Dei sogni a occhi aperti

ultimi giorni di lavoro, poi domani sera si chiude e arrivederci (purtroppo è solo un arrivederci) a gennaio.

al superenalotto non ho vinto neanche questa volta, tanto cattivo è chi guarda tutto dall’alto e non fa il minimo sforzo per cambiare in meglio la vita di un povero cristo ormai stanco da decenni di qualunque cosa e persona.
al netto delle tasse oggi potrei incassare qualcosa come 103.520.000 euro, cifra che non riesco neanche ad immaginare fisicamente in contanti ammucchiata sul tavolo in cucina.

mollerei il lavoro e darei il via ai lavori di casa pesanti, in barba a LEI e al suo menefreghismo.

c’è bisogno del pittore, del muratore, del falegname. bisogno sistemare la stradina, il giardino va diserbato e sistemato a dovere, le travi del tetto sono da verniciare.

sul retro va installato tutto un impianto di illuminazione decente perchè adesso non ci si vede neanche a bestemmiare.

poi c’è l’appartamento al mare da aggiornare con mobili decenti, sistemare l’impianto di illuminazione, buttare i divani in orrenda ecopelle e dare un senso all’ingresso e al grande terrazzo.
poi c’è da prenotare il campeggio per tutti e 5 i mesi di apertura, con casa fissa e conto annuale da pagare per tenere un posto tutto mio lì dentro, fisso, sicuro, stabile, eterno. costi quel che costi, lo voglio.

e poi ci sono i viaggi, parecchi, una settimana qua, una settimana là, da fare con una certa regolarità, una volta la mese circa, per recuperare tutte le estati perse a causa delle stronzate assurde inventate puntualmente da LEI per mandare tutto a puttane. si chiude tutto e via, ci rivediamo tra 7 giorni.

e poi ci sono le piccole spese, tutti quelle cose che ho sempre voluto avere ma che a sborsare anche solo 50 euro era comunque una scocciatura dato il loro esiguo valore spacciato per altro a causa di marchi o firme. ora non guardo in faccia a nessuno: costa 100? bene. costa 1000? va bene uguale.

e poi proverei a fare una offerta per l’attico al mare, quello da 1 milione di euro, quello che ho visto l’inverno scorso, quello che ho amato dal primo istante, ovviamente oggi comprato da altri e che tuttora ammiro ogni volta che me lo ritrovo davanti entrando in città.

i soldi danno la felicità e chi dice il contrario merita solo di morire malissimo.

per citare marylin monroe: “dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una rolls royce piuttosto che su quelli di un vagone del metrò”.

Alone

86 giorni fa chiudeva il campeggio.

da allora sono passati circa 12 weekend, tutti passati in egual maniera, tra mare, centri commerciali e ikea. uno uguale all’altro, senza praticamente vedere, parlare, sentire nessuno che non sia LA FATTRICE (sposata con figli), IL PELOSO (no vax convinto che per forza di cosa non può fare/andare da nessuna parte) e SOPRAMMOBILE (un nome, un perchè).

da luglio 2021 ho aperto un profilo instagram ufficiale, non ne avevo mai avuto uno che fosse mio e parlasse direttamente di me in prima persona. in pochi giorni ho raccolto qualcosa come 50 “amici”, tutta gente conosciuta in campeggi, tutta gente che, chi più chi meno, ha allietato l’estate e le precedenti estati.

oltre a loro ci sono i bagnini e molta altra gente che per mia politica non ho inserito nel social per il semplice fatto che tengo i contatti tramite messaggi e telefonate e vorrei comunque tenere divisi i lavoratori dagli amici.
arrivo quindi senza problemi a 60 persone, anche di più.

60 persone che mi fanno divertire in estate contro il nulla assoluto degli inverni a casa, con quattro gatti a disposizione che mille motivi diversi sono sempre indisposti o indisponibili.

ormai restare da solo è uno stile di vita, tanto che il pensiero di sforzarmi a sottostare ai bisogni e altri desideri su tempi, luoghi, modi e orari è arrivato a nausearmi. meglio partire di punto in bianco da solo, andare dove voglio, restarci quanto voglio, ripartire, tornare, cambiare idea senza logica o preavviso.

fare quello che voglio. tanto, solo per solo, se non altro colgo il meglio dalla situazione, no?

e poi tornerà l’estate, il caldo, le risate, la compagnia.
ogni anno, un anno in più sulle spalle.
finchè dura.

Del concetto di lunghezza

capelli tagliati. “lasciali pure un po’ lunghi”. “ok”.

torno a casa che sembro un 45enne bramoso di ferie, con la faccia sfatta e la capigliatura che nonostante fosse fresca di lavaggio sembra moscia e unta.

altro castrone che dovrò sopportare per le prossime settimane fino a quando il pelame non ricrescerà quel tanto per basta per dare volume e densità alla chioma, per riuscire malamente a coprire i danni dell’alopecia.

io nella vita gioie mai.

Delle zone colorate

twitter, il regno di sapienti dove tutti, nessuno escluso, scrivere quello che pensa indicandolo come pura verità. peccato che al terzo click si vanno a leggere almeno 58 diverse versione della medesima questione e si finisce col cervello a brandelli.

si parla di zona arancione, di tampone obbligatorio, di natale a rischio e del capodanno che, non serve un genio, è già andato a puttane.

e si parla di zona arancione, ma tanto già si sapeva o, almeno, io già lo sapevo. da mesi. e per mesi, da giugno in avanti, non ho fatto altro che sentire gente elogiare vaccini e libertà, con i no vax sul piede di guerra, ecc.

e io ho sempre e solo fatto spallucce e detto, ripetendo all’infinito la seguente frase: “inutile fare previsioni su queste cose, la verità arriverà con i primi freddi, le varianti e compagnia bella”. giugno 2021.

dicembre 2021: dove siamo?

niente viaggi, ferie a case e, a dio piacendo, qualche giornata di mare in mezzo al nulla, senza mascherina, che tanto lì, ovviamente, il problema non si pone.

godetevi la solitudine, godetevi la rilassante pace e il silenzio, dimenticate la frenesia della vita moderna, prendete un libro, guardate un bel film, ascoltate musica e pulite casa.

e state tranquilli: natale 2022 sarà uguale o peggio.

auguri a tutti.