Dei discorsi di fine anno

cari amici,

anche quest’anno volge al termine. è stato un anno difficile per tutti, soprattutto per quello per cui l’anno è stato un anno come tanti ma hanno comunque sentito il bisogno di scrivere boiate sui social o andare in tv a lamentarsi della qualunque.

è stato l’anno di due grandi funerali per il sottoscritto, un anno iniziato malissimo fin da subito, seguito da ritorsioni lavorative inutili e proseguito poi con una breve quanto mediocre estate (ma pur sempre estate) vissuta quanto, quando e alla meglio che ho potuto. pur tuttavia speravo in meglio, ma questa è la vita.

è stato l’anno delle idiozie alla tv, dove ogni cane laureato in qualcosa di vagamente attinente alla medicina si è sentito in dovere di proferir opinioni (a pagamento) nelle varie trasmissioni, con la battaglia tra virologi -o presunti tale- che cambiavano idea a ogni cambio di canale.

ad oggi del virus non si sa nulla. si tramette con lo sputo ma si appiccica ovunque e dura non si sa quanto, chi dice ore, chi minuti, chi settimane. nel dubbio abbiamo riempito le discariche di mascherine e bottigliette di gel igienizzante, pur non sapendo neanche che tipo andava comprato e come si doveva utilizzare. l’usa e getta a 50 cent al giorno dubito fortemente sia stata la religione della maggioranza, costretta o volutamente consapevole a riciclare le medesime cosa da “una tantum” per giorni se non settimane.

è stato l’anno delle spie alla finestra che urlavano e chiamavano la polizia se passavi sotto casa, da solo, col cane, perchè eri l’untore che portavi la peste e sterminavi il mondo. è stato l’anno dove il 90% degli italiani si è ricordato di possedere un cane e di amare gli sport all’aria aperta, in contraddizione con gli scaffati vuoti dei reparti lieviti e farine. tutti sportivi, animalisti e pasticceri a ogni nuovo decreto.

è stato l’anno della paura a marzo, delle feste di ferragosto che, non so come, sono state responsabili dei contagi di novembre (3 mesi dopo, con una incubazione dichiarata da sempre di 5 giorni) e delle restrizioni “per contenere la seconda ondata ed evitarne una terza”, bugia nella bugia da parte di chi cerca di fermare la marea con le mani. è arrivata la seconda ondata e ne arriverà una terza, con o senza mascherina, con o senza lockdown.

è stato l’anno dove “bisogna salvare la salute delle persone” ma le restrizioni successive hanno bloccato tutto fuorchè le fabbrichette, coi piccoli imprenditori che urlavano alla tv “fateci lavorare” ma chi me lo assicura che poi non erano quelli che bestemmiavano sui social a natale perchè non potevano andare a trovare i parenti lontani.

è stato l’anno di miliardi buttati nel cesso per banchi a rotelle, gel, plexiglas e mascherine, tutta roba inutile che a nulla è servito dato che, dati alla mano, se non erro, le curve sono sempre salite e scese come natura ha voluto.

è stato l’anno dei vicini che denunciano i ragazzi che fanno festa in appartamento, tanto 5.000 euro di multa poi mica li pagano loro, poi. ma è stato anche l’anno dell’imbarazzante immagine di plotoni di poliziotti in spiaggia che con droni e moto andavano a multare il poveretto steso sull’asciugamano in una spiaggia deserta nel raggio di km.

l’untore da punire, un pericolo delinquente che andrebbe lapidato e arso sulla pubblica piazza. ma meglio di no, meglio tenere le distanze.

è stato l’anno degli arcobaleni, de #andràtuttobene, delle canzoni sui balconi, a marzo, tutto scomparso poi 6 mesi dopo quando canzoncine e arcobaleni non facevano ridere e allietare più nessuno.

ora ci sono gli abbracci nella cabine di vetro con guanti appesi al muro e i pronto soccorso che ti attaccano il telefono in faccia “perchè il suo non è un caso urgente”.

è stato l’anno delle “battaglie tra i poveri”, gente frustrata dalla vita di tutti i giorni che si sfoga sui social e poi fa figuracce in tv perchè non sanno portare avanti di persone le loro idee e ne escono di quelle boiate che dio ci salvi.

è stato l’anno dove la messa di natale era la priorità, dove al ristorante ci si può sputare in bocca da seduti ma se vai a pisciare devi mettere lo scafandro o sei un delinquente. è stato l’anno dei montanari che urlano in tv perchè devono lavorare, perchè non è giusto che al mare (caldo = zero influenze) ci si è potuti andare mentre loro (freddo = influenze 100%) sono bistrattati. ma fai capire ai cari imprenditori dallo skypass da 100-200+ euro che loro hanno percorsi fissi obbligati mentre in spiaggia uno va dove gli pare.

tant’è. chiudiamo tutto, tanto poi ci sono i ristori, che ovviamente, se arrivano, non bastano, perchè l’imprenditore medio vuole un fatturato garantito, magari anche un segno “+” già che ci siamo, no? è dovuto.

è stato l’anno dove la sanità si è riscoperta fragile dopo decenni di tagli al bilancio, dove medici e infermieri sono diventati i nuovi eroi e dove tanti giovanissimi laureati sono stati assunti e adesso auguri a sapere dove finiranno quando i contratti da eroi precari saranno arrivati alla fine.

nel 2020 gli imprenditori hanno capito di “voler fatturare lavorare!” ma poi se mamma o nonna di 80 anni di ammala guai a lasciarla morire. OLD LIFE MATTER, no? ed è giusto, per carità, giustissimo. l’italia ha investito tutto sulle persone fragili, sulla gente purtroppo carente dal punto di vista della salute, che ora ha portato a un tasso di mortalità del 3% nella stragrande maggioranza di persone già in condizioni di salute precarie.

ma non diciamolo, ogni vita è preziosa, ogni vita ha un valore inestimabile. un po’ come il nostro futuro e quello dei nostri nipoti che si troveranno a pagare i debiti che abbiamo fatto e faremo in aggiunta a tutti quelli, già abnormi, che avevano in passato. e certi diritti poi restano comunque intoccabili, i “diritti acquisiti”, quelli che manco gesù cristo in persona potrebbe levare.

è stato l’anno dell’unità politica in italia, dove bho, chi c’ha capito qualcosa è bravo. è stato l’anno degli annunci in tv, di presidenti a vari livelli, nazionali e regionali, in tv loro più delle annunciatrici del tg, social a gogo e argomenti in loop, sempre gli stessi, che mai -credo- hanno trovato concretezza ad oggi.

parlano di ristori, adesso, e di “aiuti” a marzo, con sparate di miliardi di euro a ogni lucina di telecamera, mille volte al giorno, fiumi di soldini che non so se qualcuno ha mai visto.

ma ora ci sono i regali, l’estate è lontana, i morti sono solo un numero alla fine, la vita va avanti e serve un contabile per capire come muoversi tra i giorni arcobaleno imposti dal governo con le millemila regole e regolette.

poi al tg hanno spiegato come aggirare i problemi, ma questa è una storia diversa.

l’italia è un grande paese, il paese dei moduli e delle autocertificazioni, che se poi ti fermano comunque paghi 400 euro e il ricorso poi andrà come andrà, l’importante è fare cassa. un po’ come hanno fatto qualche giorno fa le ferrovie, che date le ingenti perdita e la “gola” di biglietti per spostarsi a natale hanno “giustamente” aumentato i costi dei biglietti. associazione consumatori sul piede di guerra e piccata risposta dall’altra parte che, in sintesi, “abbiamo avuto tante perdite, vediamo di arrotondare un po’”.

altra guerra tra poveri.

e niente, tutto qua, più o meno, il nostro 2020, fatto per me da funerali e mancate rivalse (per fortuna) e dalle solite beghe sociali e lavorative che ho vissuto come sotto potenti sedativi.

ci aspettiamo tutti un miracolo per il 2021, alberghi pieni, viaggi e vacanze, con imprenditorini pronti a tornare alla guida delle loro fuoriserie sgomamndo sorridenti nel regno di gente pagata 1000 euro al mese -senza ferie perchè derubate dallo stato durante le varie ondate- e con la nonna 101enne che fa ciao ciao con la manina dal finestrino, lato passeggero.

lei è salva, debiti non ne ha. ma ne lascia qualcuno in più di quelli che ha trovato.

buon 2021 a tutti.

ricordatevi il gel, la mascherina e di lamentarvi quando vedete gente che si fa i cazzi propri incurante del virus. così oltre a qualche dente in meno magari rimediate anche un titolone sui giornali.

auguri!

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