La storia di F.

sabato arrivo al mare e chiamo M., storica amica del campeggio. volevo solo salutare e sapere se c’era qualche novità riguardo a F., sua cugina nonchè mia storica amica del campeggio.

i “cinque minuti” diventano 90 e ne esce un quadro più completo del personaggio in questione: F.

fidanzata a 17 anni, sposata a 20 circa, il sottoscritto sotto shock per la notizia per chi, all’epoca, pensavo si stesse rovinando la vita.

avrei dovuto fare il sensitivo: un disastro.

90 minuti dove escono diverse cosette a me sconosciute che permettono oggi di tracciare un profilo più preciso di F. e il modus operandi che ha da sempre contraddistinto la sua vita.

  • fidanzata a 16, sposata a 20
  • si è sposata “perchè lui aveva la casa e lei voleva uscire dalla sua perchè coi genitori non andava d’accordo in quel periodo”
  • lui non era con lei così come si presentava con gli altri (in negativo) e pare la “usasse” per far si che i suoi (di lei) pagassero spese e comprassero cose “utili”.
  • casa con due bagni, 5.000 euro per completare il secondo bagno lasciato al grezzo, tutto pagato dai suoi di lei.
  • tapis roulant e cyclette in soffitta, pare pagati sempre dai suoi.
  • il bimbo era sempre malato, quindi stufa nuova, pagata dai suoi.
  • in auto non ci stanno due seggiolini, quindi auto nuova, pagata in tutto o in parte con 12.000 euro messi dai suoi (sempre di lei) che pare siano stati gli ultimi soldi in conto corrente.
  • il bar lo ha aperto “dopo aver fatto un corso” confidando a M. che “come lei sa è sempre stato il suo più grande sogno!”. M. mi ha confessato di non averle mai sentito parlare di bar o di sogni e che tutto è caduto dal cielo. correva l’anno 2014 e ha aperto di lì a poco.
  • matrimonio in crisi con tanto di supporto psicologico di coppia, fallito, quindi l’addio, quindi la terapia ma solo per lei.
  • nel nostro campeggio, all’epoca, non è più venuta nonostante fosse tutto pagato “perchè voleva dimostrare ai suoi (di lei) che lei poteva farcela da sola” (cosa smentita poi nel corso degli anni visti i continui esborsi di soldi per ogni cosa le servisse).
  • per aprire il bar ha rovinato la vita a tutti: i genitori, oltre ad avere messo la casa come garanzia, hanno fatto la vitaccia tra turni al bar dopo il lavoro ufficiale (padre) e corse in auto di 40 minuti per recuperarle i figli (cioè i nipoti, madre). e la sorella nominata forzatamente socia, suo malgrado, che ovviamente del bar si è sempre disinteressata ma a sentir parlare lei (F.) sembrava fosse una cosa da “fannullona”. e invece…
  • i genitori di lui non hanno mai aperto il portafoglio e sono sempre rimasti in silenzio o assenti, chiaramente perchè gli conveniva che fossero altri (i genitori di lei) a pagare e occuparsi di tutto. figlio sposato e sistemato a zero spese! chi non lo vorrebbe?
  • e i figli? i figli sono stati entrambi voluti, pare più da lui che da lei, con tanto di un natale dove, parlando in famiglia di regali, lui se n’è uscito con “F. lo sa cosa voglio per natale…”. ovviamente voleva un figlio.
  • il primo figlio fin dalla nascita era sempre malato, dentro e fuori dal pronto soccorso spesso ma invece di fermarsi a lui ha ben pensato di farne un secondo, sempre voluto, sempre desiderato, subito dopo, senza neanche aspettare per vedere l’evoluzione della situazione.
  • tra il matrimonio e il primo figlio il suo grande sogno era fare le unghie, quindi paparino ha comprato tutto l’occorrente “incluso il coso che serve per asciugare le unghie”. rimasta incinta l’odore dei prodotti le dava la nausea quindi non ha più usato nulla e dopo il parto le priorità erano altre, priorità che poi non hanno più fatto riprendere in mano la questione “unghie”.
  • sempre in bolletta, sempre in difficoltà economiche, non paga di tutto ha aperto un bar senza avere esperienza, con due figli piccoli e un matrimonio traballate. debiti, investimenti, il colpo di grazia.
  • “i suoi l’hanno sempre assecondata” perchè “aveva iniziato a fare discorsi strani” e “per non far capitare cose brutte, allora…”. tipo una drogata che si ammazza se non gli dai i soldi per la droga? vabbè…
  • ha dato della troia dal telefono alla cugina quando anni fa lei postò la foto di un piatto al ristorante. ha detto “guarda te questa troia che mangia fuori e io non arrivo alla fine del mese”. ottimo.

nel complesso una persona fragile che ha trovato genitori inetti che si sono sempre piegati a darle ogni cosa lei volesse, sotto il ricatto di un suicidio che però alla fine, non ha pagato.

una vita vissuta con 5 anni di anticipo su ogni cosa, senza alcuna esperienza, senza mai aver provato qualcosa prima di decidere se quella cosa andasse bene o meno.

fidanzata-bambina, sposa frettolosa, madre incosciente, imprenditrice improvvisata col sogno di versare tazze di caffè a clienti sorridenti, senza nessuna base di bilanci, fatturati e via dicendo.

una viziatella che ha tentato la scalata delle vita in ogni campo, personale, sociale, famigliare, imprenditoriale, collezionando solo fallimenti, sostenuta da sprovveduti che hanno dilapidato una fortuna in cambio di niente, solo per tenere in piedi una persona che dopo aver creato a tutti montagne di debiti e di fastidi ne avrebbe creati altri e poi altri ancora, all’infinito.

l’errore è stato fidanzarsi a 17 anni. tutto qua. quello è stato il momento che ha segnato la sua vita in direzione di fallimenti e disastri. avrebbe dovuto continuare a giocare alla 17enne, uscire con gli amici, ridere, fare cazzate di poco conto, conoscere gente, crearsi una solidità mentale che le è sempre mancata. e lo spirito materno non risolve tutto, risolve solo la questione figli che però a loro volta sono un peso, un sacrificio, un impegno, un costo. a vita. eterno.

a 17 anni avrebbe dovuto sfanculare il ciccione, non lo avrebbe sposato, avrebbe studiato, poi magari avrebbe fatto altro ancora, avrebbe lavorato, messo da parte i soldi e sarebbe andata via di casa pagandosi tutto, conscia di essere sola, di avere dei pagamenti mensili, delle spese, delle cose da gestire. fatto questo avrebbe dovuto pensare all’uccello, a trovarne uno, a piccoli passi, quelli giusti, magari un giorno avrebbe detto “si”, ci si sarebbe goduti la vita di coppia per anni, poi forse, con testa, nel caso, un figlio, uno, non due di fila: uno. e poi si vedrà: costi, tempi, impegno, desideri, idee, progetti.

la vita vera, senza idee di suicidio se papino non paga quello che ti serve.

dice M.: “ha avuto tutto dalla vita, non era ricca, ma non le è mai mancato nulla, ha sempre avuto tutto quello che voleva ma non si è mai resa conto di niente, era sempre insoddisfatta, sempre”.

analisi perfetta.

ha voluto tutto e tutto ha avuto, peccato che di quel tutto sia sempre stata tutta e solo la parte peggiore.

e figli magari possono essere visti come un traguardo, certo.

due fiori che spuntano tra le macerie di un inverno nucleare.

buona vita F. e anche se hai sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare ti faccio i migliori auguri.

per tutto.

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