Del bastare a se stessi

passeggio tra viali ancora deserti tra spiazzi di terreno rettangolari che tra non molto ospiteranno camper e tende parlando da solo e riflettendo su tutto quanto, dagli amici alle relazioni, da cosa vorrei e da cosa invece ho. e di cosa non ho, non ho mai avuto e quasi certamente non avrò mai.

cammino e penso a chi (perfetti sconosciuti) pubblica sui social di serate tra amici, vacanze tra amici e tante altre cose con persone che sono molto più che semplici amici. io non ho nulla da pubblicare e se c’è stato un tempo dove avrei potuto pubblicare qualcosa oggi non c’è più.

una vita dentro una vita dentro una vita, una vita che non voglio condividere con nessuno, nonostante i tentativi ci siano stati, ma come forse io non sono riuscito a cogliere le occasione è vero anche che, probabilmente, è stato viceversa.

eppure chiamo, messaggio, invito, a volte organizzo o butto l’idea o lascio la porta aperta, anche in un futuro di settimane, spesso mesi. ma non accade nulla, non cambia nulla. anche tinder è stato un fallimento ma è il segno dei tempi dove i rapporti sono tutti finti o che dimostra che sotto sotto lo sono sempre stati.

gente che non sente gente per mesi ma che quando capita si sentono, organizzano, riallacciano come niente fosse per poi mollarsi e tacere per gli 8 mesi successivi. che senso ha? che rapporti sono?

passeggio e penso che è tutto vuoto, alla fine e che la vita è un momento da gustare nella piena libertà e leggerezza del dover saper bastare a se stessi, in primis.

poi gli altri, se mai verranno, se mai ci saranno, saranno la ciliegina sulla torta.

altrimenti spero di avere sempre la possibilità di sorridere e ripetermi che si va avanti lo stesso.

anche più leggeri, forse.

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