Di cosa parliamo oggi?

così da ieri, giornata decisamente storta per mille ragioni diverse e senza nessuna ragione in particolare, ho accarezzato l’idea di trovarmi una psicologa per fare qualche seduta.

il primo nome è stato quello suggerito da LA PRINCIPESSA, cosa che ho oggi approfondito scoprendo, online, che si tratta di una tizia che si. è psicologa, ma si occupa di roba oncologica e roba di servizi sociali. cioè praticamente, con tutto il rispetto, mette il cuore il pace a chi probabilmente non festeggerà molti altri natali e chi, a vario titolo, viene pestato dai genitori o ha altri problemi legati a soldi, violenza, droga, povertà, eccetera.

e io dovrei andare da questa qua a pagare per raccontarle… che cosa, poi?

fermo restando che l’utopica ideale situazione sia quella di andare due volte la settimana per incontri di 90 minuti ciascuno, rigorosamente in orario d’ufficio e a spese dell’azienda, che cosa dovrei raccontarle? dovrei sedermi lì e dire che cosa?

salve, sono X e ho X anni. vivo con X, il lavoro mi ha stancato, il lavoro in generale non lo voglio più nella mia vita e questa cosa è la conseguenza di anni di inutili ricerche e infinite prese per i fondelli. nella vita vorrei vincere alla lotteria, licenziarmi e viaggiare, scrivere un blog, fregandomene di chiunque mi stia intorno, selezionando le persone che voglio frequentare e, alla peggio, grazie ai soldi, fare la valigia e ripartire verso altri luoghi magari meno tossici di quello che appunto abbandono.

amo il campeggio, non un campeggio ma IL campeggio e vorrei restare lì almeno 4 mesi l’anno. e poi viaggi e crociere ogni anno, almeno 4-5 viaggi l’anno perchè devo recuperare gli anni e le estati perse per colpa di una puttana incontentabile fuori di testa.

voglio nuovi amici, un cane, una casa in ordine, il tempo e gli amici giust per guardare film e serie tv, di sera, su un grande divano con la coperta sulle gambe. voglio il tempo per passeggiare in riva al mare, il tempo per fermarmi a guardare un punto nell’orizzonte e riflettere di quanto autenticamente felice e fortunato io sia in quel preciso momento per avere in tasca così tanti soldi da poter cagare sopra alla parola lavoro a dispetto dell’oceano di stronzi che devo frequentare ogni giorno della mia vita, intenti a battere tasti per far ricco chi già lo è troppo e cercando di arrampicarsi sugli specchi di una carriera che non esiste e mai avranno, creando in me solo caos, nervoso e frustrazione.

vorrei sistemare casa: dipingere, ristrutturare. chiamare personale, pittori, artigiani, falegnami, pagarli per far fare loro quello che voglio io, come e quando voglio io, liberandomi delle coglionate che ogni giorno i bifolchi nullafacenti che invadono questa casa mi propinano ogni giorno.

ho provato per anni a seguire le regole di CV, agenzie e annunci, ma adesso, dopo troppi anni di attesa, mi sono frantumato i coglioni e voglio tutto, tanto e subito. e poi con la parola “lavoro” io avrò chiuso per sempre. e alla mia morte lascerò nel testamento di vendere tutto, case, oggetti, proprietà, portare i soldi in giardino, a bruciarli fino all’ultimo centesimo così da non lasciare niente a nessuno.

che cosa dovrei raccontare per 45 minuti a pagamento a una persona che mi fissa e pensa ad ovvi e scontati ragionamenti? è come se a monopoli io volessi comprare tutto ma sul tavolo avessi 2 euro contro i 200.000 euro di ciascun altro giocatore.

che senso ha?

e comunque, da dove inizio? dalla scuola? dal mobbing del mio primo lavoro? dal non essere stato mai difeso? dal non aver mai potuto contare una volta su qualcuno che, possibilmente senza rompere il cazzo e/o rinfacciarmi qualcosa a storia finita, si occupasse seriamente di me, dei miei problemi e mi aiutasse, senza fiatare, per puro spirito di amore o semplicemente umanità, a raggiungere i miei obiettivi?

parlo degli amici che dopo 20 euro di regali a testa per qualunque cosa, per anni, sono anni che nessuno alza la cornetta per chiedermi che fine ho fatto, se sto bene, se sono vivo? di cosa dovrei parlare? da dove devo iniziare?

comunque l’idea mi solletica. e comunque certo non sarebbe la manfrina di CASETTA e NO NO NON PUO’: questa volta le regole le detterei io. presentazione iniziale, carte in tavola fin da subito, ammissione di sapere che non risolverò nulla, dichiarazione che quanto spenderò saranno soldi bruciati per niente e, soprattutto, che c’è fin dal principio un budget e di conseguenza le sedute non saranno 800 ma 10 al massimo.

punto.

così. fosse anche solo giusto per spendere soldi che comunque non potrei purtroppo portarmi nell’aldilà.

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