Odio i bar

odio i bar. lo sapete? odio i bar.

i bar sono luoghi dove i denari si perdono nel nulla per cose che valgono 1 ma son pagate 10.

prima giornata di sole caldo e i bar della spiaggia hanno già aperto, con diverse coppie di over 40 e pensionati che si rilassano a metà mattina o metà pomeriggio con l’aperitivo, imbacuccati nel cappotti ma sotto il sole caldo (ma non puzzate di marcio sudando come maiali?).

mini tavolini, due seggioline, tutti attaccati perchè così hai più posti a sedere e quindi più gente da derubare.

arriva la cameriera, che solitamente è uno di questi due personaggi: la sbarbatella con la coda di cavallo, smunta, tutta vestita attillava per evidenziare culo inesistente e girovita oppure la tardona con taglio, colore e acconciatura da circo equestre, dai colori più osceni, con le collane strane o la catenella degli occhiali, con la faccia piena di rughe che ti puoi imbucare la posta, bruciata dal trucco o dalle troppo lampade, che si muove tra i tavoli con la classe di come se stesse servendo fagioli al marito dopo aver pascolato 10 ore di fabbrica.

ordini alla tipa di turno dal listino logoro, appoggiato al tavolino diametro 50 cm su sedie molto spesso pesanti e scomode.

lei zompetta al banco e passa l’ordine alla collega, quella dei drink, quella che prende sue bicchieri, mette due liquidi dentro, spruzza acqua (l’acqua è fonte di vita e di reddito: non costa nulla e occupa spazio facendo sembrare pieno di qualcosa quello che in verità è vuoto di tutto) li mette sul vassoio e fine. che faticaccia! il prezzo è davvero giustificato!

poi la tipetta prende il vassoio e torna al tavolo, lo appoggia e parte il rito della cortesia che deve giustificare il servizio. con mani ossute e dita divaricate al massimo afferra ogni cosa chiamandola per nome interrogativamente.

“uno spritz? l’altro spritz? la coca? il the?”

poi molla le patitine (mini ciotolina con 11 patatine dentro nonostante un conto da 800 euro di acqua e zucchero) e lo scatolino con le bustine di zucchero miste. a parte, a richiesta, ghiaccio e olive, tutto parte del servizio che a loro non costa nulla ma riempie il tavolo e fa scena col cliente che si trova il mini tavolino pieno (basta poco!) di ciotoline e vasetti (pieni di niente!).

e poi, in ultimo, sempre per ultimo per non essere volgari, la cosa più importante di tutte: lo scontrino! mini scontrino, spesso bagnato, appoggiato discretamente come quasi non fosse importante.

se ne va e tu bevi il drink: spritz composto da acqua e ghiaccio per aumentare i volumi e ridurre i costi (massimizzando il guadagno) o bibite. le bibite poi sono una presa per il culo atomica: alla spina costano meno della lattina. perchè? secondo me perchè se sono alla spina sono sottomarca o/e sono allungate con acqua, mentre sulla lattina il guadagno è garantito dal prezzo stesso: lattina al supermercato (con guadagno del supermercato incluso!) 50 cent, stessa lattina al bar quasi 4 euro.

poi sorseggi il drink, ridi e parli allegramente e la camerierina resta in piedi lungo la parete o all’ingresso, mani dietro la schiena, tipo un ragno che attende la prossima vittima impigliata nella ragnatela.

finito il tutto ti alzi e con la pancia piena di acqua, zucchero e aria, vai alla cassa, dove spesso devi anche attendere i comodi della scema dietro il registratore che normalmente deve finire quello che sta facendo o, peggio, di parlottare con qualcuno.

quattro colpi di dita sulla cassa, dling!, si apre il cassetto e tu devi cacciare i denari.

esci ipnotizzato dal servizio e l’allegria e ti ritrovi con 10 euro in meno di media.

cosa ho bevuto? cosa ho mangiato? niente. hai buttato nel cesso un mucchio di soldi per niente. potevi sederti al parco o su un muretto e prendere qualcosa al supermercato spendendo 4 volte di meno e bevendo e mangiando almeno il doppio.

paghi il vizio. il vizio del posto a sedere e della scemetta col vassoio che porta il calice pieno di ghiaccio per fare volume e far sembrare un litro quello che è in realtà la metà.

acqua e zucchero pagati a peso d’oro, patatine in omaggio (3 di numero) e servizio inesistente.

mai andato al bar se non strettamente necessario e anche in quel caso ci penso venti volte. meglio un supermercato o un distributore automatico, anche se spesso pure questi sono ladri.

locale dove so che le porzioni sono scarse e i bicchieri mezzi vuoti sono stati eliminati da tempo dalla mia vita, così come locali da asporto dove segnano “cartoncino” nello scontrino facendoti pagare l’imballo.

quindi passeggio in spiaggia e mi gusto lo show delle coppiette di babbei che sorseggiano acqua a 10 euro al litro al bar, seduti con le mini patatine, il mini tavolino e la scemetta bionda che passa tra i tavoli con 50.000 euro di bevande sul vassoio che al suo boss sono costate in tutto meno di 4 euro.

quanti siamo idioti noi umani.

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