Vi voglio bene

ci sono stati abbracci e ci sono state strette di mano, poi altri abbracci, sinceri, sentiti, reali.

poi mi sono voltato e sono andato in direzione dei bagni per la doccia serale, col pensiero di uscire e di fermare il pizzicorino alla gola che finiva col rompere la voce e inumidire gli occhi.

EMI e GIO finiranno la stagione il 31 agosto e ieri è stato il nostro ultimo giorno tutti insieme. loro avranno altri tre giorni in torretta, io i prossimi 5 sarà in ufficio ad arricchire gente già fin troppo ricca e poi, per rivederli, forse la prossima estate, tra tipo 9 mesi. forse.

poi ci saranno magari le occasioni divedersi in qualche città o la gita molto ipotetica al parco divertimenti, ma alla fine saranno quanti? due incontri forse, in tutto, nell’arco di nove mesi?

loro, con SEBA e DOM sono stati i miei “angeli” dell’estate, gentili, divertenti, sorridenti, che mi hanno accompagnato per tutta questa bellissima estate 2022, salvandomi un giorno dopo l’altro dai buchi lasciati da trentenni annoiati e da ventenni chiusi nei loro mondi. abbiamo riso, ci siamo confidati, abbiamo passato le ore seduti a parlare di tutto, di niente. c’è stata la soap opera di GIO con la pseudo fidanzata, una tipa superficiale, una ventenne ancora molto bambina che prima i social e poi l’amore (o quello che lei pensava fosse tale). una bimbetta che giocava ad avere il fidanzato, che era forse più alla moda averlo che coltivarlo, alla fine. di sabato la chiusura, dopo che lei ha preferito accettare l’invito del calciatore di turno per godersi una partita che neanche le interessa in tribuna d’onore. e GIO ha chiuso. troppa superficialità.

che dire? ci sono state le loro docce in piscina, a correre nudi col rischio di essere visti da direttore, ci sono state le merende con kinder e lecca lecca a ogni ora, la coca cola delle quattro del pomeriggio per arrivare sparati alla fine del turno. ci sono state collane e braccialetti presi dal marocchino in spiaggia, le colazioni con la brioches al pistacchio il cui prezzo variava a seconda della cicciona che capitava a fare il conto alla cassa.

ci sono stati i caffè da asporto, lo zucchero di canna, i loro “ma tu sei troppo gentile”, i messaggi, le cazzate, gli allarmi dati al telefono quando avvistavo possibili rompi coglioni al telefono.

ci sono state le canzoni al molo con la cassa “rubata ma non rubata, trovata ma non restituita”, le foto sceme, quella con la mia maglietta gialla che raramente indosso e dove, strano ma vero, ho una faccia abbastanza decente. una foto che porterò sempre con me, una foto dove posso dire di aver immortalato un istante di felicità, di serenità.

ne abbiamo fatte, ne abbiamo vissute, ne abbiamo passate, poche, tante, tutto e niente.

mi mancheranno tantissimo, mi mancherà l’idea di avere un pugno di persone nella mia vita che ogni giorno sono sempre dove le ho lasciate il giorno prima, disponibili, divertenti, leggere, sorridenti. mi mancheranno le colazioni, la spola da una torretta all’altra, quel sapore autentico di qualcosa di semplice come il sedersi a parlare sul muretto di cemento, del tutto e del niente.

comunque noi, comunque sereni, comunque felici.

vi voglio bene ragazzi!

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