A spasso con il morto

domenica da ikea con SOPRAMMOBILE. viaggio durato ovviamente oltre il tempo normale a causa della guida da nonno del succitato elemento.

ho parlato praticamente solo io, comprato praticamente solo io e mi è quasi sembrato di essere da solo, in certi momenti, fosse altro che, voltandomi, lo vedevo alle mie spalle lungo le corsie.

ha comprato carta igienica, cosa che mi ha fatto sorridere perchè lui non sa che io so. io so che questa estate è andato in campeggio con IL PELOSO e come al solito è andato a scrocco di qualunque cose, carta igienica compresa. tanto che la sorella di lui gli ha suggerito di andare al supermercato a prenderne un rotolo, ma lui, visti i prezzi, ha preferito andare a scrocco, offrendosi si pagarla a prezzo di costo, cosa che ovviamente è finita con l’avere il rotolo in regalo perchè chi vuoi che vada a fare la figura da morto di fame di far pagare la carta igienica?

così.

un momento tacitamente divertente.

E’ vivo

e poi sei in bagno, seduto sulla tazza e per caso apri instagram e per caso entri nel profilo di SPALLE e per caso noti che qualcuno ha pubblicato una storia e per caso scopri che c’è una foto di lui, intubato a letto e sorridente che ringrazia tutti per gli auguri di compleanno.

“appena esco organizzo una festa”.

e poi pensi che alla fine questo compleanno è andato bene un po’ per tutti, per me che ora so che sta meglio e per lui che, con 22 candeline, forse qualcosa di buono lo ha avuto nonostante sia a rischio paralisi.

ora ho scritto un messaggio per dirgli che mi è venuto un infarto quando ho saputo dell’incidente e che vorrei passare a trovarlo, se possibile.

vediamo.

tanti auguri a noi, comunque.

Poteva essere mare

potevo essere al mare, tutto il giorno, sotto il sole, a passeggio in riva al mare, tra sabbia e centro città. che poi sarebbe finita con gente infastidita che alle tre del pomeriggio iniziava a scassare la minchia per voler partire per tornare a casa ma questa è un’altra storia.

oppure sarei potuto andare al mare da solo ma andarci proprio il giorno del mio compleanno -da solo- era una cosa ancora più triste di quanto io normalmente possa sopportare.

invece sono in ufficio a scaldare la sedia mentre la webcam mostra una giornata stupenda a un manutentore intento da un mese a lavare e sistemare per l’inverno ombrelloni e lettini. beato lui, a bordo piscina, che almeno si gode il sole e passa del tempo nel mio luogo preferito al mondo.

alle 19.00 partenza per la pizzeria con tutta la truppa, pizzeria e orario scelti da LEI (il giorno del mio compleanno non è permesso che io debba mettere bocca in queste cose, pare), quindi praticamente tornerò a casa dall’ufficio giusto in tempo per lavarmi la faccia e scegliere qualcosa da mettere che prontamente sarà criticato in qualche modo. poi ci sarà da attendere il cameriere, attendere il caffè, attendere il conto, attendere per tornare a casa, mangiare il dolce tutti insieme e poi, senza aver fatto un solo passo, andare a letto gonfi e marci giusto in tempo per far suonare la sveglia alle 7 e tornare a scaldare la sedia.

a coesistere con gente decente avrei potuto prendere ferie oggi, saremmo potuti andare tutti al mare già ieri sera, svegliarci lì, passeggiare tutta la mattina, pranzare con calma, passeggiare ancora e magari, perchè no, mettere le gambe in spalla e farci metà della costa, a verso una città o verso l’altra, restando sotto il sole, con l’aria buona e la calma che soltanto una giornata di mare sa regalarti.
invece no: ufficio, tutto di corsa, fare quello che vogliono gli altri come se -anche senza “come se”- il mio giorno fosse qualcosa su una lista che non si vede l’ora di cancellare con un tratto di penna talmente dato di forza da bucare il foglio.

buon compleanno a me.

Di cosa parliamo oggi?

così da ieri, giornata decisamente storta per mille ragioni diverse e senza nessuna ragione in particolare, ho accarezzato l’idea di trovarmi una psicologa per fare qualche seduta.

il primo nome è stato quello suggerito da LA PRINCIPESSA, cosa che ho oggi approfondito scoprendo, online, che si tratta di una tizia che si. è psicologa, ma si occupa di roba oncologica e roba di servizi sociali. cioè praticamente, con tutto il rispetto, mette il cuore il pace a chi probabilmente non festeggerà molti altri natali e chi, a vario titolo, viene pestato dai genitori o ha altri problemi legati a soldi, violenza, droga, povertà, eccetera.

e io dovrei andare da questa qua a pagare per raccontarle… che cosa, poi?

fermo restando che l’utopica ideale situazione sia quella di andare due volte la settimana per incontri di 90 minuti ciascuno, rigorosamente in orario d’ufficio e a spese dell’azienda, che cosa dovrei raccontarle? dovrei sedermi lì e dire che cosa?

salve, sono X e ho X anni. vivo con X, il lavoro mi ha stancato, il lavoro in generale non lo voglio più nella mia vita e questa cosa è la conseguenza di anni di inutili ricerche e infinite prese per i fondelli. nella vita vorrei vincere alla lotteria, licenziarmi e viaggiare, scrivere un blog, fregandomene di chiunque mi stia intorno, selezionando le persone che voglio frequentare e, alla peggio, grazie ai soldi, fare la valigia e ripartire verso altri luoghi magari meno tossici di quello che appunto abbandono.

amo il campeggio, non un campeggio ma IL campeggio e vorrei restare lì almeno 4 mesi l’anno. e poi viaggi e crociere ogni anno, almeno 4-5 viaggi l’anno perchè devo recuperare gli anni e le estati perse per colpa di una puttana incontentabile fuori di testa.

voglio nuovi amici, un cane, una casa in ordine, il tempo e gli amici giust per guardare film e serie tv, di sera, su un grande divano con la coperta sulle gambe. voglio il tempo per passeggiare in riva al mare, il tempo per fermarmi a guardare un punto nell’orizzonte e riflettere di quanto autenticamente felice e fortunato io sia in quel preciso momento per avere in tasca così tanti soldi da poter cagare sopra alla parola lavoro a dispetto dell’oceano di stronzi che devo frequentare ogni giorno della mia vita, intenti a battere tasti per far ricco chi già lo è troppo e cercando di arrampicarsi sugli specchi di una carriera che non esiste e mai avranno, creando in me solo caos, nervoso e frustrazione.

vorrei sistemare casa: dipingere, ristrutturare. chiamare personale, pittori, artigiani, falegnami, pagarli per far fare loro quello che voglio io, come e quando voglio io, liberandomi delle coglionate che ogni giorno i bifolchi nullafacenti che invadono questa casa mi propinano ogni giorno.

ho provato per anni a seguire le regole di CV, agenzie e annunci, ma adesso, dopo troppi anni di attesa, mi sono frantumato i coglioni e voglio tutto, tanto e subito. e poi con la parola “lavoro” io avrò chiuso per sempre. e alla mia morte lascerò nel testamento di vendere tutto, case, oggetti, proprietà, portare i soldi in giardino, a bruciarli fino all’ultimo centesimo così da non lasciare niente a nessuno.

che cosa dovrei raccontare per 45 minuti a pagamento a una persona che mi fissa e pensa ad ovvi e scontati ragionamenti? è come se a monopoli io volessi comprare tutto ma sul tavolo avessi 2 euro contro i 200.000 euro di ciascun altro giocatore.

che senso ha?

e comunque, da dove inizio? dalla scuola? dal mobbing del mio primo lavoro? dal non essere stato mai difeso? dal non aver mai potuto contare una volta su qualcuno che, possibilmente senza rompere il cazzo e/o rinfacciarmi qualcosa a storia finita, si occupasse seriamente di me, dei miei problemi e mi aiutasse, senza fiatare, per puro spirito di amore o semplicemente umanità, a raggiungere i miei obiettivi?

parlo degli amici che dopo 20 euro di regali a testa per qualunque cosa, per anni, sono anni che nessuno alza la cornetta per chiedermi che fine ho fatto, se sto bene, se sono vivo? di cosa dovrei parlare? da dove devo iniziare?

comunque l’idea mi solletica. e comunque certo non sarebbe la manfrina di CASETTA e NO NO NON PUO’: questa volta le regole le detterei io. presentazione iniziale, carte in tavola fin da subito, ammissione di sapere che non risolverò nulla, dichiarazione che quanto spenderò saranno soldi bruciati per niente e, soprattutto, che c’è fin dal principio un budget e di conseguenza le sedute non saranno 800 ma 10 al massimo.

punto.

così. fosse anche solo giusto per spendere soldi che comunque non potrei purtroppo portarmi nell’aldilà.