecnico dell’aeroporto e del volo, poi una volta in hotel la vacanza sarebbe praticamente iniziata.

vabbè.

rientro poi il sabato successivo, immagino sempre dopo il solito calvario di sbarco su turni, ore di attesa perse per nulla, giri sul ponte con la valigia in mano in attesa di tornare a casa. è come se la fine della vacanza invece di limitarsi a riconsegnare le chiavi della stanza dovesse per forze essere trasformata quasi in una replica dello sbarco in normandia. esagero.

poi ci sarà il rientro a casa e tempo di raccogliere borse e borsoni si riparte per il mare, per le solite due settimane di vacanza da passare zaino in spalla a fare da pendolare rincorrendo gente a caso per compagnia che poi, in primis, di far compagnia a me a loro non frega niente.

queste le mie riposanti vacanze, attese da 7 mesi (le ultime a natale, passate a casa perchè “io a natale non vado via neanche per sogno!!!” cit. LEI) a 11 mesi dall’estate precedente e da quell’ultima serata dove tre solitari personaggi (io, GRE e GOSSIP) ci si ritrovava al tavolone del pub a parlare di tutto e niente, dell’estate andata, avvolti dall’umidità di fine agosto e dal buio che arriva già troppo presto la sera.

tre settimane di ferie che partono col sottoscritto stanco e spento, logorato dalle battaglie per qualunque cosa, consumato dai dissapori che ormai non mancano neanche per ordinare da bere per il pasto, dove tutto non va mai bene, dove tutto deve essere rinfacciato e discusso, dove i 200 milioni del superenalotto sono ancora fuori dalla mia portata e dove tutto non cambia mai e se cambia, cambia in peggio.

volevo santorini ma non ho neanche osato chiedere, volevo il camper ma non c’è posto in campeggio, volevo riposarmi e rilassarmi e invece sarò costantemente una molla in tensione che deve correre ovunque per non sprecare un solo istante di questa ennesima preziosissima estate.

e sono 7 mesi che vorrei del tempo per poter restare a casa tranquillo un paio di giorni almeno e neanche durante le ferie riuscirò ad esaudire questo mio desiderio.

una vita con l’orologio in mano.

buone ferie a tutti.