Ancora in scena

il 29 agosto saranno passati 3 anni da quando il vedovo ci ha lasciati, un anno e mezzo circa dopo la parente.

dal primo funerale è cambiato il mondo, con tensioni tra parenti visto che è venuto a mandare “il collante” che di fatto era la parente e che poi, sempre per la sua assenza, il vedovo è rimasto solo e tutto da gestire.

poi LEI ha gestito la cosa al meglio fino a scoppiare con tutti quando le cose non sono andate come voleva lei, in parte a ragione, dall’altra si sarebbero potuti ingoiare dei rospi in più e tirare avanti per tenere un minimo di rapporti.

invece è stato buttato tutto all’aria, ma alla fine è meglio così visto i comportamenti tenuti dall’altra parte che poi, alla fine, a rimetterci è stato comunque il vedovo che poteva comunque contate su una piena assistenza che poteva benissimo essere gestita almeno in due anzichè tutto sulle spalle di una persona sola, dall’altra loro che si sono ritrovate in parte a piangere sulla bara perchè “quando siamo andati a trovarlo non parlava più”.

facile, ho pensato, andare a trovare un moribondo che però per i 19 mesi precedenti è sempre stato bene ed era a casa abbandonato al suo lutto. dove era questa gente che oggi piange “perchè era messo male e non parlava più”? ha sempre parlato, è sempre stato in salute, ma non si sono semplicemente mai fatti vivi. tutto qua.

sia come sia sono passati quasi 3 anni e ieri sera ho assistito all’ennesima spettegolata telefonica di ore dove LEI per filo e per segno ha raccontato all’ennesima amica (categoria: ci sentiamo una volta al secolo) tutto, ma proprio tutto, dall’inizio alla fine, con pause studiate e parole scelte per portare l’acqua al proprio mulino.

sia come sia è andata, è andata così, è andato lui, prima ancora è andata lei. la casa è stata venduta poco dopo, svuotata ben bene dal parente che poco ha seguito la faccenda quando era tutto vivo e scomodo.

dopo tre anni ancora c’è da discutere e raccontare.

a riprova che rancore e risentimento non hanno data di scadenza.

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