Sono solo fissato (parte 2)

parla ancora di psicologo, ancora, da anni, ma per tutto questo ci sarebbe da scrivere un libro per analizzare la cosa, la questione “andare dallo psicologo” prima di andarci effettivamente.

oppure sarebbe semplicemente da andarci (io) davvero da uno psicologo per parlare della mia vita e delle mie cose, dei miei problemi e tutto il resto e poi avere un secondo psicologo dal quale andare ogni volta finita la seduta col primo per poter parlare delle spesse cose aggiungendo anche il suddetto psicologo alla storia.

tipo “è successa questa cosa e lo psicologo ha detto che…” e analizzare in tutto, essere sopra e ancora più sopra le cose, guardare le cose dall’alto e salire ancora più su a vedere me, più sotto, che guarda le cose dall’alto.

l’occhio di dio, tipo.

perchè qua è come essere una pallina dentro una ciotola: puoi andare in ogni direzione, sgommare, frenare, accelerare, muoverti piano, roteare, cambiare direzione, tornare indietro… ma alla fine torni sempre al centro della ciotola e nulla cambia, se non l’aumento dei mal di testa, del nervoso e della frustrazione.

quindi meglio restare al centro della ciotola e magari riempire la ciotola di popcorn, caldo, salato, fragrante, delizioso. non è cibo vero, ma vuoi mettere la piccola gioia di sgranocchiarlo? e la pallina? la pallina resta lì, al centro, sul fondo, coperta dal caldo popcorn ma sempre lì. ma c’è il popcorn, che tutto sommato non è cosa da poco.

viviamo in un mondo dove per ottenere 10 devi dare 1.000, dove gente con 100 concede 0,00001, dove farti dispetti e sgambetti o mettere paletti, regole e inventarsi fastidi inutili è all’ordine del giorno ogni minuto della vita.

c’è gente che ha trovato “22 unici grandi amori della vita” che si è poi sposata, mutuo, casa, figli e via discorrendo. devi finire dallo psicologo per discutere del non avere nulla di tutto ciò? è colma mia? al 50%. il resto è “colpa” degli altri. vedo cessi sposati, cosa ho io che non va? nulla. non c’è nulla. e quindi? di cosa parliamo? della parcella alla fine del mese?

con quei soldi meglio andare in vacanza, che in vacanza per almeno 7 giorni i problemi spariscono e ritrovi la gioia di vivere. lo psicologo cosa risolve? mi fa cambiare lavoro? mi fa sposare? mi suggerisce i numeri vincenti al superenalotto? magari! con 80 milioni in tasca e viaggi a non finire i problemi della mia vita diventerebbero ben altri!

l’idea dello psicologo arriva da gente che tutta un programma.

la prima cerca da sempre di standardizzare chiunque le capiti a tiro, dove la “guarigione” è traducibile in ciò che questa persone vorrebbe da te. se non ti sposi non stai bene. se non fai un mutuo c’è un problema. e via dicendo.

l’altra, quella che ultimamente spinge parecchio, esce da una relazione di anni finita col disinnamoramento di lei, mista a problemi lavorativi in buona parte reali, in parte però abbondantemente conditi dalla sua perenne insoddisfazione, dal costante lamentarsi, dal non essere mai lieta di niente, dal raggiungere obiettivi importanti ma non essere mai contenta di nulla.

devo essere così? vaffanculo: no!

molla il tipo, entra in analisi, qualche mese, dio sa solo perchè, dio sa solo cosa avrò avuto da dire. esce dalla cura qualche mese dopo, trova un cazzo nuovo, il giorno dopo riparte la convivenza.

quarto grande unico amore della vita: L’IMPIEGATO. liquidato L’INFERMIERE, liquidato il giocatore di basket che nessuno sopportava, liquidato mister gelosia, il borioso saccente a cui il pianeta non ha mai nascosto alcun mistero, nessun segreto: lui sa tutto.

andato, andato, andato. tutti scaricati da lei, la donna forte e indipendente che ha sempre trovato sottoni che giocavano a fare gli spavaldi. poi li molla, va in crisi per dio solo sa cosa, cinque minuti di analisi e poi trova un cazzo nuovo e tutto torna come prima. lei comanda, lui il sottone di turno. e non va bene niente, sempre col muso, neanche il nuovo lavoro non va bene, neanche la nuova casa.

dovrei vivere così? vaffanculo: no!

ma è lei che suggerisce di andare in analisi perchè a lei ha risolto tutto e quindi vacci anche tu. ma lei da risolvere cosa aveva? cosa ha? stronza è, stronza è sempre stata e stronza sempre rimarrà. tutto qua.

chissà se la psicologa gli ha parlato della stronzaggine, ma dubito, perchè quando paghi una persona perchè ascolti le tue lagne è normale che tu ti auto descriva come l’essere perfetto vittima di un mondo ingiusto.

ci sono stato, diverse volte e non ha mai funzionato. ma esattamente cosa doveva funzionare? magari non c’era nulla da aggiustare, semplicemente sono nato biondo e non moro. sono basso e non alto. magro e non grasso. alla palestra preferisco il divano. alla tv una passeggiata. meglio il mare, odio la montagna.

che male c’è? di cosa devo parlare? cosa devo risolvere? e se c’è qualcosa da risolvere, esattamente, cosa, come e in quanto tempo lo psicologo rivolte o aiuta a risolvere?

45 minuti a settimana a 50 euro a botta?

mi tengo i problemi, veri o presunti tali e mi tengo pure i soldi.

meglio spendere per una giornata di campeggio con gente che ti fa ridere e vivere momenti di felicità che restare seduto ad arricchire qualcuno che campa sulle paranoie di persone che nel 90% dei casi semplicemente pretende di essere ciò che non è.

e mai sarà.

“sei solo fissato”.

ma gli acuti non mi riescono più dal 2017.

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