i futuri paventati cambiamenti in ufficio hanno già fatto esplodere supposizioni e polemiche assortite scatenando chiacchiere e dicerie su chi potrebbe fare cosa o, peggio, fomentando dubbi e perplessità su argomenti dei quali mi è parso di capire neanche chi un giorno scatenerà “l’inferno” sa bene oggi di ciò che vuole. o di cosa sta parlando.
chiacchiere del direttore, accenni, briciole, parole al vento, poi cosa ci sarà da fare o cosa capiterà non lo sa nessuno, lui in primis, per quello che ho potuto capire.
i soliti cervelli coglioni che macinano parole inutili per giustificare lo stipendio e la turba di schiavi inferiori, ignoranti e sottomessi, che vanno in pre-allarme a ogni minimo suono di scoreggia.
la gabbia dei matti.
o la fiera del ridicolo.
come preferite.
poi immagino non cambierà nulla, perchè no, perchè non c’è tempo, perchè non c’è l’occasione giusta, perchè il mercato adesso è cambiato di colpo, perchè ci devono pensare meglio, perchè chi paga non vuole pagare, perchè chi deve decidere non ha dato risposte e non c’è accenno di una data per averne.
grandi progetti del cazzo che si affondano da soli nel mare del quieto vivere, del fatturato in aumento per cause naturali e via discorrendo.
inutile agitarsi, in ogni coso, perchè se non sai non sai, se sai comunque subisci. oppure prendi la borsa, saluti tutti e infili la porta, per ritrovarti poi su una nave diversa dove tutto è una incognita meno la certezza di trovarti ogni giorno davanti a quattro nuovi dementi, con le loro idee, i loro tempi, le loro cose.
pensate all’estate va, che la vita è una sola.