Delle necessarie condizioni

LEI vuole andare in vacanza.

“sono due anni che non mi muovo! […] voglio fare qualche giorno al mare anche io!”

sacrosanto diritto, si potrebbe pensare. peccato che il sottoscritto abbia già visto bruciarsi ben 5 viaggi (ovvero 5 estati che mai più torneranno), inutilmente, 4 per causa delle sue panzane mentali (di cui 1 perla parente morente che non stava ancora morendo) e 1 a causa virus. poi, quest’anno, i viaggi persi a causa del virus saranno 2. per dire.

ora “voglio andare in vacanza!”, ovvero il sequel di natale 2019 quando “questo natale avrei voluto andare a fare un viaggio!” giusto quando la parente era a un passo dalla morte e dopo aver rifiutato rabbiosamente ogni proposta passata di fare qualche viaggio a natale.
soldi, salute, tempo, opportunità: se manca una sola di queste cose in vacanza non va nessuno, mantra che ripeto da che ho memoria, ritornello che, fatti alla mano, conta solo nella mia testa a quanto pare.

abbiamo perso le ferie per colpa de LA PRINCIPESSA almeno un paio di volte, tutto per futili motivi, cose assurde, vacanze che, alla peggio, si sarebbero potute poi recuperare a natale. e invece no.

anni fa per un compleanno ha avuto il coraggio di regalarmi una valigia nuova, l’abbiamo usata si e no un paio di volte, la prima l’anno successivo perchè quell’anno -se ben ricordo era proprio l’anno del regalo- siamo rimasti a casa perchè 1) ci sono i ladri, 2) il cane non vuole andare una settimana da LA PRINCIPESSA, 3) possono venire i tornado che distruggono la casa, e altre varie ed eventuali.

11 mesi di “portiamo il cane dalla principessa per farlo abituare” sono caduti nel vuoto e l’agosto successivo eravamo punto e a capo con le solite scuse, a questo punto proprio “del cazzo”.

in fatto di viaggi e vacanze LEI ha sempre rovinato tutto, da sempre, sempre e costantemente: sempre col muso duro, sempre col ringhio in bocca, denti stridenti, pugni stretti. ogni volta una scusa per far saltare tutto o, in caso di partenza, sempre con l’ansia e la negatività, specie nelle operazioni di partenza e arrivo, andata e ritorno.

ora c’è un virus mondiale e il vedovo che per ovvie ragioni non può essere abbandonato. LEI ha “litigato” (anche senza virgolette, a dire la verità) con chi invece “avrebbe dovuto aiutare/aiutarla” (anche qui, stendiamo un velo pietoso) e ad oggi mi pare dunque abbastanza prematuro, per non dire stupido, mettersi a pestare i piedi e fare i capricci da bambina ritardata che “ma uffa! io voglio andare in vacanza!”.

le vacanze bella mia si sarebbero dovute fare quando soldi, salute, tempo e opportunità erano a portata di mano.

ora manca qualcosa, in primis tempo e opportunità.

il karma torna sempre, ricordatelo.

Vita dolce vita

prosegue serena la vita di LEI, fatta di fughe al mare in orario d’ufficio nel pieno anonimato, tutto appositamente studiato per far si che chiunque stia bevendo la sua frottola della “donna incatenata h24 alla gestione del vedovo” sia avvalorata e credibile il quanto più possibile.

ora non vuole più andare al mare “per colpa del tempo e delle restrizioni”, ovviamente tutte bugie che nascondono una più banale motivazione: non vuole andare al mare e trovare tutto chiuso, inclusi i ristoranti, perchè altrimenti dovrebbe cucinare a poi lavare i piatti e lei invece quando va al mare vuol fare la vita da gran signora, servita e

tutto qua.

intanto la farmacia è stata in consegna coi medicinali per il vedovo e a casa, indovina un po’, non c’era nessuno a ricevere il pacco. così ancora un volta il sottoscritto si è trovato con dodicimila telefonate perse sul cellulare da un numero di milano che poi ho scoperto essere appunto il corriere che cercava di fissare, con me, un nuovo appuntamento (presumo) per consegnare il pacco a qualcuno che non si arrende neanche per un secondo a voler restare a casa, indipendentemente dal colore della zona.

mi sono anche fermato a pensare che alla fine 400 euro di multa a testa non sarebbero mai malaccio se questo è il prezzo da pagare per tenerli tutti a casa, definitivamente. soluzione un po’ costosa, ma se uno non vuole capire come si fa a stare al mondo (in questo caso a come si fa a restare a casa) non vedo alternative.

che poi LEI, dopo decenni di esperienza e consolidata routine, ancora oggi si mette a cucinare mille piatti diversi per altrettante persone in contemporanea, finendo poi con l’inscenare puntualmente il teatrino della “donna che non riesce a star dietro a tutto” quando nessuno mai le ha vietato di cucinare “a scaglioni” per non fondere il cervellino che ha dentro la testolina santa.

insomma: è meglio passare per quella forzatamente esaurita e sovraccarica di lavoro piuttosto che -banalmente- organizzarsi e fare tutto con calma. poi si sà. se l’andazzo è quello del “tutto subito così poi sono libera di cazzaggiare le restanti 23 ore della giornata” quello è un discorso diverso.

nulla di nuovo sotto il sole.

Del mare d’inverno

vorrei essere al mare a passeggio sulla spiaggia, rifare tutta la costa come due settimane fa quando in 4 ore ho percorso circa 20 km.

respirare aria buona, sentire il sole in faccia, il rumore delle onde a due passi da me, la luce piena della giornata che tutto illumina, l’arietta fresca pregna dell’odore del mare, della sabbia, dei pini marittimi.

sono arrivato ad amare il mare d’inverno (o semplicemente il mare fuori stagione) tanto quanto il mare in estate. il silenzio contro il caos di turisti, la perfetta solitudine contro il marasma di voci e colori, il limpido mare gelido contro il torbido refrigerio di quando le temperature diventano insopportabili.

bello, bellissimo, in entrambi in modi, due modi in uno, non saprei avere un preferenza, tanto che dopotutto non è così scontato vinca l’estate solo per il sole e la compagnia.

il mare d’inverno è magico, speciale, per chi come me sa coglierne l’appagante desolazione, il decadimento di un luogo improvvisamente privato della movida estiva, dove tutto si deteriora naturalmente e il vento e il tempo smuovono e opacizzano tutto l’ambiente.

anche questo inverno ho fatto km e km a piedi, tra argini e coste, centro città e salti oltre il muro di cinta, viaggiando con la mente dentro i ricordi recenti e lontanissimi di momenti semplicissimi, dove tutto fila liscio, dove non ci sono nemici e spioni, rogne e stronzate da sbrogliare ogni giorno per due euro al mese.

è la vita, pura e semplice, una strada dritta, monotona ma mai banale, che sorprende per i mille dettagli che, a farci attenzione, non si può non notare.

il mare d’inverno non mi basta mai.