Storie a rotelle: del prenderla alla leggera

LA PRINCIPESSA è venuta a fare l’iniezione ieri sera, “mi ha chiamato ma non ho risposto” e quindi è andata via. evidentemente la musica del pc copriva il suo “potentissimo” richiamo ed è altrettanto logico (ma solo per lei) che venire direttamente nella stanza a chiamarmi non era cosa semplicemente intelligente da fare. ok. poi si lamenta che “altrimenti deve fare tutto lei” ma se sono lì, non sento quando mi chiama e non fa nulla per coinvolgermi, io cosa ci devo fare? ok.

LEI ha passato la serata stesa sul divano, as usual, nulla di nuovo, piede ingessato o meno.

è salita in camera a mezzanotte passata svegliando l’intera casa coi suoi lamenti e i suoi colpi ai gradini, con mister divano che cercava di sorreggerla e lei che per fare 5 gradini ha innescato una sceneggiata manco stessero spostando due quintali di nitroglicerina.

siamo alla fine del giorno 1 e io già vorrei fare la valigia e trasferirmi in campeggio, poco importa se è deserto, se non altro evito certe scene e la mia salute mentale non viene compromessa.

la verità, in breve, semplicemente, è che un piede operato causa comportamenti che neanche un paralizzato dalla testa ai piedi tiene, a iniziare dalla carrozzina che sembra richiedere sempre una persona dietro che la spinge. hai le mani? funzionano? e allora gira da sola quelle cazzo di ruote!

invece resta seduta e ordina, chiede, comanda, dirige.

1 giorno affrontato, 89 giorni davanti.

benvenuti all’inferno.

Storie a rotelle: delle rotelle che girano

dammi, prendimi, passami, fammi, portami.

vuole il tovagliolo, vuole andarsi a lavare le mani, passami questo, prendimi quello, spostami.

ho male al culo, ho male al piede, ho male alle gambe, ho male [parte del corpo a piacere].

si è lavata nel bagno di servizio, ha approntato il salotto e non immagino quando sarà ora di andare a dormire come faremo. intanto la casa è buttata per aria e c’è un caos che non vi dico. il cesso sembra sia stato occupato da 15 immigrati clandestini.

tra poco arriva LA PRINCIPESSA a insegnarmi a fare le iniezioni nello stomaco “altrimenti se nessuno impara lei [la principessa, ndr] è in galera per i prossimi tre mesi”. che poi torno non ha, ma intanto…

il resto del tempo quando non domanda aiuto o non si lamenta ti comanda cosa fare, come, dove, quando.

sono rimasto a casa due ore in tutto prima di fuggire al piano di sotto e già sto elaborando l’idea di mandarli tutti in crociera: servivi, riveriti, in comode stanze per disabili, con tutto a disposizione e soprattutto lontani da me almeno per una settimana.

ho già capito che siamo finiti all’inferno.

cazzo.

Meno 74

siamo a febbraio ma la mia testa è già davanti ai cancelli del campeggio per la prossima riapertura, tra esattamente 74 giorni.

la stagione partirà da subito con il camper e una tre giorni di relax, tempo permettendo, ad oggi il piano è più o meno questo.

il cantiere dei nuovi bagni è già arrivato al tetto (tutto prefabbricato) e presumo anche altri lavori in giro stiano avanzando. al mare sono stato ieri (domenica) ma non ho fatto il salto oltre il muro di cinta perchè in questo inverno (a parte una sola volta per altro beccando pure un guardiano) il desiderio/necessità di immergermi nel silenzioso mondo del camping invernale non è una priorità. sto bene in spiaggia a passeggiare, altro non mi occorre. va bene così.

mi chiedo poi come sarà questa stagione 2023, chi tornerà, chi rivedrò, chi non ci sarà più e cosa succederà, se ci saranno nuovi amici, se mi divertirò e via discorrendo.

mi rifugio in questi piccoli pensieri felici abbandonando idee irreali di incontri speciali, app, perfetti amici immaginari e via discorrendo.

un realtà semplice, il campeggio, ma una realtà tangibile.

tra 74 giorni.

Donne

donne.

la tipa dell’associazione con cui collaboro GRATIS da un milione di anno rispunta random ogni 3×2 con richieste sempre urgenti, sempre a ridosso della scadenza. una cosa che ovviamente adoro.

l’ultima richiesta quella della scorsa settimana: “mi servono i dati di tutti gli iscritti alle varie attività del 2022”.

ah si? quali attività? mi servono i nomi delle attività!

“tutte quelle del 2022”.

le spiego che il databse è unico (bugia) e che non c’è modo di risalire a un filtro per poter estrarre i dati, quindi mi procura l’elenco delle attività oppure ciccia.

“allora ciccia, non ho tempo di trovare i nomi”.

tanto meglio: se non interessa a te il lavoro che devi fare figurati se (gratis!) interessa a me!

discorso chiuso.

altro contesto, altra donna.

LEI sa da mesi di doversi operare al piede e ha avuto settimane di tempo per organizzare tutto.

ora è tornata a casa e non abbiamo una sedia da infilare in doccia per facilitarla nelle operazioni. “la sedia è in cantina”, ok, ma preparala prima di essere operata quando magari poteva anche verificare che fosse integra e magari anche darci una lavata prima di usarla.

ora è a casa con mille crisi pronte ad esplodere quando si renderà conto di aver perso tempo dietro a stronzate varie invece di preoccuparsi di preparare tutto il necessario per essere pronta ad affrontare tre mesi di carrozzina.

donne.

Del biasimare inutilmente

sarò breve.

ho sempre pensato che le critiche per essere utile debbano essere poste in maniera chiara, concisa, con tono neutrale, limitando al minimo l’usi di aggettivi o coloriti e ricercati vocaboli, limitandosi a fare che in modo che la critica non diventi pungente al punto, anche minimo, di irritare la persona alla quale questa è rivolta.

in breve: dimmi quello che secondo te non va bene senza giri di parole, prese in giro o sante messe non richieste. è bianco ma lo vuoi blu, è storto ma lo vuoi dritto, è a destra ma sarebbe meglio metterlo a sinistra.

punto. chiaro, veloce, conciso, preciso, asettico. e magari ricontrolli e mi dai pure un “ok”, giusto per “chiudere” la questione.

invece il mondo si divide in due grandi gruppi di persone: gli stronzi/e che devono fare commenti di ore, sfottendoti, per arrivare al dunque e gli stronzi/e che non parlano, non dicono, ma si limitano a puntare il dito indicando nessuno capisce cose e nessuno capisce neanche il motivo di questo indicare.

che cazzo vuoi?

torna in campo BIPOLARE e i suoi “leggi bene / controlla bene” perchè evidentemente far perdere tempo a una persona che ha sbagliato una parola su sessantacinque è lezione che necessariamente serve a far si che la prossima volta non si sbagli.

è più o meno l’are di gioco di STRONZOTAPPO che però lui ha avuto la meravigliosa idea di dimettersi e andare a far lezione altrove, ad altre persone, lontano anni luce dal sottoscritto.

e il mio sistema nervoso ringrazia.

invece di impartire lezioni e modus operandi dovremmo tutti fermarci, pensare, tacere e apri bocca solo per far si che dall’altra parte, la persona che presumibilmente ha sbagliato, riesca in tempi rapidi, con precisione, a correggere e correggersi.

che le sante messe vanno bene solo in chiesa e io in chiesa, guarda caso, mi annoia terribilmente andarci.

capito, testa di cazzo?