Friends

MISS GIOSTRINA non risponde più a nessun messaggio, nuovamente avvolta nel suo randomico bozzolo di stronzaggine che spero solo, di cuore, le porti solo malessere, dolore e sofferenza.

DYL è tornato nella nebbia, RICCIO non lo sento da settimane (scrivo, non risponde), SCARPA lavora (e quindi non può più parlare la cellulare).

BAGNINA MORA ha dato un “grazie” per gli auguri di compleanno, prima e dopo questo il vuoto più totale.

GOSSIP è morto, risponde solo quando la domanda è specifica, con due parole, per il resto mai che abbia preso l’iniziativa di scrivere.

SPALLE è morto, iniziativa zero, “si” o “no” le rare percezioni di vita.

DANILO studia (24/7?) quindi non risponde alle telefonate e non richiama. risponde ai messaggi, 2 su 10.

CHRISTIAN è scomparso, PANETTONCINO ha scritto due parole dopo mesi, offrendosi anche di incontrarci dato che viviamo poco distante, ma chi mai va a farsi un ora di strada per vedere un cliente/bagnino che hai visto nell’estate 2018? dai, su.

LUCAS credo abbia ancora il cellulare rotto, bugia oramai palese che prosegue da giugno 2020. ok.

in compenso sono tornati a farsi vivi i bolzanini e il tipo del carretto dei gelati. abbiamo anche messaggiato un pochino, non male, dai.

sul fronte “amicizie autunnali” le cose vanno come al solito: IL PELOSO e LA FATTRICE li sento ogni giorno, mentre I TONTI sono spariti dai radar (e col cavolo che anche stavolta sarà io a fare il primo passo).

tanto siamo tutti chiusi in casa, a riflettere sul niente delle nostre evidenti solitudini.

sulla mia, almeno.

mah.

Home

4 giorni di riposo -grazie a dio!- da passare chiuso dentro casa.

tra le stronzate delle leggi fatte per “combattere” il virus e un tempo che dire di merda è riduttivo, non si può uscire e, se si esce, non si sa manco dove andare.

ieri pomeriggio dalle 16 alle 18 al mc donald’s con IL PELOSO, unico momento sociale prima di essere sbattuti fuori “perchè per legge dalle 18 non si può più restare all’interno del locale”.

centro commerciale chiuso, negozi chiusi. dove vuoi andare?

al mare c’è l’inferno, pioggia, vento, mareggiate. un disastro.

bho.

belle vacanze.

che comunque sono sempre 1.000 volte meglio dell’ufficio!!!

Lo sfilo di arianna

settimane di colloqui, discussioni e riunioni, un monte ore di tempo bruciato in discorsi fatti al solo scopo di allungare il brodo, per tirar sera.

candidati scartati o semplicemente scappati dopo che, conti alla mano, col cazzo che il contratto offerto dalla “grande azienda strutturata fortemente radicata nel territorio” era vantaggioso.

lui no, lei no, lui no, lei no.

alla fine hanno optato per una tizia esterna, che lavora in subappalto per uno studio esterno, fatturato tutto a ore, piano concordato, preventivi, eccetera.

pareva cosa fatta e invece poi è arrivata lei, arianna (nome di fantasia) che, legge di mercato, necessità, si è piegata all’offerta: part time 2 giorni e mezzo la settimana per venire in contro al suo -giustamente- fastidio di doversi spostare con ore di viaggio.

riunioni e ancora riunioni, presentazioni, chiacchiere, discussioni, poi altre discussioni per decidere di liquidare lo studio e tenere arianna “fissa”, perchè “più comodo, meno fastidioso”.

ore in presentazioni, tempo preso da ognuno di noi per spiegare, presentare, far capire cosa, come, perchè serve questo o quello, come deve fare, quando, in quanto tempo, eccetera.

software da condividere, cartelle, progetti da spartire, insegnare, spiegare, correggere, controllare.

tutto questo, tutto quanto sopra detto, per una manciata di mesi.

ora arianna è andata via, sull’onda di un contratto fisso, da subito, più vicino a casa.

e non ha fatto bene: ha fatto benissimo!

la “grande azienda eccetera” col fatturato spaziale non può (vuole!) permettersi di pagare il giusto una persona che svolge un ruolo assolutamente di primo piano per l’anno e il mondo in cui viviamo: il disegno 3D.

e niente, bye bye arianna, sotto a chi tocca.

riunioni, colloqui, discussioni, poi un nuovo contratto a ore che sarà lasciato alla prima buona occasione. migliore.

italia, anno 2020.

Dei capodanni sfumati

dati i recenti divieti imposti dal governo per cercare di arginare i danni del virus (inutilmente), la soluzione ipotizzata dal sottoscritto per cercare di festeggiare con un minimo di normalità il capodanno era quella di andare al mare, io, invitando per la prima volta in assoluto LA FATTRICE e famiglia a passare la notte al mare.

l’ultima volta che si è parlato di capodanno e notte in appartamento, l’ultima volta -e unica- dove qualcuno ha effettivamente sfruttato l’appartamento per qualcosa che andasse oltre a usare il bagno o semplicemente vederlo è stato nel lontanissimo 2004, anno del capodanno al mare con LA TONTA, LA SPOSINA e IL MIGLIORE AMICO in compagnia di una compagna di classe (suo grandissimo unico ed eterno amore di quel momento).

finimmo per andare a letto poco dopo le 2 di notte, infreddoliti e annoiati dal monopoli che avrebbe dovuto tenerci svegli fino allo spettacolo pirotecnico previsto per l’alba.

altri tempi.

16 anni più tardi l’idea del capodanno al mare torna ad essere cosa valida, per aggirare divieti e coprifuoco e per passare lo stesso non solo una serata in compagnia ma anche una notte e una giornata al mare tutti insieme, anche per far contenti i bambini che altrimenti il mare, date anche le disponibilità economiche e il tempo della coppia, lo avrebbero visto col binocolo.
la cosa ovviamente avrebbe però creato il pericolossisimo precedente del “capodanno al mare” che senza dubbio poteva diventare una tradizione, con relativo malumore di chi, a sapere di non essere stato invitato, poteva prendere non bene la cosa.

ora il problema è risolto: il governo chiude tutto e ci costringe a un lockdown totale forzato guarda caso sotto le feste, guarda caso proclamando la sua assoluta necessità, guarda caso che inizia e finisce giusto giusto quando le fabbrichette sono chiuse.

ancora una volta ha vinto l’economia, unica reliquia da salvare a tutti i costi da questa pandemia.

pazienza.

mare sfumato. magari ne riparliamo tra altri 16 anni.