Della facilità (degli altri)

dopo 6 anni e mezzo e arriva un nuovo lavoro, una nuova paga più corposa, una nuova occasione di cambiare aria, fare esperienza, fare carriera. senza contare la soddisfazione persone di essere desiderato professionalmente da qualcuno con tanto di assegno a dimostrazione di ciò.
6 anni e mezzo per cambiare lavoro.prima ancora è rimasto 1 anno e 6 mesi nella precedente azienda, cambiata con la precedente dopo 2 anni e 9 mesi, arrivata a 3 anni dalla precedente e 3 anni e 6 mesi dalla precedente ancora.
ancora prima ha passato 4 anni e 5 mesi in una azienda diversa, trovata dopo 1 anno e 9 mesi di lavoro presso la precedente.
insomma in meno di 3 anni è sempre riuscito a cambiare impiego finendo sempre in meglio o, se in peggio, comunque a cambiare nel giro di poco. e crescono soldi ed esperienza, innegabilmente.
a settembre arriverà un nuovo lavoro, il settimo in poco più di 20 anni.
in poco meno dello stesso periodo io, ho cambiato un solo lavoro, mollando tutto dopo 7 anni di inferno, rimettendoci fiori di soldi di un preavviso su una paga da fame e finendo dove sono ora, dopo 11 anni, con la mia vita sprecata giorno dopo giorno e con l’unica alternativa che ora consiste nel tagliando del superenalotto di questa sera con 30 milioni di euro in palio, unica soluzione, unica possibilità, unica via d’uscita a questa vita fatta di nulla, di zero occasione, del nulla più assoluto.
anno 2021 e alle aziende di me non importa nulla. social, web, marketing, design, grafica, video, foto, sono argomenti inutili, non interessano a nessuno.
manco un colloquio.
sperare nella vincita è l’unica strada, tanto le possibilità di prendere i soldi sono le stesse di avere un’offerta decente, mollare tutto ed essere finalmente -forse- felice di quello che faccio per buona parte della mia vita.
prendere i soldi e restare a casa, pianificare viaggi e vacanze, girare il mondo, fare tutto con calma, pagare servi e operai per gestire casa e sistemare i mille piccoli lavoretti che nessuno sotto il mio tetto ha mai voglia di fare.
niente agenzie, cartellini, sveglie, corse in auto, traffico e tutto un mondo che, se potessi, farei cessare oggi stesso, per sempre.
poi c’è gente che va in crisi quando arriva la pensione, che odia lavorare da casa “perchè vorrei rivedere i miei colleghi” e io, qua, a chiedermi come possa anche solo esistere qualcuno in grado di arrivare a dire simili bestemmie.
non sono fatto per il lavoro, gli impegni e la socialità, evidentemente, oppure, semplicemente, sono sempre il solito sfigato di merda che non trova il suo posto del mondo, che non trova un lavoro decente, che non ha alcun riconoscimento in nessun settore della vita.
il ciccione cambia lavoro ogni tre anni scarsi e io dopo tutto il tempo e la fatica passata e sopportata vorrei solo staccare la spina e godermi quel poco di vita che ancora mi resta.
invece.

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