Facciamo 31

l’ho saputo qualche giorno fa ma lo scrivo solo oggi: il 31 dicembre 2022 metterà fine all’esistenza de IL POPPANTE in azienda, dopo 10 anni di rotture di coglioni e fancazzismo ferreo, con chiacchiere e risate, regole ad personam che imponeva a tutti ma era sempre e solo lui il primo a non rispettare, l’ufficio trasformato nello sfogatoio della sua vita da segaiolo che chissà quanti colloqui ha fallito prima di cogliere l’occasione per mettersi in proprio.

talmente tanta professionalità e competenza che per trovare una nuova azienda che lo assumesse ne ha dovuta aprire una, dopo che anche l’ultimo dei coglioni, l’odiatissimo (da me) STRONZOTAPPO ha abbandonato la nave qualche mese fa, a sua volta ultimo tra gli stupidi ad abbandonare la nave dopo che per un decennio fior fior di gente giovane, capace e sveglia ha fatto fagotto per andare dove l’apprezzamento (economico) era maggiore.

tant’è, non perdono ma qualcosa forse dimentico, di fatto certamente non ho mai speso una sola parola per commentare il “fine partita”, cosa che non ho fatto neanche nei confronti dei precedenti due figli di puttana della mia vita ossia IL PORCO e IL FIGHETTA.

dimissioni formalizzate settimane dopo averle date a voce, sicuramente un mese dopo averle comunicate a chi di dovere per avere il tempo di ordine le ultime trame e discutere dettagli in modo che al suo sederino sia assicurato un posto al caldo. come sempre.

23 giorni ancora e poi addio. per sempre.

ti auguro ogni male, tutto il male possibile, ti auguro la sofferenza e il fallimento e di pentirti per tutta la vita di qualunque cosa tu decida di fare da qui in avanti.

e di morire malissimo, quando sarà.

col cuore!

Del far fare ad altri

LA SERVA torna in azione questo pomeriggio per pulire presumo i pavimenti di presumo ingresso, salotto e cucina e/o per passare anche i tappeti. un lavoretto che la truppa di casa poteva benissimo fare senza nessun problema nei 15 giorni che passano dall’attuale al precedente intervento della suddetta donna a ore, pagata per lavorare al posto di chi non lavora e invece cazzeggia.

nel mentre altri puliscono LEI elabora idee per potenziare il cazzeggio quotidiano: cambiare il cellulare (ormai la batteria non tiene più la carica) e attivare un profilo facebook (con 20 anni di ritardo sul mondo intero) presumo per vedere i contenuti che lei e le altre quattro vacche sfaticate delle sue amiche condividono.

nel mentre dispensa consigli a chi lavora per obbligo e lamenta del dover fare tutto lei, da sola, senza aiuti, con l’andazzo e il tono di chi, in catene da anni, passa la sua tristissima esistenza a far da schiava al mondo intero.

passano gli anni ma le come sono sempre le stesse.

anzi, peggio.

Altro giro, altra corsa

giornata di ferie passata a casa nel pomeriggio e al mattino alla visita col medico “in culo ai lupi” dove finalmente s’è parlato di operazione. perchè nuovamente è stata rilevata la lesione.

ora dovrò prenotare una nuova visita, sempre in culo ai lupi ma un po’ meno, per avere un parere specialistico circa il da farsi, se fare o meno l’operazione o provare ancora con la logopedista che comunque vorrei evitare perchè è una noia paurosa e richiedere tempo, costanza e pazienza che, senza tanti fiocchi e belle parole, io non ho e non ho mai avuto.

vedremo.

Degli amici vecchi

la “festa” (aperitivo al bar) è stata una gita al museo. gente di 40 anni che arraffava antipastini e pizzette come non ci fosse un domani, con i soliti drink e i soliti discorsi.

e ora nei discorsi sono entrati pure i figli, tra pappe e vomitini, malattie e asili nido.

li guardo, li osservo, li ascolto.

e la mia mente vola immediatamente al campeggio, al pub, agli amici quasi ventenni che parlano di musica, di ragazze, di scopate in spiaggia, di feste sul molo con bottiglie di ogni tipo, di sbronze, di figuracce e chiazze di vomito nei luoghi più improbabili.

per un istante rivedo le luci colorate, sento la musica a palla, li rivedo in cerchio a spingersi come dei dementi mentre ballano, urlano, ridono.

per un istante sono seduto sul molo con la cassa a tutto volume per poi finire al centro a saltare seguendo il ritmo, tra bottiglie di ogni tipo e gente che piscia poco lontano.

abbronzato, ben vestito, colorato, sorridente.

poi sbatto gli occhi e sono nuovamente circondato da mobili fuori moda, pareti color crema e vassoi con crostini e ciccioli di salame ad ascoltare discorsi sui film in uscita (che non andremo mai a vedere insieme) e malattie raccattate all’asilo nido dal figlio di turno.

e lì realizzo che tutta la sofferenza per non fare più parte di quel mondo in tutta onestà non ha senso di esistere, perchè da quando mi sono sentito scaricato da loro ho ripreso in mano i miei fine settimana, ho conosciuto decine di persone nuove, certo, solo in estate, ma vuoi mettere passare un compleanno coi ciccioli di salame in bocca a parlare di febbre e vomito?

quando finiremo nella tomba chi si sarà goduto di più la vita? loro con mutuo e figli o io coi miei ragazzetti a far sbronze sul molo mentre si ride e si ascolta bella musica?

si chiude un mondo e se ne crea uno nuovo, diverso.

migliore.

che voglia di essere al molo ora!

Dei vecchi amici

domenica sera aperitivo e pizza per il compleanno de IL LAUREATO e IL TRASCIATORE, evento limitato per il sottoscritto al solo aperitivo, che di pizza, far tardi e pagare alla romana le cene di pesce di altri non mi andava proprio.

due buste di cioccolatini in regalo, 3.50 euro l’una ed è stato anche troppo per gente che non vedo mai, da anni e che da altrettanto tempo non si fa sentire.

andare alla festa perchè? perchè dopo anni di silenzio è tornato in essere un invito, quindi perchè no? se l’elefante è nella stanza non ti fermi a guardare? appunto.

solita gente, solite chiacchiere, tutti invecchiati ma ancora fermi ai soliti discorsi e discussioni ormai stantii.

LA STRONZA ancora frigge patatine da ormai sette anni, diventata direttrice e poi auto degradata perchè troppo impegnativo. sempre sovrappeso, addobbata dai soliti tuniconi tipici del suo stile, con le braccia che non hanno mai visto una ceretta per eliminare i peli neri, i capelli arruffati e pieni di fili bianchi (la tinta che facevi quando non ne avevi bisogno adesso che serve perchè non la fai più?) e la faccia evidentemente stuccata di polvere coprente che sembrava uscita da una pozza di polvere, di colore pure diverso rispetto alla carnagione del collo.

la cantante s’è palesata di un colore castano biondo che non le donava per niente, così come era inguardabile la camicia da arlecchino sotto il maglione di marca de IL LAUREATO, l’uomo che da quando ha un lavoro, una fede al dito, un bambino e una donna che presumo tenti di addobbarlo per ogni occasione, è diventato maturo maestro di vita. lei assente per malattia, per fortuna, ha dato la possibilità al sottoscritto di scambiare quattro parole quattro senza essere interrotto dalla saccente donna di cui sopra.

IL TRASCINATORE è rimasto lo stesso, a parte per la pelle ombrata di macchie che oserei presumere dipendano dall’età, ma se le macchie arrivano a 43 anni allora un pensiero mi fermerei a farlo. anche IL PELATO si è impercettibilmente deteriorato, con la pelle a grinze a ogni sorriso.

poi ci sono le coppie “esterne”, da mister felicità e moglie, con lui sempre uguale e lei coi capelli nero spazio (cambiare tonalità sarebbe il caso, sono finti da morire!) e l’altra coppia, con lei ancora gonfia dai farmaci e lui che sta diventando sempre più somigliante a zio fester.

e io lì, nel mezzo di gente che arraffava crostini con ciccioli di salame sopra, pizzette scaldate alla meglio e bocconcini fatte con brioches al cioccolato (presumo invendute) fatte a pezzetti e serviti su un vassoio di acciaio senza alcun tovagliolo sotto. tutti lì ad arraffare come non avessero mangiato da giorni, coi figli de LA FATTRICE che lappavano patatine mando fossero la più rara ed esotica pietanza. e il bar -in culo ai lupi- è di proprietà della cucina del festeggiato che col marito ha rilevato l’attività arredandola con mobilacci fuori moda, tende bordò sintetiche su parenti color crema, ricoperte di milioni di quadri “artistici” ciascuno con una cornice diversa. l’idea in se era buona, poi sai, tra pensare a quello che vorresti e osservare il risultato ne passa tipo l’abisso.

l’abisso.

IL LAUREATO ha aperto i cioccolatini davanti a me, mentre l’altro è andato ad aprirli in cassa, mentre pagava, quindi come al solito da lui soddisfazione zero.

poco male, tanto la festa è stata praticamente una visita a un museo: roba vecchia, vista e rivista, le solite cose, nulla di nuovo. neanche il ripetersi di cose fastidiose ormai mi crea fastidio.

esco dall’aperitivo con mister felicità che si rattrista quando viene a sapere che non sarei andato alla pizza. “potevamo parlare”. ma di cosa? ma chi ti conosce? devi farmi l’ennesimo quarto grado.

salgo in auto e IL TRASCIATORE, sorpreso, nota la nuova auto. l’ho cambiata da oltre un anno. se ti degnassi di invitarmi in giro ogni tanto lo avresti già saputo.

fine. IL TARSCINATORE poi farà un’altra festa la prossima settimana con altri amici, altra gente, altri invitati. perchè chi meriterebbe poco dalla vita in realtà ha perfino più compagnie di amici, mentre chi avrebbe bisogno di un paio di persone ed ha tutte le caratteristiche per essere un buon amico è invece sempre solo.

dettagli.