Di scatole e ricordi

questo pomeriggio ho fatto un salto dal parente con LEI, due auto separate, partiti e arrivati in momenti differenti onde evitare la pattuglietta di turno che ci ferma solo per rompere i coglioni quando i problemi del paese sono ben altri.

ho spazzato il portico mentre LEI sistemava la cucina e poi sono andato dietro agli animali sul retro, passeggiando in un luogo che una volta sembrava immenso e ora invece non è soltanto un po’ grande.

altre prospettive, altri anni, una vita certamente migliore di questa.

mi guardo in giro e scopro per caso che le porte dei recinti sono stati ricavati dal vecchio cancello d’ingresso, opportunamente segato a metà. lo tocco e ritrovo anche l’anello dove andava infilato il gancio che teneva chiuso il tutto.

fu smontato e sostituito secoli fa, quando al posto della vecchia casetta e della siepe fu costruito un muretto di cemento poi tinto di bianco, coi mattoni rossi a fare da decorazione alla parte superiore. il cancello nuovo è fatto in casa come il precedente, nero, in ferro, questa volta, più moderno del precedente, più semplice, ottenuto con un semplice telaio di ferro e chiuso al centro da della rete verde a rombi come quella che si usa per le recinzioni dei giardini.

in casa mi ritrovo invece a cercare una scatola di metallo con dentro biscotti allo zenzero. l’avevo portata alla parente mesi prima che morisse, sollecitandole di finirla al più presto data la scadenza ravvicinata perchè poi gliene avrei portati degli altri, nuovi.

lei è morta e i biscotti non si sono più trovati, rubati da qualche parente, fatti sparire dal marito goloso o semplicemente regalati a qualcuno da lei stesso, anche se ne dubito fortemente dato che mi aveva promesso la scatola vuota di ritorno.

non importa.

frugo nella cassapanca dove una volta l’avevo vista nasconderli dalle grinfie del marito ma trovo solo asciugamani, tovaglie e il vecchio ferro da stiro. infilo le mani sotto strati di biancheria e la faccia per forza mi finisce dentro i tessuti, respirando il profumo di pulito, quel profumo suo, solo suo, tipico, che sa di buono, di fresco. indescrivibile.

e per un istante mi sembra che sia lì con me a dirmi di guardare bene, che la scatola è lì sotto, da qualche parte.

ma non c’è.

non c’è la scatola. e non c’è più neanche lei.

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