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settembre 2020, campeggio, chiacchiere e sogni a occhi aperti.

L’AMICO DEL CAMPEGGIO lancia la sua idea/sogno: comprare un furgone, sistemarlo a camper e passare l’estate 2021 in campeggio lavorando da remoto grazie dal suo lavoro di videomaker in partita iva.

[6 mesi dopo]

marzo 2021, messaggio di questo pomeriggio: “sto cercando annunci di lavoro perchè sono fermo coi video da quasi un anno e credo che sarò costretto a chiudere tutto”.

la fine di un sogno. 35 anni. freelance ora, commesso fino a prima, si trova senza un euro da parte e coi sogni infranti.

dio solo sa a questo punto se verrà in campeggio e, se si, se, quando e quanto ci resterà e se e quante volte potrà permettersi di tornare nei weekend.

ALE CICCIO, via audio questa mattina, mi informa che per come sono messe le sue finanze ora (disoccupato da mesi senza un soldo da parte) dubita fortemente di potersi permettere le ferie.

poi si sa, è già successo: tutti poverissimi, tutti a piangere il morto, ma alla fine mai nessuno ha saltato di fare almeno una settimana di mare.

mi rendo conto che sta finendo l’era della spensieratezza e che farei davvero meglio a non fare più affidamento su nessuno per le mie estati che tanto, tra spiantati, muti e ritardatari rischio davvero di uscire di testa prima del tempo.

auguri a tutti.

Delle carriere

L’ORGANIZZATORE DI EVENTI ora vende costosissimi presepi di platica colorata (!!!), gestisce un bed&breakfast e traffica in mobili costosi e stranissimi che, credo, compra e rivende. a 30 anni suonati si definisce un imprenditore.

il business di organizzare eventi è ovviamente morto e sepolto (grazie virus!) e, deduco, idem per il B&B, ovviamente ricavato da una palazzina di famiglia che lui ha rinnovato con colori e strani oggetti, tutti -o quasi- ovviamente foraggiati non certo al 100% di tasca sua.

ora i presepi non so quanto rendano ma ha mollato il business delle catenelle per i jeans (???) che aveva lanciato sui social con una sua “collaboratrice” di londra (perchè in italia le catenelle non le sappiamo fare, ovviamente, è meglio andare a londra “per affari” a farsi i selfie nei locali).

e tutto va bene, insomma, tanto da definirsi “CEO della mia vita”.

ok.

IL MILIONARIO, senza voli aerei, viaggi e locali per ricchi, bloccato in zona rossa con l’adorata palestra che gestisce (a tempo perso) (regalata dalla mammina che fattura miliardi ogni anno con l’azienda di famiglia) si è ora gettato nel business del “personal trainer di lusso a domicilio”. da quello che ho capito è andato a vivere per conto suo in una casa regalata dalla mamma (che le fabbrica) e da lì gestisce tutto via web e si sposta -solo nei luoghi più cool- per andare a casa dei suoi clienti, dove filma ore o ore di mini video di allenamenti, guarda caso, sempre di gente bellissima, magrissima, già in forma. mai una volta che ci sia un lardone come me nei video o una rachitica deforme con le tette mosce. MAI.

bella vita versione lockdown, insomma. piove sempre sul bagnato.

L’AMMINISTRATORE DELLA PISCINA, classe 1987, che all’epoca dei miei quotidiani esaurimenti passeggiava magrissimo e sorridente a bordo vasca sbattendomi in faccia palesemente il fatto di essere pagato per ridere e chiacchierare con i clienti, ora dovrebbe essere disoccupato da circa un anno causa chiusura (definitiva?) dell’impianto.

invece su linkedin ha un CV che neanche il più corrotto dei politici italiani.

attualmente da qualche mese è “Resilience Manager” presso una azienda. giuro che ho dovuto googlare per capire che cazzo di lavoro fosse e ho scoperto essere l’ennesimo lavoro-farlocco nato/creato per indentificare uno che fondamentalmente muove l’aria con le braccia.

da 3 anni è anche “Pubblic affair Manager”, altro lavoro da muovere l’aria “curando l’immagine dell’azienda”. ok.

è “amministratore” di un centro medico (da 3 anni) e, ancora, è “vice presidente” della piscina da quasi 10.

da 16 è “docente di nuoto”.

prima ancora, per 7 mesi è stato “Senior Contract Specialist” e per 4 mesi “Program manager” e per 10 anni ha lavorato in uno studio notarile.

4 mesi da “Business Tutor”, 6 anni come “autore tv” per una importante rete a livello nazionale, più altri 4 anni sempre come autore presso altro tv sempre nazionale.

4 anni da consigliere in 4 diversi ruoli per la medesima associazione.

4 anno di “comunication” (???) per una sfiza di importantissimi brand televisivi, di elettronica, abbigliamento e molto altro.

2 anni come bloggher, poi “Consulente legale” per 4 anni + 1 anno in due studi differenti.

e 2 anni come modello per una famosissima casa di moda italiana.

ancora: da 4 anni è consigliere di non ho manco capito bene cosa (classico ente nato dal nulla che non fa nulla) e sempre da 4 anni è “Strategic Partnership Manager”. in più da 1 anno è “consigliere della federazione nuoto de sto cazzo”.

manca nel CV il tentativo -fallito- di entrare in politica candidandosi -ovviamente- con uno dei più forti partiti italiani (dell’epoca).

a 34 anni vanta un CV di fuffa che neanche 16 manager ai tempi d’oro dell’economia italiana.

Dei soldi che fanno soldi

tra il 2005 e il 2012 abbiamo (hanno) aperto la bellezza di 4 sedi estere, “sedi” per modo di dire dato che sono più che altro dei piccoli magazzini o delle semplici agenzie che, tutto sommato, ad oggi, non hanno mai reso poi così tanto.

ma basta esserci, no?

nel 2015 hanno ampliato uno degli stabilimenti italiano e nel 2019 ne hanno inaugurato uno nuovo.

la settimana scorsa settimana sono iniziati i lavori dell’ennesimo nuovo stabilimento e, di punto in bianco, oggi, hanno annunciato al mondo di aver assorbito una importante (?) azienda del nostro settore.

stabilimento in culo ai lupi, una sessantina di dipendenti.

grandi, sempre più grandi. ricchi, sempre più ricchi.

aiutano l’africa, aiutano i disabili, finanziano cooperative, foraggiano l’ospedale e sono presidenti, vice presidenti, consiglieri o, almeno, vice re praticamente di una dozzina di enti diversi.

lui sale sui palchi col microfono in mano e la voce rotta dall’emozione che sono 80 milioni di fatturato riescono a procurare. lei gira per gli uffici vestita da boutique che dio solo sa come riesca a procurarsi simili costosi stracci che non le donano per niente, coi capelli crespi e malfatti praticamente da una vita e sempre con qualcosa da sbandierare (di materiale), dalle scarpe di gucci alla scrivania in acciaio e vetro del suo studio da 2.000 euro o giù di lì.

case, ville, auto, viaggi da sogno, iphone ultimo modello comprato in pausa caffè con un click senza neanche aver controllato il costo.

che importa?

poi assisto alle scene miserevoli di colleghi che discutono animatamente sui successi aziendali, come se fossero i loro, come se non avessero lo stipendio da 1.000 euro al mese che tutti sanno non avrà mai nessun aumento, per politica aziendale.

nasci con 1.000 euro e muori con 1.000 euro, salvo miracoli o salti da canguri, ma auguri a trovare l’occasione.

e così resto lì, dietro la mia scrivania, con i miei pochi spicci al mese e spese in costante aumento a domandami, a 6-7 anni di distanza, che fine avranno fatto i 500 euro rubati al premio di produzione quando l’impero, per un solo anno, ha registrato una leggera flessione.

3 anni consecutivi con fatturati da podio (e da paura), il top del top di quasi 80 anni di attività, investimenti a non finire, beneficenza ai bisognosi (che però non passano 160 ore al mese a fare gli schiavi sottopagati lì dentro) e poi, alla fine, t’inculano 500 euro e, nonostante tutto, fatturati incassati e anni passati sempre in positivo, ancora oggi non hanno mai avuto l’accortezza di rimborsare.

e quindi niente, per quanto mi riguarda possono pure aprire altre 900 sedi, sfondare il miliardo di fatturato e tutto il meglio che ne consegue, tanto io non ci rido e non ci piango.

sempre quelli sono i soldi che prendo, alla fine.

Degli addii

la parente de IL MIGLIORE AMICO è morta un paio di giorni fa. credo avesse fatto una caduta, se non sbaglio, poi il ricovero, ha pippato un po’, poi è andata in meglio, un pochino, poi giù, giù, giù.

di colpo, ma neanche tanto, ma neanche comunque cosa così prevedibile nell’immediato, se n’è andata.

fine.

lui distrutto, ovviamente, io che non so che altro dire oltre alle solite cose, fermo poi nel mio solito pensiero “bislacco” secondo il quale “dato che io ai funerali dei miei cari sono sopravvissuto, puoi farlo anche tu senza andare a fare tante tragedie!”.

cattivo, si, lo ammetto e so non essere giusto neanche pensare certe cose, però mi vengono così.

lo sapeva come sarebbe finita così come lo sapevo pure io con la mia parente, un anno fa, così come sapevo come sarebbe finita col mio amatissimo cane, passato da 60 a 20 kg in pochi mesi.

vorremmo che parenti, amici e amori durassero in eterno e invece, poi, all’improvviso, crolla tutto, tutto addosso a noi, che siamo qui, a bocca aperta e occhi pieni di lacrime a pensare al passato, a quando tutto sembrava bellissimo, a quando tutto sembrava eterno.

l’illusoria felicità della nostra esistenza.