La fine arte del vittimismo

parla al telefono con amiche e parenti e ogni volta aggiunge dettagli alla storia, allunga i tempi e cita nuovi episodi (più o meno gonfiati) per dare ulteriore peso e credibilità alla sua storia.

la parente è morta un anno e mezzo fa, ha avuto bisogno di assistenza più o meno fissa negli ultimi 20 giorni mentre per il resto del tempo era solo affaticata e LEI si sentiva -giustamente- in dovere di essere presente e fare da dama di compagnia, più qualche commissione, visita medica e spesa al supermercato.

tutto questo tempo, questi anni di chiacchiere e tazze di caffè ora sono raccontati come se si fosse accudito un vegetale incapace di soffiarsi il naso in autonomia. sempre attenta nei suoi monologhi a non entrare mai nel dettaglio della realtà, altrimenti a LEI scomoda perchè cadrebbe il teatro drammatico che invece vuol far intendere. quindi le ore di chiacchiere e tazze di caffè (per altro presenti da decenni anche quando tutti godevano di piena salute) vengono raccontate come “privazioni del proprio tempo libero per assistere persone in una fase delicata della loro vita”, fase che si, ha portato alla morte (purtroppo) ma di fatto, nella realtà, se qualcuno avesse visto coi propri occhi, erano due donne che chiacchieravano animatamente sedute in una cucina.

e questa cosa, la realtà rinfacciata senza nessun giro di parole, ha fatto rompere i rapporti con l’altra parte della famiglia che comunque, coi suoi mille peccati, ha comunque battuto nel tasto giusto: il teatro di LEI. teatro che è stato liquidato con la più ferrea delle logiche: “tu hai gestito lei per due anni andando a farle compagnia e ora vuoi che noi ci teniamo lui che ha e avrà sempre più bisogno di assistenza per chissà quandi anni ancora. tu ti sei “liberata” del problema nel giro di 20 giorni, noi ora quanto dovremo gestire chi invece è rimasto solo e gode ancora, comunque, di una buona salute?”.

a questa domanda, fattami direttamente, non ho trovato risposta alcuna nemmeno io. la più logica sarebbe stata: “LEI non vuole fastidi, ha deciso per conto suo di dividere nella sua testa persone e mansioni: LEI ha gestito lei, lui lo gestite voi. lei è morta “presto”? pazienza, vi è toccata la pagliuzza più corta”.

in sintesi. una sintesi che però ha portato a uno stallo totale di ogni posizione e persona: il vedovo non vuole gli altri, LEI non vuole parlare con nessuno ed è accusata dagli altri di aver tramato per tornare ad avere il controllo su qualcosa che nella realtà LEI il controllo non lo vorrebbe proprio. dall’altra parte tutto il miele versato a pioggia per mesi sul vedovo si è di colpo inacidito e ora su 6 persone solo 1 si fa viva, per pochi minuti e raramente.

ora che è stato spedito alla casa di riposo gli animi sono quanto mai alleggeriti: dall’altra parte il menefreghismo non è cambiato di una virgola, dall’altra LEI, comunque, insiste con il suo vittimismo.

da manuale.

racconta a tutti, per ore e ore, al telefono, la sua pesantissima situazione.

una giornata al pronto soccorso viene descritta come un mese di inferno, dentro e fuori. in realtà è stato ricoverato e lì è rimasto per una settimana. ora è stato trasferito in una struttura dove resterò da solo per 10 giorni in quarantena, per precauzione, prima di essere trasferito alla casa di riposo direttamente, senza più essere poi di peso a nessuno. fanno tutto loro, quelli della casa di riposo, che con un compenso mensile pari a più del doppio del mio salario direi che è davvero in minimo.

ma no, LEI è vittima.

ha “tutto in mente lei, tutto pensa lei, tutto sulle spalle lei, deve gestire tutto lei”.

lo stress comprende: nutrire 3 (tre) galline una volta al giorno, recuperare i capi di abbigliamento per il vedovo da portare alla casa di riposo, portare tutto alla casa di riposo, telefonare al vedevo più volte al giorno, chiamare gli infermieri e in settimana il medico.

ha passato un paio d’ore al telefono con la casa di riposo per capire bene costi e dettagli. poi la documentazione di 1000 pagine per la casa di riposo l’ho ricevuta e stampata io, la compilazione l’ha fatta “mister divano”, l’inoltro ancora io, i pagamenti l’altro parente. restavano da cucire i numeri sui vestiti e anche qua ha avuto l’aiuto della sorella della parente che ha passato un pomeriggio di questa settimana a cucire etichette.

in tutto questo pesantissimo stress, insopportabile per qualunque essere umano, situazione di disagio indescrivibile, non si fa mancare mai la passeggiata serale, la tv + telefonate alle amiche la sera, due feste di compleanno de LA PRINCIPESSA (una a casa, una in stalla) e, naturalmente, gli immancabili viaggi giornalieri in cimitero. perchè, ricordiamocelo, andare in cimitero ogni giorno non pesa, andare a fare assistenza a chi è vivo -ancora per non si sa quanto- quello si, è fastidioso.

il mese prossimo apre la piscina e “non vedo l’ora di poterci tornare perchè sono ingrassata!”, che magari a smetterla di comprare dolci e schifezze la soluzione potrebbe rivelarsi assai banale.

tant’è.

e le pulizie al mare? due mesi fa, ben prima di pasqua, continuavo ad insistere affinchè si organizzasse una giornata di pulizia di fondo, complice la zona rossa/arancione che di fatto ha bruciato ogni altra possibilità di uscita o divertimento.

“oggi no, sabato no, domenica no, più avanti, adesso no, questa settimana no, no, no, no”.

due mesi fa ho capito che avrebbe chiamato LA SERVA 2 e avrebbe trovato casetta pulita senza sforzo.

oggi (due mesi dopo) gli propongo di prendermi una giornata di ferie e di andare insieme a pulire.

“no, sono piena, ho mille cose per la testa, sono esaurita, mando la serva a pulire”.

tanto basta pagare e i problemi della vita si risolvono in un istante: LA SERVA pulisce casa mentre LEI è a spasso o al cellulare, LA SERVA 2 le lustra casa al mare così può andare a fare la signorotta imparruccata in estate -senza sforzi-, una signora passava qualche ora (a pagamento) con il vedovo (mentre LEI scappava al mare di nascosto al mondo intero, perchè ancora oggi “lei non va al mare da non sa neanche quanto!”) e ora la casa di riposo, dietro compenso che dire illegale è riduttivo, gestirà il vedovo a 360 gradi fino alla tomba.

problema risolto.

a LEI restano le 3 galline che ovviamente ha già trovato un vicino di casa al quale sbolognarle. resta poi il “fastidio” della casa e delle proprietà da vendere che ovviamente l’altro parente, avido e avaro, farà liquidare nel giro di pochi secondi, poi soldi in bocca, addio, grazie.

una vita stressante.

mamma mia, quanto stress.

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