Wwvecchio

sogno di riaprire il vecchio blog da secoli e nel 2016 ho anche realizzato una versione praticamente finita e funzionante che non è mai stata pubblicata.

motivo? non so cosa scrivere e quello che voglio scrivere o non mi va di divulgarlo e/o non vorrei venisse letto dalle persone che per me, ad oggi, sono considerate “sbagliate”.

vorrei riprendere il vecchio domino ma ormai è compromesso e io ho sempre ritenuto indiscutibile la necessità di tenere ben separata la vita online da quella reale, per il semplice fatto che se mi girano le palle qui posso indicare la qualunque persona come “figlio di puttana” senza le odiose, irritanti e (giustamente) inevitabili conseguenze.

punto.

e poi c’è “tutto il resto”, che non scrivo neanche qua che è anonimo e potenzialmente privato, figuriamoci se lo pubblicassi con l’altro mio notissimo pseudonimo. no grazie.

la (mia) rovina sono stati i social che avendo messo online un mondo di scrittori e fotografi e commentatori con link, follower bene in vista con foto, nomi e cognomi, hanno mandato in fumo la mia idea di “mondo secondario” dove potevo pubblicare le mie cose senza che conosciuti e conoscenti riuscissero a identificarmi o identificarsi tra loro.

un nick, un commento, uno smile. punto. anonimato.

ora è tutto collegato, tutto taggato, basta un click e sai chi sono, dove vado, che gente seguo, chi conosco, dove vado, cosa mi piace fare, nero su bianco, con foto, indirizzi, dati, date.

anche no, quindi.

peccato però. davvero peccato.

E i bancali?

nel mentre di sbuffi di fannullone che vogliono sempre essere al centro dell’attenzione, di previsioni meteo sbagliate, di giornate al mare perse nel maltempo non previsto e noia assortita mista dall’indifferenza di una casa lasciata abbandonata a se stessa (ma col problema pesantissimo di chi pulirà le abbandonatissime case al mare!) i bancali dello stanzino sono ancora al loro posto.

“viene a prenderli LA PRINCIPESSA giovedì, quindi liberali”

io non libero un bel niente dopo aver perso due ore a sistemare cose che da 10 anni (dieci!) nessuno ha mai trovato la voglia (non il tempo: la voglia) di riordinare. ora è tutto in ordine. vogliono qualcosa? bene: prendono, spostano, escono e rimettono in ordine tutto come si deve.

che io abbia perso due ore della mia vita a sistemare cose che da 10 anni attendono di essere prelevate e che adesso debba anche riprendere tutto il mano perchè certa gente s’è svegliata e la rivuole (dopo anni di solleciti miei, aggiungo) mi pare davvero volermi prendere in giro.

nel mentre il giovedì è passato e ormai ne arriva un altro.

esattamente quale sarebbe il “giovedì del prelievo”?

un giovedì del 2060?

E che pulisce?

lo scorso anno per mesi ho chiesto info circa l’organizzazione delle pulizie degli appartamenti al mare. ma non era mai il momento: troppo presto, troppo freddo, troppa pioggia, troppo qualcosa. oppure non si poteva per questo o quel motivo, oppure, semplicemente, non si poteva ma senza dare un perchè, anche se il perchè era chiaro anche all’ultimo dei coglioni: mancava la voglia di faticare.

alla fine siamo scesi in due, io e LEI, una giornata intera a pulire, lasciando a casa i pesi morti che l’anno precedente avevano pulito un intero bagno in 4 minuti con l’acqua gelata, uscendo col sorriso al grido di “qua ho finito! bagno pulito!”.

l’idea del pollo in questione era di passare tre minuti a pulire due appartamenti e 5 ore a girare in città tra vetrine e spiaggia.

non funziona così, bello mio.

e chi pulisce quest’anno?

LEI è fresca di liberazione dal gesso e ogni passo è motivo di 4 ore di lamenti e lamentele, quindi l’idea di passare 10 ore con una che sbuffa tutto il tempo mi fa passare la voglia di fare qualunque cosa.

resta l’opzione di risvegliare dal letargo LA SERVA 2, l’equivalente de LA SERVA di casa ma in versione marina, ossia una o più signore che, a pagamento, provvedono a pulire e spolverare le case vacanze della gente.

il problema di LEI è che avendo io riempito casa di soprammobili e oggetti “non voglio pagare qualcuno che passa mezza giornata a levare e rimettere cose”, considerazione corretta ma facilmente risolvibile: passo io il giorno prima a togliere tutto dagli scaffali, lascio sul tavolo della cucina, loro puliscono tutto poi torno io, pulisco gli oggetti, rimetto in ordine e infine pulisco il tavolo.

fine.

semplice, facile facile.

adesso sono curioso di vedere come andrà dato che lo scorso anno le pulizie di casa era abbastanza sottovalutate e quest’anno, chissà perchè, sono ennesimo motivo di polemica.

Casa incurata casa

intanto la casa è sempre lì, nelle mani de LA SERVA che ha il vizio di attorcigliare i cavi di qualunque cosa (cavi usb, cavo delle cuffie, cavo del phone, ecc.) e che rimette oggetti e tappeti nel posto sbagliato. ma almeno pulisce.

le erbacce nelle aiuole dove volevo piantare i fiori le ho tolte io settimana scora, gli abitanti di casa, disoccupati, non hanno avuto tempo/voglia di provvedere. poi basta vedere tutto il resto della gestione… figurarsi le erbacce a che livello di interesse sono!

ho fatto anche presente a mister divano che in caso di mancato diserbo sarà lui a dover fare il lavoro di pulizia, a manina, da solo, perchè io col cazzo che mi piego a terra per ore a strappare piantine che tempo 5 giorni tornano più folte di prima. o diserbi e distruggi tutto per mesi o t’arrangi. e gli ho fatto presente che LEI sicuramente finirà col rompere i coglioni per l’erba (che ovviamente vuole sia tolta in modo naturale ma da altri! comodo!) e che quindi è bene riflettere sull’opzione diserbante.

il giorno dopo avrebbe dovuto preparare liquido e pompa. non lo ha fatto. io ho fatto finta di niente, lui pure, poi ha piovuto e addio trattamento. se ne riparlerà quando tornerà il sole.

io alzo le mani e sospiro. che altro fare?

Storie senza rotelle: day 4

quatto giorni senza gesso, quattro giorni quasi senza sedia a rotelle. va, fa, sale, scende, si muove. poi le si gonfia il piede e torna a lamentare che “la gamba le sembra mangiata da un cane”.

ancora.

e uffa di qua e uffa di la. aspetta che ti siedi a tavola e ti si mette davanti a sbuffare.

e fa tutto lei, nessuna l’aiuta, e lei qua e lei la.

e sbuffa e uffa. e dei lavori che comandava agli altri, mille al minuto, non ho prove ora li stia facendo visto che non di rado, causa dolore, è seduta a giocare col cellulare.

praticamente tolto il gesso invece di finire la questione una volta per tutte siamo tornati indietro di 80 giorni quando, fresca di gesso, rompeva e piangeva per ogni cosa.

mi domando, tra morti e stronzate varie, cosa ho fatto io di male per meritarmi un’ansia costante del genere.