Happy

HAPPY è la nuova dipendente di BAMBA, addetta barista al nuovo baracchino posizionato davanti agli scivoli, ennesima trovata di BAMBA per guadagnare più soldi in stagione.

HAPPY è giovanissima, simpaticissima e sempre col sorriso, sa stare allo scherzo ed è indubbiamente la persona più solare che ho memoria di aver mai incontrato.

già da subito, senza neanche aver mai accennato (io) l’argomento “lavoro”, ha dichiarato:

io prima lavoravo in un posto che non mi piaceva. se entro al lavoro e guardo sempre l’orologio perchè il tempo non mi passa mai vuol dire che quello che non è posto per me, così mollo tutto e vado via, cerco altro. […] qui vedo gente che arriva col muso, sempre stanca, a me invece lavorare piace, sono qui dalla mattina alla sera tardi, non faccio pause se non per andare due secondi in bagno ma mi piace. […] io ho messo passione in tutti i lavori che ho fatto.

commessa al supermercato, poi, mi pare, barista o qualcosa del genere. nel mezzo, credo/spero, anche altro. sempre “con entusiasmo” a detta sua.

ci parli ed è tutto facile. non ti piace il lavoro? mollalo. non sei felice? vattene. è un ambiente negativo? non sei sereno? hai sempre il muso? guardi l’orologio? cambia.

per lei è tutto facile, la personificazione della “felicità”, un personaggio che racconta di schioccare le dita e trovare subito il lavoro successivo. facile, semplice, comodo, veloce, normale.

invece poi esco dal campeggio e la vita -la mia- è tutt’altro. decenni di annunci e agenzie, zero proposte serie e una infinita -e più passa il tempo, sempre più rarefatta- sequela di offerte da parte di aziende di basso livello, con stipendi da 1.200 euro, senza bonus/premi/incentivi o che al colloquio promettono mansioni di 756 tipi diversi che uno poi si chiede 1) come può una sola persona fare e tutto e 2) se mai dovessi assentarmi per ferie verrebbe giù un mondo, tra permessi negati (poi chi li farebbe i miei 600 lavori al giorno?) o musi lunghi se chiedo più settimane attaccate.

alla fine torniamo comunque sempre al punto di partenza, quello che HAPPY definisce “accontentarsi”, che poi uno, se si ferma un momento, è comunque l’opinione di una ragazzetta che serve caffè e panini e che ha avuto l’immenso culo di trovare uno stordito che da subito le ha offerto un tempo indeterminato, in stagione al bar degli scivoli e in inverno nel bar della piscina comunale.

voglio dire.

torno ancora a dire che “se dio avesse voluto diversamente non sarei qui”, poi chiamalo “destino”, chiamalo come ti pare, di fatto io, oggi, più che inviare CV o chiamare le agenzie non posso fare. poi serve il culo di trovare il posto giusto, con gente giusta, col giusto stipendio e il perfetto calendario ferie/vacanze.

utopia.

forse dovrei mollare tutto pure io, andare a vendere panini e caffè, sorridere a tutti saltellando come un coniglietto tra tavoli e casina di legno fermando i passati per raccontare loro, con un sorriso a mille denti, di quando facile sia essere felici nella vita.

che nel mio caso è facilissimo esattamente come perdere i 10 kg che da 10 anni cerco di perdere.

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