Del concetto di blog

SPALLE ha trovato l’amore e ha aperto un nuovo profilo social, di coppia. dopo il suo profilo instagrame e tik tok adesso arrivano altri profili sulle medesime piattaforme, ma di coppia.

“seguiteci per conoscere le nostre avventure”.

dicitura: “un blog”.

ha postato un video di un centro benessere, fatto pure a cazzo di cane (il video, non il centro benessere) e chiude con una foto di lei in braccio e lui che si baciano.

un blog. le avventure.

vabbè.

Studia, studia

comitiva di studenti in azienda, seconda media, girano per reparti e uffici facendo il chiasso tipico dell’età.

hanno chiesto “quante ore lavorate” e “quanti soldi prendete”. direi una generazione più sveglia della mia, che al colloquio sicuramente non andranno col cappello in mano, diciamo.

“possiamo sapere quale scuole hai fatto [per fare questo lavoro]?”.

che scuole ho fatto.

ho fatto che mi sono arrangiato, ho fatto da solo, ho fatto che quello che so fare lo faccio per passione, grandissima, per quello che è il mondo web e grafica.

curiosità, guide, piccole informazioni qua e la e tanta, tanta, tantissima pratica sul campo, ore e ore passate a vedere gli altri, copiare, provare, inventare.

lo studio? non serve a niente. o serve fin lì. poi o hai la passione o meglio che trovi qualcosa di altro da fare, che ti piace.

altrimenti fai la fine dei laureati che conosco io: gente col pezzo di carta appeso al muro che però nella pratica non fanno fare niente, complicano le cose e inciampano nelle loro scarpe su questioni mediamente banali.

tutto qua.

Why love

partecipano a programmi tv per incontrare l’anima gemella, fanno 4 esterne, si parlano 5 ore in tutto (possono farlo solo così), tempo 10 puntate e si scelgono, praticamente innamorati.

finisce in sedia a rotelle, perde le gambe, muove meno me mani, non potrà avere figli (in modo naturale), un anno di ospedale e poi, un anno dopo, fa selfie mentre bacia quella che dice essere la sua ragazza.

apro twitter. tema: “come vi siete conosciuti?”. una sfilza di commenti di gente che praticamente è uscita a buttare la spazzatura e giovedì prossimo festeggiano 8 anni insieme. incontri sui social, alla festa di amici, in discoteca, al cinema, al lavoro, in trasferta, ormai mi aspetto anche che si sposino dopo aver aperto il finestrino dell’auto per sputare la gomma.

è tutto facile.

facilissimo.

e allora perchè?

Dei lenti decadimenti

LA SERVA torna in azione oggi. dio la benedica. il resto della casa non muove un dito, tra chi è impedito e quindi giustificato a che ormai ha sfondato sedie, poltrone e divani per guardare la tv e giocare col tablet.

fuori cresce l’erbaccia, muri e travi si stanno rapidamente scrostando, il vialetto urla il bisogno di nuovo cemento e il porticato è pieno di merda di uccello che nessuno (dei fannulloni disoccupati di casa) si sogna di lavare.

ho scritto ai nullafacenti di preparare altro diserbante e poi ho cancellato il messaggio: maledetto me e il mio costante impulso di sollecitare gente che non ha palesemente voglia di fare un cazzo.

resti tutto come sta, poi quando sarà caduto l’ultimo mattone e le erbacce arriveranno al naso, magari accadrà il miracolo. che ci posso fare io, alla fine?

dopo otto di lavoro devo anche fare il lavoro di chi da anni è con le mani sulle palle tutto il giorno? si arrangino o, almeno, chiamino qualcuno che, a pagamento, pulisca, ripari, mantenga, sistemi, rinfreschi.

io più di così posso sicuramente fare.

ma perchè dovrei?