La teoria dei mucchi

uno dei “trucchi” che ho imparato quando ero responsabile di una certa cosa per una certa azienda è questa: quando tavoli e angoli sono ingombri di oggetti, scatole e altre cose, le persone che vivono o gestiscono quel posto non puliscono. punto.

a casa nostra gli unici spazi non sepolti dal ciarpame sono quelli dove passa regolarmente LA SERVA e solo liberi non quanto perchè lei faccia ordine, ma solo perchè LEI fa il possibile per salvare le apparenze e tenere ordine dove, in caso contrario, qualcuno potrebbe dare/pensare dei giudizi. è un po’ la consuetudine del “pulire dove passa il prete”, un modo per indicare che le cose si fanno solo dove queste sono in evidenza e il resto, il dietro le quinte, viene lasciato in balia di se stesso.

ieri sera, garage di casa. ho girato su me stesso a 360° e ho capito una cosa: servirebbe il doppio dello spazio e almeno 5 scaffali nuovi per mettere ordine in quel caos. dove per altro buona parte della roba si potrebbe accatastare in cantina o semplicemente buttare.

una catasta di legna in un angolo e non accendiamo il caminetto da almeno 10 anni. che senso ha?

bancali messi da parte per LA PRINCIPESSA, occupano spazio da anni e non è mai venuta a ritirarli. la sua idea era quella di sbiancarli e farci i classici divanetti che vanno tanto di moda. di mio sarebbero già al macero da anni. se non è mai venuta a prenderli è ovvio che non li vuole. quindi via, immondizia.
e il tempo per pulire non c’è mai: loro a cazzeggio tutto il giorno, io in ufficio, senza ferie, ponti e vacanze. gli appartamenti sono ancora luridi dallo scorso anno, puliti all’epoca del lockdown solo perchè dopo 40 giorni di clausura nessuno aveva più voglia di restare seduto sul divano.

“dobbiamo pulire anche lo stanzino della lavatrice, pulire i terrazzi… aaah! c’è così tanto da fare!”.

ma nessuno fa mai un cazzo.

un loop di stronzi e stronzate da far paura.

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