A cazzo di cane

i giardinieri sono entrati in azione questa mattina, praticamente con un mese di ritardo rispetto alla solita data di fine agosto, deturpata quest’anno dalla morte del vedovo e da altri eventi, tra i quali anche qualche giorno di mare che la truppa si è concessa.
al rientro in pausa pranzo ho notato subito la siepe tagliata a cazzo di cane, nulla a che vedere col lavoro certosino che il vedovo, over 80, ha sempre fatto.
gente pagata per fare lavori alla cazzo di cane, pagata e seguita da altra gente che quasi sembra passi il concetto del “tagliate come vi pare, basta che mi lasciate andare a guardare la tv alla svelta”.

immagino che in una giornata faranno il lavoro che 5 persone impiegavano due giorni pieni a fare.

ovviamente con risultati ben diversi.

No news

ancora nessuna notizia dall’ospedale. ed è indescrivibile il fastidio che provo nel sapere di non poter avere informazioni e neanche di prendere l’auto e andare lì a vedere come è la situazione.
il fratello, già gentile ad avermi dato le info del caso e di avermi dedicato anche del tempo al telefono, ha letto e visualizzato i messaggi ma altro non è pervenuto.
presumo neanche loro sappiano più di tanto.

questa mattina la madre ha risposto a un mio ulteriore messaggio informandomi che oggi (pomeriggio?) sarebbero andati a trovarlo e mi avrebbero fatto sapere.

con la storia del virus anche le visite sono un caos, tanto da farmi chiedere che senso ha tenere in piedi questa farsa di visite con il contagocce quando, nel caso presente, ci sono madre e fratello che hanno un figlio/fratello di 21 anni che forse resterà paralizzato.

stiamo ancora lì a fissare visite di 5 minuti al giorno, massimo una persona per volta?

senza parole.

L’estate manca

sabato torno al mare, prima giornata del lunghissimo inverno che ho davanti. probabilmente scenderò già il venerdì sera e poi la giornata si dividerà come sempre tra il centro e la vecchia spiaggia.
oppure no, non andrò al mare e farò dell’altro.
ma che altro potrei fare se non c’è altro oltre al mare nella mia vita?
ikea e centri commerciali. ancora?
l’estate non tornerà mai troppo presto.

Le solite due palle

interminabili giornate in ufficio con nulla da fare e quel poco che c’è lo si fa in cinque minuti. chiedere altro è come tagliarsi i coglioni vedendosi appioppare lavori random che poi, automaticamente, diventano per sempre di mia competenza.

intrappolato dietro a una scrivania 8 ore al giorno quando a farne 3 sarebbero già troppe.

e vorrei essere al mare, a passeggiare senza pensare a niente, mente vuota, il sole sulla pelle, a godermi quello che resta del sole prima che freddo e buio invadano le giornate sempre più corte.

invece.

Delle vite rovinate

“ho voglia di guidare”, questa è stata l’ultima cosa che ha detto, almeno secondo quello che ho capito dal racconto di suo fratello.

poi è volato con l’auto, 4-5 metri in alto, non ho capito bene, non ascoltavo, non capivo, ero come in trance. lo hanno trovato con i piedi fuori dal finestrino, portafoglio e cellulare a metri di distanza dalla macchina, in mezzo a un campo.

15 minuti sono arrivati i soccorsi, botte ovunque e la schiena schiacciata o roba simile. le gambe sono andate, stanno tentando di salvare le braccia. questa è la situazione per quello che mi è stato detto, forse la verità, forse alla buona per spiegare la situazione per come è stata valutata sul momento.

ora lui è in coma farmacologico in ospedale che ovviamente per covid e distanza è difficilmente raggiungibile, anche se io a vedere come sta ci andrei anche subito.

bagnino 2019, una bella estate fatta di donuts e brioches, poi ha cambiato campeggio e sono andato a trovarlo anche lì, a fine stagione, 5 secondi di orologio perchè praticamente è scappato quasi senza salutare per andare a un impegno con amici/colleghi.

poi l’inverno in acqua a fare kite, lui, a scattare foto e video, io. che poi sistemato e gli giravo online e lui pubblicava sui suoi social. a lui piaceva apparire a me scattare. combinazione perfetta.

a inizio stagione è tornato bagnino in culo alla città, spiaggia deserta e io lo andavo a trovare complice il campeggio che ha aperto tardi anche quest’anno e, per non perdere la stagione, se non altro passeggiavo e chiacchieravo con lui in mezzo al deserto.

poi il campeggio ha riaperto e non ci siamo più visti. a luglio si è licenziato per andare a lavorare in fabbrica, non spiegando poi neanche mai bene dove, come, cosa. mistero.
un mese dopo a causa del covid con sua relativa quarantena è stato licenziato. un mese di lavoro e già nuovamente a spasso, ma vai a capire perchè poi, dato che di bugie e storielle ne raccontava a pioggia.

ma gli voglio bene ugualmente, perchè è un ragazzo di cuore e poco importa se racconta in giro di soldi che non possiede o stipendi faraonici inesistenti o di investire in fondi speciali o altre cose. l’ho conosciuto che voleva vendermi una casa in riva al mare in australia che a suo dire aveva costruito lui con suo zio.

storie. fantasie. ma a me andava bene anche sentirlo, bastava fare una chiacchierata.

e ora a saperlo paralizzato o peggio ancora, mi si chiude la gola, proprio lui che ama le feste, ballare, il mare, il kite, il surf, la pesca, andare in skate.

21 anni e ora la vita probabilmente rovinata per sempre.

a lui che è comunque un bel ragazzo, magro, con un bel fisico, bei capelli, che ha successo con le ragazzine e mille interessi, che si è sempre goduto la sua età e che ha ancora tutta una vita davanti ancora da vivere.

e ora? e adesso?

penso a lui nel letto, col tubo in bocca, l’ossigeno e tutto il resto, con i medici che non sanno fare miracoli, le gambe che forse non funzioneranno più e forse anche il resto o magari comunque non del tutto come prima.

intrappolato in un corpo che prima usava per divertirsi e adesso è la sua prigione, tanto o poco che sarà.

ma cosa posso dire? cosa posso fare?