primi freddi (14°C non può essere definito freddo) e in ufficio torna il gioco “on off”: accenti il calorifero, chiudi la finestra.
torniamo punto e accapo: otto macchinari che macinano da mattina a sera (pc, monitor, stampate, ecc.) e otto persone che ruttano, sudano e scoreggiano. poi quando chi entra da fuori ci fa notare che l’aria è pregna del tanfo da cadavere allora si spalanca tutto, facendo passare la temperatura della stanza da 300°C a 11°C.
così è più salutare.
la mia idea -annuale- di tenere le finestre a filo di 1 cm in modo da far cambiare l’aria senza inficiare la temperatura è ostica ad essere compresa.
ma se invece che in felpa e abiti adeguati si viene in ufficio coi veli estivi e il pullover con camicina da impiegatino ritardato, allora non andiamo da nessuna parte.
e mi suggeriscono di mettermi in maniche corte “se hai così caldo”. coglioni. non è il caldo il problema, ma la puzza di merda e l’aria soffocante.
prossimo lavoro: ufficio per i cazzi miei e zero colleghi.
[inserire bestemmia qua]