Dei riti magici

riti magggggici mode on.

l’altro giorno LEI mi ha chiesto due candele bianche. cosa deve farci? non sono tenuto a saperlo.

so solo che devono restare accese per 5 giorni e tanto mi è bastato per capire che si tratta dell’ennesima trovata da credulona della suddetta, dopo maga magò che sa tutto ma ci ha detto del tumore del cane solo quando ormai lo sapevamo già (comunicandoci che intenzionalmente lo aveva taciuto “perchè eravate già in pensiero per la parente morente”), fino alla sensitiva che parla coi cani a distanza che ci fa dato notizie del nostro amato pelosone che, a quanto dice, “sta passeggiando e ci ringrazia tutti”.

poi si sa, nei momenti fragili, tutti noi ci appendiamo con unghie e denti a qualunque cosa, anche col rischio di finire a fare balletti nudi sul tavolo della cucina lanciando stelle filanti tutto intorno.

ad ogni modo questa mattina sul mobile dell’ingresso di casa trovo candela, fiori bianchi, una mela e sotto a questa una busta sigillata.

è bastato quindi fare una rapida ricerca online per capire di cosa si tratta.

Gli Angeli possono essere invitati a venire nella nostra casa. Quando essi arrivano, rimangono con noi cinque giorni per purificare la casa. Arrivano la domenica alle ore 22.30 e ripartono il venerdì alle 22.30.

Occorrente:
– 1 Candela degli Angeli grande ( deve bruciare per 5 giorni, giorno e notte)
– 1 Mela
– 1 Incenso degli Angeli
– 1 Fiore bianco ( va bene anche una pianta dai fiori bianchi)
– 1 Busta che contenga un foglio dove verranno scritti 3 desideri

Una domenica alle 22.30, dopo aver preparato l’altare angelico, ed avere acceso la candela e bruciato un pizzico d’incenso, sul foglio di carta scrivete 3 desideri chiudeteli nella busta e posizionatela sotto la mela.

Concentratevi sulla fiamma e invocate gli Angeli dicendo:

Entrate e siate i benvenuti,
Angeli celesti
Vi ringrazio di purificare
E di pacificare questo luogo e gli
Esseri che ci vivono o che ci passano.
Vi ringrazio di creare l’armonia, la gioia e la serenità
E di manifestare l’abbondanza
Adesso nella mia vita
E in quella dei miei cari
Vi ringrazio di esaudire i 3 desideri
ai quali tengo molto.
Grazie.

Stare per qualche minuto in meditazione, poi lasciare tranquillamente l’altare. Durante i 5 giorni, si può fare una vita normale, si può anche parlare con loro, ma non è obbligatorio.

Il venerdì sera alle 22.30, posizionarsi davanti all’altare angelico, ringraziare gli angeli e congedarsi nel modo che più sentiamo per trasmettere loro la nostra gioia di averli avuto ospiti.

Il giorno dopo , mangiare la mela e subito dopo bruciare la busta dei desideri, ringraziando gli Angeli. d’acqua.

insomma, anche gli angeli hanno i loro orari, magari hanno anche l’agenda sincronizzata col calendario di google e ci fanno sapere che oggi proprio non gli è possibile inserirci e ci chiedono telepaticamente se potrebbe andarci bene giovedì prossimo alle 18.00.

ora non le chiedo più nulla, tanto se già LEI stessa si vergogna a dirlo vuol dire che neanche lei ci crede veramente, altrimenti lo direbbe al mondo senza nessun problema, libera scelta di ciascuno di noi credere a qualunque cosa o comunque voler provare a fare qualcosa di diverso.

anche perchè, se mai dovesse funzionare (non so quali siano questi 3 desideri di aladino che ha chiesto) andrei da ikea a piedi a prendere 50 pacchi da 100 candele, comprerei 6 casse di mele dal fruttivendolo e stamperei risme di buste con desideri da infilarci sotto, anche se, stringi stringi, ad oggi, salute per tutti a parte (ovviamente!) l’unica cosa potrei chiedere è o un nuovo lavoro (figo stavolta!) o la possibilità di vincere alla lotteria e liberarmi per sempre della parola “lavoro”.

angeli, se ci siete, datevi da fare!

Giorno 22

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E sono 3

e domani saranno passati 3 mesi da quando alle otto e mezza di sera hai chiuso gli occhi e ti sei lasciata andare, trasportata chissà dove, lassù o dovunque sia il paradiso o presunto tale.

sono arrivati tutti i parenti nella tua cucina nel giro di pochi minuti, tutti attorno alla tua poltrona reclinabile dove hai passato gli ultimi giorni cercando una posizione comoda, magra come mai prima, con le vampate di calore e le gambe nere e fredde.

il cuore ti ha tradito, quel cuore che tanto ha dato a tutti nel corso della tua vita e che ancora adesso a distanza di mesi ha lasciato tracce di parole, azioni e oggetti nella vita di tutti noi.

oggi sono salito in camera tua, vuota da quando il letto è stato spostato al piano di sotto mesi fa, quando le scale non le potevi più fare e hai iniziato ad arrenderti all’evidenza che le forze non sarebbero mai più tornate.

qualche giorno fa ho pianto seduto sul tuo letto, toccando il cuscino, mentre il vedono parlava al telefono nell’altra stanza, io lacrimavo in silenzio oltre la parete del salottino trasformato in camera da letto. un grande mondo di stanze, giardini, spazi e corridoi ridotto alla fine a due ambienti, camera, bagno, cucina. tutto lì, in pochi metri quadrati.

alla vigilia (o giù di lì) ti ho mostrato il video dell’appartamento al mare, quelle stanze che hai visto solo una volta dal vivo quando tutto era ancora per aria, appena acquistato e che poi non ho mai più avuto occasione di mostrarti dal viso. una carrellata veloce di ambienti e stanze, la cucina, le camere, i terrazzi, i bagni, così, per farti vedere cosa c’era oltre la porta della tua cucina che non hai più attraversato.

ci siamo visti la mattina del tuo ultimo giorno, lì, seduta, sprofondata, accartocciata nella tua poltroncina, muta e senza fiato, con gli occhiali da sole perchè la luce ti dava fastidio. ascoltavi tutto e annuivi o facevi “no” col dito, perchè il fiato mancava ma la testa andava a mille.

ho pulito le ante della cucina, un gesto da niente nell’oceano immenso di amore, favori, piaceri, soldi, regali, sacrifici, fastidi, che tu ha dato o sopportato per me o a causa mia.

c’era sempre amore a casa tua, mai una parola fuori posto, anche se a volte vivevi nel tuo mondo, io ti parlavo dei cazzi lavorativi e tu piantavi i piedi perchè sostenevi che tutto bisognava sopportare e ingoiare, che c’era di peggio e io che voltavo la faccia dall’altra parte per non rinfacciarti che nella vita non c’è crescita, fortuna e miglioramento se tutto viene accettato per buono e ci si abbassa in ginocchio a fare lo schiavo della situazione.

e poi ci sono i ricordi, tanti, infiniti, milioni, luoghi, risate, passeggiate, gelati, feste, lavori di casa, un miliardo di avventure che solo una vita basterebbe a raccogliere.

mi hai detto “ciao” quando sono uscito quella mattina, per l’ultima volta, e io ho avuto un brivido, in auto ho pianto, forse perchè sapevamo entrambi che quel “ciao” sputato a pieni polmoni, anche senza fiato, era l’ultimo.

quella sera sei andata via e mi hai lasciato qui, da solo.

non ci saranno più i nostri saluti, non ci saranno più i compleanni, le telefonate, i giri al supermercato, le passeggiate nelle sere d’estate, io, tu e il cane, anche lui morto 20 giorni dopo di te.

ora vi immagino lassù o dovunque sia “lassù”, insieme, che passeggiate sotto viali alberati infiniti, col clima perfetto, l’ombra per te e i canali d’acqua dove la bestia adorava saltare dentro.

sereni, felici, guariti, sani, forti. con un cuore nuovo per te e senza il tumore per il pelosone.

ovunque voi siate, non so se potete leggere o sentire pensieri e parole che ogni giorno vi dedico, vi prego di restare sempre con me, aiutarmi ora che sono qui, rimasto solo, solo fisicamente ma spero con la vostra presenza vigile e presente.

tre mesi e ancora non ho capito che non ci siete più.
non c’è nessuno sul tappeto davanti casa.
non c’è nessuno che arrivi in cucina carica di pentole.

ma vi immagino sempre che siate oltre la porta, in giardino o nella stanza accanto, pronti a sbucare tra un momento, mostrandovi con naturalezza come se tutto quello che è successo in realtà sia stato solo un distorto incubo, assurdo, irreale.

e poi andremo a fare una passeggiata, io, tu e il peloso, e non direi nulla, non vi racconterei che siete morti, che mi siete mancati come mai nessuno prima d’ora.
io col cane farei da guida e tu dietro a noi, commentando il tempo, parlando di tutto ma di niente, come abbiamo sempre fatto.

sei stata una donna come poche ne ha visto il mondo.

e ti voglio bene, anche se non sono quello che lo dice.

ma so che lo sapevi.

un abbraccio forte.

Telelavorano

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