Silenzio

due giorni di pace a casa, sul divano, al caldo, a guardare la tv, dormire, rilassarmi. il raffreddore potente è passato, domani torno in galera per un solo giorno e poi venerdì sarò nuovamente libero grazie alle ferie già richieste.

e un’altra settimana è stata picconata via.

Lunedì

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Degli anniversari bellici

sabato è caduto l’anniversario della fine della “guerra”. correva l’anno 2015 e sette anni sono letteralmente volati via. vado a rileggere il post scritto all’epoca dove le firme sono state siglate con strette di mano e lacrime (dall’altra parte, sia ben chiaro) come a voler esprimere un sentimento (li ha?) che ieri come oggi non so ancora identificare.

rammarico? dispiacere? o forse semplice paura, la paura di dover fare tutto da solo, la paura di sapere che ora non c’è più non solo l’alleato in campo ma neanche il coglione su cui sfogare tutto minuto per minuto.

a distanza di 7 anni ci troviamo oggi con un tubo dell’acqua tagliato senza preavviso, un albero segato senza avvisare, una costruzione a ridosso della nostra proprietà e una semi litigata per l’invasione dei giardinieri che a detta del coglioncello in questione avrebbero dovuto tagliare o non tagliare la siepe (non so i dettagli, non mi interessa neanche saperli). in più c’è stato il ricatto del mantenimento, passato per avvocati, giusto per rendere piccante la cosa.

a 7 anni di distanza vorrei un minimo sapere/capire cosa erano quelle lacrime, quelle strette di mano, quella tristezza.

ma alla fine penso di non sbagliare la diagnosi: invidia e rancore. invidia della nostra leggerezza e della nostra pace interiore, rancore per non poter più mettere i piedi in testa (anche se ad oggi ancora prova) e far valere la sua posizione.

è tutto finito.

se così restavano le cose, meglio così.

(crepa.)

Bhe…

bhe, che dire?

  • LEI ha finalmente comprato un nuovo cellulare e ora si apre una nuova era di infinite chiacchiere telefoniche, dimenticando per un istante (ma per quanto?) anche l’apertura di un profilo facebook così da avere poi una nuova attività telefonica da seguire al posto delle pulizie.
  • ikea ha accettato tutti i resi di un po’ di vario ciarpame depositato nella casa al mare, dalle cornici lasciate sul pavimento per anni a vasetti e vasini presi, bellini, ma che alla fine occupavano spazio, quindi meglio renderli e portare a casa 43 euro in buoni spesa da usare o, se possibile ancora meglio, rivendere.
  • sabato al mare, arrivo alle 11 passate, l’appartamento da asciugare perchè per l’ennesima volta ha piovuto dentro (dopo anni non capiamo ancora da dove entri la pioggia), pranzo da asporto, giro in centro, poi spiaggia e tappe ai vari centri commerciali lungo il tragitto di casa.
  • domenica mattina a casa, pomeriggio appunto da ikea e buonanotte al cinema con LA FATTRICE che di chiudermi dentro al buio per ore non ne avevo proprio voglia.
  • IL PELOSO non risponde, SOPRAMMOBILE è impegnato, EX COLLEGA non risponde, IL CONSULENTE non risponde. poi mi si dice che devo chiamare gente per uscire ma mi rendo conto che se non avessi fatto la corazza alla solitudine di questi ultimi 10 anni mi sarei già suicidato da tempo immemore.
  • tappa al cimitero questa sera al tramonto, con il sole che scendeva e il freddo pungente che salva. pochi istanti dopo il mio arrivo vedo avvicinarsi i parenti, lui e lei, entrambi in visita alla tomba dei cari defunti. due chiacchiere, un sorriso, va come non va, tutto bene, scappo, fa freddo. esco pensando che tutto sommato fa comodo adesso andare a trovare i morti, perchè i morti tacciono e non rompono i coglioni. da vivi invece si sono abbastanza dileguati e io mi domando che senso ha perdere tempo a parlare a una lastra di marmo quando non si aveva tempo voglia di parlare faccia a faccia. un pensiero semplice, ecco.