Il riposo della lavoratrice

a casa 24/7, no impegni, no cartellini, no scadenze, no cazzi, no mazzi.

via, a spasso, da mattina a sera: nuoto, amiche, caffè, supermercati, cellulare in mano 24/24h, gattini in video, messaggini, il dramma degli status da aggiornare o inoltrare. un lavoro a tempo pieno: la cazzeggiatrice.

e anche questo pomeriggio c’ha infilato il riposino post pranzo, stendersi un’oretta per riposare, per recuperare le forze immagino esaurite dalle chiacchiere in piscina di questa mattina.

in casa non c’è stanza senza un mucchio di roba gettata alla buona in qualche angolo, mobili e ripiani insufficienti a conservare la nostra roba, quindi via di scatoloni e pile di sacchetti ovunque. poi quando fa pulizie (una volta ogni 2-3 anni) butta via tutto, semplicemente, così si fa prima e può tornare a fare quello che adora: niente.

troie che chiamano nei peggio orari, a pranzo e a cena, pentole quasi lasciate cadere a terra per far presto a rispondere al cellulare, con teatri da matta quando si trova incastrata tra quello che deve fare (cucinare, servire) e quello che vorrebbe fare (chiacchiere telefoniche).

parlano di femminicidio, di parità dei sessi, invece penso che arabi e compagnia bella la storia l’abbiano inferrata per bene: le donne stanno a casa, comanda il maschio.

triste? non proprio, a pensarci bene. fare la casalinga è un lavoro di tutto rispetto, certo non pagato, certo non da finire all’estremo delle cose come imporre un velo e impedire di guidare una macchina, ma d’altro canto di forza la necessità di creare, mantenere e far funzionare una famiglia, seguire una casa, creare un equilibrio. ovviamente con l’amore tutto si può e, d’altro canto, non sono passati certo tremila anni da quando le donne (italiane) stavano a casa a seguire casa, bambini e famiglia e l’uomo tornava dal lavoro e trovava tutto cotto e pulito, stirato, lavato, ordinato.

l’uomo lavora, provvedere a tutto, la donna prende quel tutto e lo fa funzionare. io metto i soldi, tu li fai funzionare, per il bene tuo, mio, dei figli, della casa, della famiglia in generale.

cresciuto da donne ben diverse, una che del lavoro ha fatto bandiera, da mattina a sera eroina di casa, marito, figli e parenti, con abitazioni (plurale), orto, animali sempre a puntino, più tutta la parte pratica e burocratica, dalle medicine in farmacia alle pratiche in banca, passando per i moduli delle tasse, i bollettini in posta, dalle ricette del medico alle visite in ospedale.

dall’altra una donna, l’altra, che basta lo squillo del telefono all’ora di pranzo per mandare in crisi una nazione intera, roba da prendere una spranga di ferro e picchiare fino a quando i concetti di logica e di priorità non siano stati adeguatamente compresi.

alle volte mi trovo davanti a certi adulti che meriterebbero sono legnate in quantità, anche se per loro sarebbero pestaggi gratuiti, senza motivo apparente. e invece di motivi (plurale) per pestare ce ne sarebbero.

ce ne sarebbero, eccome.

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