E allora apri tutto!

ormai penso che la soglia del ridicolo sia stata abbondantemente superata.

solita tipa, solito blog.

apre, chiude, apre, chiude, chiude per sempre ma poi non chiude, poi saluta e chiude, poi riapre, riposta roba vecchia giustificando il fatto che alla fine ok avere un blog ma non volendo scrivere roba nuova allora che fai? la ricicli. ok, è una scelta, non discuto.

poi chiude, toglie il link, resta la foto a tutta pagina e basta, ma se vai nell’archivio (se come me sai come fare) vedi che c’è un post nuovo anche questo mese, scritto e non pubblicato. che senso ha?

oggi torno a vedere se l’umore è “aperto o chiuso”.

è aperto.

“Vabbè se usate i trucchetti per entrare lo stesso, tanto vale riaprire la porta, che vi devo dire? Entrate e fate quello che vi pare.”

se n’è accorta. presumo stia tutto il giorno a controllare traffico dati, click e contatori di lettura. ma se il blog lo hai chiuso cosa controlli a fare?

adesso ha riaperto, ancora non si sa per quanto, forse qualche giorno, almeno fino a quando non avrà capito come può bloccare wordpress per impedire al mondo di leggere roba che lei scrive ma non vuole pubblicare su un blog che una volta riaperto dopo la centesima chiusura tornerà ad essere fruibile a chiunque senza limitazioni.

io sta personaggia la vorrei conoscere dal vivo, giuro.

Prego sedetevi comodi, sta cominciando lo show

LEI oggi ha tirato fuori la borsa da portare in ospedale. quando devi entrare? non lo so, mi devono chiamare. ok.

resterà ricoverata 2-3 giorni nell’ospedale della città vicina, poi tornerà a casa e, a sua detta, dovrà restare ferma per 3 mesi.

“e chi farà le cose di casa? nessuno si è mai interessato!” il suo problema.

di mio sono per il vivi e lascia vivere e, soprattutto, per prendere in mano la situazione solo quando l’acqua arriva alla gola. tanto è inutile impazzire prima.

io lavoro 8 ore al giorno più una di viaggio, totale 9 ore. in pausa pranzo se non trovo nulla di pronto, mi dovrò arrangiare in fretta e furia, pur sapendo che il resto della truppa per quanto totalmente incapace di fare qualunque cosa in casa, almeno a mettere a bollire una pentola ci può arrivare senza problemi. quindi anche a pranzo la questione è risolta.

poi resta il discorso pulizie, pure quello sistemato grazie a LA SERVA che certamente sarà chiamata ad intervenire più spesso in questi tre mesi. altro problema risolto.

per la cena, ma idem come sopra.

cosa resta? il bucato. si tutta tutto il lavatrice e non si stira niente. problema risolto.

che altro? i piatti da lavare non sono certo un problema ma solo una rogna, ma fattibilissimo.

e per la spesa di certo non serve essere un genio a leggere una lista e comprare il necessario, giusto?

e poi c’è una grande occasione: quella di far finalmente muovere il culo ai nullafacenti di casa facendoli poi restare in carica a vita come aiutanti domestici.

in un modo o nell’altro la pacchia per qualcuno finirà, anche solo temporaneamente.

Del bene sprecato

soggetto 1

20 anni, finisci in sedia a rotelle, paralizzato a vita dopo un incidente, cerco di esserti vicino via messaggio (abitiamo lontani, non posso venire da te) e in 12+ mesi praticamente non mi calcoli, nonostante, ma tu questo non lo sai, abbia pianto diversi giorni per te dopo aver saputo la notizia.

soggetto 2

hai la schiena bloccata dal solito dolore, più volte chiedo come vanno le cose ma non rispondi.

soggetto 3

operato al ginocchio dopo un infortunio estivo. l’operazione era oggi, ho mandato due messaggi, uno nel primo pomeriggio, uno poco fa, ancora entrambi senza risposta.

e poi ci sono i soggetti da 4 a infinito che neanche voglio mettermi ad elencare e ricordare, dal bagnino con “gravi problemi” e che “sta prendendo anche un farmaco” che non ho mai capito se fossero problemi fisici, personali o famigliari. “ti chiamo io quando sto meglio” ma sono passati mesi, sta meglio da un pezzo (lo so per terze persone) ma non ha mai chiamato.

ogni tanto vorrei, più che fregarmene, mandare un messaggio tipo “ciao, ho saputo che stai male, spero davvero che peggiori il più possibile, tante care cose, vaffanculo e crepa male”.

si chiama “bene sprecato”.