borsa pronta per la partenza di domani sera, direzione mare, intero weekend, con o senza L’AMICO DEL CAMPEGGIO che presumo come al solito si farà sentire last minute per dirmi se verrà o meno in campeggio.
un paio di ondate d’ansia anche oggi, ma potenti, più che altro perchè adesso credo di essere entrato nella fase dove penso di essere salvo e invece per come so girare il mondo esattamente adesso è il momento dove esplode la bomba devastate, potenziata appunto dall’effetto sorpresa ora che il mio sistema nervoso è praticamente sfibrato da 5 giorni e mezzo di agonia.
questa settimana devo scrivere tutto, prendere nota e promemoria di qualunque cosa perchè tutto quello che mi viene in mente che non sia quella cosa viene spazzato via in un istante non appena quella cosa torna alla mente e allora non c’è spazio per altri pensieri.
scrivo tutto su pezzi di carta che infilo in tasca o in borsa, miracolosamente ricordandomi poi di ritrovarli e leggerli, come quello di stasera dove avevo segnato alcune cose da mettere in valigia per il fine settimana.
vivo nel terrore che arrivino messaggi o comunicazioni: il cellulare è campo minato così come il campanello e la cassetta delle lettere che apro ogni volta come se contenesse una bomba. l’altro giorno la busta della raccolta punti del “mulino bianco” mi ha fatto salire un principio di infarto.
è finita ma non è finita perchè ora sono convito che magari la cosa sia comunque in corsa e che magari per tempi burocratici o chissà che altro, il proiettile sia semplicemente già stato sparato e seppure più lentamente del previsto, stia arrivando.
il mio cuore oggi è comunque più leggero ma potrebbe essere dovuto allo sfinimento dello stesso causato dal numero di infarti che mi sono fatto venire a causa delle ondate di stress nelle ultime 108 ore.
sogno di scrivere tante cose per potermi scaricare il cervello dall’esaurimento mentale di questi ultimi 5 giorni ma ancora non posso, non mi sento al sicuro, non voglio portarmi sfiga, non voglio scrivere cose che poi dovrei rimangiarmi. cantare vittoria troppo presto, banalmente.
dita incrociate.