Senza titolo

e poi scrivi “come va?” e inoltri il messaggio a contatti a caso.

e poi ti ritrovi a leggere la risposta del fratello di SPALLE (bagnino 2019).

“ha avuto un brutto incidente, ha perso l’uso delle gambe e ora stanno cercando di salvargli le braccia”.

e adesso ho un vuoto dentro.

e adesso sono qua che aspetto che squilli il telefono e che qualcuno mi dica “ci sei cascato!!! è uno scherzo!”.

ma non chiama nessuno.

Dei sipari

escono gli ultimi fortunati vacanzieri, si chiudono i cancelli, cala il sipario. l’estate 2021 è ufficialmente finita. è durata praticamente quanto una scorreggia se penso all’eterna lunghezza dell’inverno, passato in ogni caso, ammetto, in modo abbastanza veloce. ma mai abbastanza.

45 giorni di mare, un record mai raggiunto che ha perfino superato la permanenza della 4 settimane dei bei tempi d’oro di quando era tutto pagato e c’erano tenda, roulotte e spensieratezza.

45 giornate di cui 11 da abusivo e 5 ingressi serali anche se non sarebbero permessi. i conti di km percorsi e soldi spesi li devo ancora fare, così come devo ancora scaricare e condividere foto e video raccolti nel corso di questi ultimi 5 mesi.

sabato scorso ho percorso per l’ultima volta viali e stradine aperte al pubblico, navigando tra i ricordi che bagnano gli occhi e stringono la gola, quest’anno più che mai dopo la perdita di due persone che nella mia vita hanno significato tutto e anche di più. anche loro hanno fatto parte delle mie estati e, anzi, se non fosse stato per loro molto probabilmente le estati non ci sarebbero state o sarebbero stati sicuramente lunghe la metà, se non meno ancora. e ora anche loro restano lì e lì resteranno per sempre, tra i numeri delle piazzole, i gelati pagati al bar, le passeggiate, le risate, le telefonate la sera nella cabina a gettoni e le crocchette rotonde di patate.

è cambiato tutto, è finita un’era e dopo quella ne sono finite altre cinquanta, così, senza quasi avere il tempo di rendersi conto. che fare? che dire? è così, piaccia o meno.

passeggiavo e pensavo a come era complicato tutto fino a qualche anno fa, quando d’inverno “non si poteva entrare”, quando c’erano gli orari da rispettare, le regole, i pagamenti, i periodi “niente giornalieri” e mille altre cavolate. oggi, a distanza di anni, salto muri di cinta, entro senza problemi, esco quando mi pare, passo giornate gratuite e serate anche quando le regole dicono di non farlo. ed entro anche d’inverno, quando tutto è ufficialmente chiuso, morto e sepolto, quando l’ingresso è consentito solo al personale autorizzato, ma, penso, come si fa a non poter entrare nei propri ricordi? come posso io, nel mio paradiso, non mettere piede per 7-8 mesi di fila. impossibile.

si chiude il cancello ma le lacrime non cadono, stranamente, forse perchè dopo 5 mesi ho dato e ho fatto tutto quello che potevo e chiedere altro non sarebbe stato possibile. ho munto quello che potevo mungere, ho partecipato, riso, scherzato, mi sono divertito, ho fatto il jolly tra un gruppo e l’altro e non mi sono mai lasciato coinvolgere dai comportamenti negativi, saltando subito verso altri luoghi, persone, momenti dove la serenità era garantita e, viceversa, saltando oltre nuovamente e poi ancora, fino a quando un comodo nido non fosse stato trovato.

e va bene così, anzi, la prossima estate si replica, stesse strategie, stesse leggerezze, perchè l’amicizia che vorrei non esiste nella realtà e quindi meglio far fruttare mille sorrisi leggeri che analizzare la mancanza di fondamenta che, tutto sommato, a cosa servono poi?

punto, non analizzo oltre. mi sono divertito e non c’è niente da aggiungere.

meno di 200 giorni alla riapertura.

si, il countdown è tornato a correre.

La prima domenica

prima domenica senza campeggio (chiuderà domani) e prima domenica, dunque, a centri commerciali con l’immancabile IL PELOSO.

l’inverno inizia subito alla grande: 20 minuti di ritardo, dovevamo andare al centro commerciali in culo ai lupi e invece siano finiti ai soliti due vicino casa (aveva proposto lui e poi ha cambiato idea), raggiunti con l’immancabile navigatore che c’ha fatto fare il giro del globo, andata e ritorno, perchè non si può fare a meno di attivarlo invece che seguire le mie indicazioni.

20 ore dentro i soliti negozi: libreria e negozio di elettronica, a guardare libri assurdi sui nazisti dei virus, cospirazionisti e stronzate varie e poi a controllare i frullatori e altre stronzate che o ha già in casa o non prenderà mai.

assurdo.

se questo è l’inverno che mi attende forse è meglio restare a casa.

Chiuso.

estate finita, ufficialmente ieri sera dopo il salto oltre il muro di cinta sotto lo sguardo sbigottito di due turisti stranieri che ovviamente si sono fatti un paio di domande vedendomi passare zaino in spalle oltre la spiaggia, nell’oscurità.

finisce così la mia estate 2021, perfetta e bellissima, dove a voltarmi indietro non cambierei nulla.

e ora inizia l’autunno, poi arriverà l’inverno e poi primavera e poi, 7 mesi da oggi, torneranno a riaprirsi i cancelli del mio piccolo paradiso in terra.

un bel respiro.