“IL PORCO ha debiti per undicimila milioni”.
la guardo come si guarderebbe un ritardato mentale nel cercare di trovare le parole giuste per rispondere senza cadere in volgari e ovvie offese dettate dall’evidenza della cazzata che ha appena cagato dalla bocca.
“saranno 11 milioni, magari”
faccia assente.
“ma tu lo sai quanti sono 11 milioni?”
sorride impacciata.
no, non lo sa.
“tu lo sai che mediamente un operaio guadagna 18.000 euro l’anno?”
scena muta.
ma d’altra parte cosa posso aspettarmi da una che compra sgabuzzini a 12.000 euro e passa la vita tra piscine e cellulari mentre una serva pagata a ore le pulisce la casa mentre lei prepara le valigie per una due giorni di mare in orario d’ufficio?
passa la vita a spalmare marmellata sui biscotti al mattino, sospirando. la preoccupazione quotidiana è correre a controllare il cellulare a ogni minimo suono emesso e a mettere sul fuoco 10 pentole diverse, in simultane, pur potendo farlo una per volta, per poi lamentarsi e dare di matto “perchè deve fare tutto lei, tutto su di lei, povera lei, sfortunata lei”.
undicimila milioni di debito. non sa neanche cosa sia un milione di euro e parla di 11mila milioni come se qualcuno fosse in arretrato di due rate del mutuo.
e io per vivere devo lavorare e sopportare gente che non tollero più, senza vie di fuga, condannato per l’eternità a scaldare una sedia controllato da uno stronzo che non fa/sa fare niente e comanda a tutti le sue stronzate.
ma esiste un cazzo di dio lassù?
posso vincerli io undicimila milioni di euro?
e io per vivere devo lavorare e sopportare gente che non tollero più, senza vie di fuga, condannato per l’eternità a scaldare una sedia controllato da uno stronzo che non fa/sa fare niente e comanda a tutti le sue stronzate.
ma esiste un cazzo di dio lassù?
posso vincerli io undicimila milioni di euro?