L’importanza del capo

lo stronzo sarà assente anche domani, terzo giorno di assenza dopo lunedì e martedì e la mezza giornata dal medico di mercoledì. il resto del tempo lo ha passato ridendo e chiacchierando, mani in tasca, con chiunque gli capitasse a tiro, ricordandosi di quando in quando di qualche lavoretto prontamente sbolognato al pivellino che “deve imparare a fare il capo quando lui non sarà più con noi”.

il preavviso più felice della storia: cazzo in mano per 10 anni e gli ultimi 60 giorni sono praticamente un paradiso in terra.

ci sono persone a cui certe cose vanno sempre, solo e perennemente, inspiegabilmente bene.

vabbè.

Di calcoli e cani

30 minuti al telefono ieri sera con SPALLE, bagnino estate 2019, altrove nel 2020, tetraplegico dal 2021 a causa di un brutto incidente.

nonostante le giornate ovviamente vuote il tempo (suo) di chiamare non c’è mai quindi chiamo io.

l’operazione alla mano è ancora da fissare e nel frattempo deve subire un piccolo intervento per un grosso calcolo che è risultato fermo in vescica.

nel mentre il maremmano di casa lo ha aggredito al volto e al collo e il risultato sono stati più di 30 punti e l’ovvia conseguenza che il cane ora dovrà sparire da casa. auguri a trovare padrone a cane che pesa un quintale e dal carattere non facile. avesse aggredito me, già sfigato ad essere costretto a letto o in carrozzina, sarebbe già stato fatto sopprimere da qualche compiacente veterinario.

ad ogni modo a sentire l’umore con il quale affronta tutto questo c’è davvero da fermarsi a riflettere su quanto, sempre, io mi lamenti della mia vita e di tutte le banali cazzate che la caratterizzino.

lo ammiro moltissimo.

Sedie calde

settimana strana. due giorni volati, altri due con l’orologio fermo, niente da fare, niente voglio fare. a casa mangio e dormo, non c’è altro. uscire non mi va, esco solo con IL PELOSO, l’unico che esce, a parlare, anzi, a sentirlo parlare di stronzate noiose, noiose al punto che gli ultimi due incontri sono stati monologhi (suoi) col sottoscritto che gli sbadigliava in faccia e chiudeva gli occhi. ma lui imperterrito proseguiva coi suoi sproloqui e non c’era modo di fermarlo o cambiare discorso.

le ultime due notti sono state con il sonno di piombo, tanto che il risveglio del mattino è paragonabile a una fucilata in piena faccia. tempo uggioso, si sta meglio sotto le coperte a dormire profondamente con un naturale risveglio non prima delle dieci.

c’è ancora domani da affrontare, poi sarà weekend, con tempo buono per sabato e pioggia domenica, con la doppia festa di compleanno (solo aperitivo per il sottoscritto) domenica sera e il lunedì non ci sarà l’ufficio ma la visita medica al mattino e poi, lontano da casa, tutto da decidere, dividendomi tra le opzioni di centri commerciali, mezza giornata di mare o passare per ikea.

poi martedì lo stronzetto sarà ancora assente e con questo saranno altri due giorni in meno a pesare anche sulla prossima settimana.

come sempre fino a natale il tempo più o meno vola, il problema resta poi quando la befana vola via e lascia altri quattro mesi di nulla prima che riaprano i cancelli facendo tornare a dare un senso ai fine settimana altrimenti quasi inutili.

intanto seduto qui, scaldo la sedia e guardo sospirando il muro che copre l’intera finestra.

Dei luoghi del cuore

non entro a casa della parente esattamente da un anno, cioè da quando i vicini l’hanno comprata e affittata a quelli che mi hanno riferito essere una famiglia di africani.

12 mesi passati in un soffio senza aver mai messo piede in quelle stanze, stanze che mi vedevano passare almeno due o tre volte la settimana da sempre.

tutto finito.

è finita la visita alla vecchia cucina, fine delle chiacchierate davanti alla stufa, illuminati dal fuoco a luci spente, a parlare di tutto ma di niente, incuranti che tutto quel rituale avrebbe avuto comunque una fine.

chi lo avrebbe mai pensato?

ripenso ad agosto 2013, al ponte della nave che si allontanava dalla parete rocciosa a strapiombo di santorini illuminata dal sole al tramonto che faceva risplendere le pareti bianche con sfumature dell’oro.

ripenso alla mia piccola piazzola, al camper, alla notte in campeggio, la prima dopo 20 anni esatti dall’addio a tenda e roulotte, quando le fannullone di casa promettevano cambiamenti e viaggi alla scoperta del mondo per poi però finire col creare problemi del cazzo, inutili, estate dopo estate.

tanto sarebbe valso aver tenuto la tradizione di almeno una settimana di campeggio l’anno più un eventuale viaggio facoltativo fuori italia, così da avere almeno una settimana di vacanza certa, prenotata in anticipo, da attendere fremente per tutto l’inverno.

sono tutti i luoghi del cuore, luoghi perduti per sempre o troppo lontani per essere facilmente raggiungibili o che richiedono possibilità che non ho o difficilmente avrò o, semplicemente, sono luoghi stagionali accessibili solo per pochi mesi l’anno.

ma sono comunque (o sono comunque stati) luoghi dove sono passato, dove ho vissuto, dove ho creato bellissimi ricordi.

e poco importa tutto il resto, come è andata o come non è andata.

un ricordo è davvero per sempre.