Dei bei tempi

il mio negozio preferito chiude. lo avevo chiuso anni fa, poi riaperto poco lontano qualche anno dopo, sempre gli stessi proprietari. è passato da un bel locale e un buco con quattro stracci monomarca, ma comunque tanto mi bastava, almeno ai saldi quando la roba costava più o meno il suo reale valore.

ora chiude nuovamente, stavolta certamente per sempre, dato che a tenere in piedi una baracchina che vende poco non vale la pena immagino nessuno farà a botte per il marchio.

15 anni fa avevo valutato l’idea di aprire un negozio e oggi, con tutto quello che avrebbe comportato e con l’attuale rovina del commercio, sono tanto lieto quanto triste di non averci investito nulla.

si chiude nuovamente, chissà se mai qualcun altro riaprirà.

io no di certo.

mi manca solo di avere anche la rogna di un negozio da gestire anche nei fine settimana.

come cambiano i gusti, eh!

In breve

cicciabomba sospira per il lavoro, assieme a me, peccato che lui, a casa da marzo 2020 in telelavoro, senza stronzi e cazzoni tra i piedi 8 ore al giorno, abbia davvero poco di cui lamentarsi, almeno sul fronte spese carburante e spioni alle spalle. a lavorare da casa, se mai dovesse capitarmi, mi farei i cazzi miei tutto il tempo necessario se non dovessi avere altro da fare. pacchia totale, altro che lamentarmi!
lo scemo gira con le mani in tasca per l’ufficio, niente da fare come sempre, tutti qua seduti 40 ore a settimana a muovere il mouse.

l’azienda delle materie plastiche ha ricevuto nuovamente il mio CV e nuovamente, ad oggi, non s’è mossa foglia. se non altro sarebbe a 5 minuti di bicicletta da casa e non dovrei più muovere l’auto e beccarmi un dito medio per non aver messo sotto un pedone che s’è buttato in strada senza guardare come è successo poco fa. e non è cosa da poco, se penso che ho rischiato la galera per quattro euro al mese.

LEI cazzeggia e gira tranquilla, tra cellulare, tv, telefono di casa, chiacchiere con LA PRINCIPESSA ogni 6 ore e quotidiane telefonate serali di ore ad amiche a parenti, non si sa cosa abbiano poi tanto da dirsi. LA SERVA non può venire a pulirci casa e s’è pure seccata per la sua mancanza, perchè nonostante 24 ore al giorno libere da impegni ancora non c’è tempo di badare alla casa. faccio finta di niente, tanto non comando io il mondo.

il portale defunto è ancora in silenzio stampa: ticket di assistenza aperto ma scommetto che manco questo servirà a qualcosa. vorrei potermi permettere un avvocato per vedere se con una bella letterina tornano disponibili i fottuti database senza tante lungaggini e silenzi del cazzo, ma è tutta utopia.

utopia come la vincita al superenalotto, unica e sola via di fuga da questa esistenza fatta solo di doveri e pagamenti per qualunque cosa, 97 milioni di euro, 20 dei quali subito in tasse, ma anche coi restanti 77 di certo non troverei lamentele da esternare.

desideri in caso di vincita: licenziamento immediato, camper nuovo di zecca d medie dimensioni, prenotazione di viaggi verso luoghi caldi in attesa della riapertura del campeggio e dei miei 3 mesi di vacanza non stop al suo interno da giugno ad agosto compresi, incurante del faraonico conto finale che tanto con 77 milioni in tasca di certo l’andare in rovina è cosa lontanissima.

conclusa l’estate tornano i viaggi, uno dopo l’altro, che a restare a casa mi rompo le palle e il mondo è troppo grande e la vita troppo breve per fermarsi a pensare a qualunque cosa.

sono 20 anni che penso e sogno: adesso voglio fare.
fanculo lavoro, agenzie interinali, contratti, obblighi, colleghi, doveri e tutto il resto.

voglio vivere.

il resto non conta.

E c’è ancora mare

un salto oltre il cancelletto laterale, quello scoperto l’altra volta, per tornare alla spiaggia senza fare il giro a ritroso per strada e boschetto, con l’aggiunta di riuscire a visitare l’interno dall’ingresso all’uscita senza inutili e rischiose devizioni.

il supermercato è stato sventrato e da come è stato demolita anche l’area circostante deduco che l’ampliamento arriverà al pari del vecchio bazar, già ristrutturato anni or sono e ad oggi completamente diverso da quel caratteristico negozietto che ha accompagnato la mia infanzia.

tempi moderni.

anche gli uffici sotto i portici sono oggetto di modifiche, ad oggi solo con pareti esterne in cartongesso, ma sicuramente ci sarà dell’altro che bolle in pentola.

la nuova gelateria è ancora tutta su carta, con la ristrutturazione dell’attuale per realizzare nel 2021 “il gelato artigianale, ottimo, naturale” e cazzate varie, ennesimo pretesto, in breve, per alzare i prezzi e farti pagare acqua e zucchero come minimo 50 cent in più la pallina.

costose ed inutili novità: il supermercato (storico) andava benissimo così, idem gli uffici, idem la gelateria. ma no, bisogna mettermi mano, bisogna ingrandire, modificare, cementificare, ammodernare, tutte cose inutili che fanno perdere la storia e i ricordi di chi da sempre frequenta quei luoghi.

tempi moderni.

ne abbiamo davvero bisogno, mi chiedo?

il resto è tutto uguale, piazzole deserte, foglie e rami ovunque, umidità.

108 giorni alla riapertura, praticamente niente se non fosse che il 99% di questa attesa è da passare nel fastidio dell’ufficio.

sospiro.

1 anno

un anno oggi senza il mio ciccione peloso.

sembra ieri quando siamo rimasti seduti sotto il portico a coccolarlo per l’ultima volta, poi io sono andato dal vedovo per non vedere arrivare il veterinario che lo avrebbe soppresso.

otto anni insieme finiti così, in un istante, tanto che a un anno di distanza ancora oggi ci piango e non riesco a rendermi conto che lui non sia più con noi. con me.

mi manchi tantissimo ciccione mio, ma spero che ovunque tu sia stia bene, senza dolori e malattie, a mangiare pizza e fare passeggiate lunghissime.

ti vorrò bene per sempre.