ho portato a casa una scatolina con qualche oggetto in ricordo della parente e del vedovo.
avrei voluto portare a casa molto di più ma non è possibile infilare tre case dentro una casa per altro già piena di tutto. e comunque un luogo è un luogo e a smontare tutto portandolo altrove non sarebbe più quel luogo ma il fantasma di se stesso.
LEI ha dato di matto per una scatola di oggetti. poi però lei ha portato a casa nostra un armadio a 6 ante e credo siamo arrivati a 6 sacchi di roba tessile, dai cuscini agli asciugamani, una legnaia unta (che non ci serve) e una macchina da cucire con annesso mobile e almeno quattro altri ingombri per il cucito, tra scatole e cestini.
tornando al lavoro, uscendo dal garage ho notato l’ultima novità: la lampada in ferro battuto appesa all’esterno della porta d’ingresso.
ora: con la tragedia greca che ha piantato nei confronti del sottoscritto per due quadretti e due soprammobili, cosa dovrei dire io, adesso, che ho le stanze piene di scatoloni e mobili che non servono a nulla?
ma non era appunto proprio LEI che tuonava contro di me chiedendomi “di quanti ricordi hai ancora bisogno?”.
ecco qua.