Incontriamoci al cimitero

il giorno dei morti è l’occasione perfetta per ritrovare il mondo intero, gente in coda per entrare una volta l’anno a ricordare chi non c’è più, morti che poi verranno dimenticati fino all’anno prossimo una volta messo un piede fuori dal cancello.

giro largo per non incontrare nessuno dato che nessuno avevo voglia di vedere.

ma fu così che al vecchio cimitero, nonostante il giro largo, mi sono imbattuto ne IL MIGLIORE AMICO e l’attuale fidanzata, incontro che non avveniva da oltre un anno o più.

che dire?

i sette peli in testa sono passati dal nero al bianco, il cranio è ben visibile, l’aspetto è uguale ma gli anni sono passati.

chiacchiere, risate, ma sappiamo entrambi cosa abbiamo pensato: lui è un po’ invecchiato. e io inspiegabilmente no.

evidentemente mutuo, casa, lavoro, straordinari, obblighi e responsabilità non vanno molto d’accordo con la giovinezza.

non che servissero ulteriori prove a riguardo.

Cimiteri

giorno dei morti, tour dei cimiteri, a trovare chi è andato da poco e ritrovare chi è andato da tantissimo.

parlare ogni giorno con chi non c’è più da quasi 3 anni serve a convincersi che nulla è perduto, che parlare è sempre piacevole anche quando dall’altra parte resta solo il silenzio ma la sensazione che la presenza, invisibile, sia sempre al nostro fianco, ancora più di quanto lo fosse materialmente quando c’era la fisicità degli incontri.

parlare con chi manda dalla tua vita da decenni invece è diverso, perchè tante cose non sono state condivise e la memoria di quelle presenze, per quanto importantissime e ancora nel cuore, è difficile da tenere a galla nel mare delle miliardi di cose, occupazioni e preoccupazioni, eventi e quant’altro accaduto nel corso, appunto, di decenni.

quindi mi trovo davanti alla tomba ancora fresca a parlare come se nulla fosse successo, come se le fotografia fosse una sorta di persona fissa intenta ad ascoltare. e davanti alle tombe più vecchie penso ai momenti dell’addio, a come ero io, agli anni che sono passati.

e poi ti trovi davanti alla tomba del primo ad essersene mai andato, all’uomo che ha creato le fondamenta del benessere e tutto il resto, l’uomo che ha generato ricchezza, il male, i caratteri di merda che avrebbero dovuto essere gestiti con inaudita violenza fin dalla tenera età.

e quindi ti trovi a fissare una lapide con la mente vuota, sempre più, ad ogni visita, anno dopo anno, a chiederti cosa ne è stato del passato e perchè, soprattutto, chi si trova al di la di tutto, sembra materialmente non avere mai fatto nulla di concreto per aumentare il benessere del sottoscritto, che a distanza di anni ogni volta davanti a quella fotografia si trova ad affrontare beffardi discorsi, faccia a marmo, rinfacciando e puntualizzando cose che ormai, a decenni dall’addio, certamente non importano più a nessuno.

r.i.p.