Change again

IL TONTO ha trovato un nuovo lavoro. nuovo inizio, nuovo cambio, nuova vita e sicuramente a più soldi dal primo settembre.

ennesimo lavoro cercato, trovato e cambiato nel giro di pochi anni, l’ennesimo di una lunga lista di cambi di sedie della durata media di 24 mesi scarsi.

cerca, trova, va, incassa, s’incazza per le mancate promesso o per la noia e poi salta nell’isoletta successiva sempre certo di guadagnare qualcosa, dal punto di vista pratico o certamente economico.

solo io resto sempre dove sono, con una “carriera” di merda iniziata con uno stipendio a dir poco da fame e arrivato oggi ad aver cambiato solo due sedie passando da un inferno durato quasi in decennio a un purgatorio durato già oltre un decennio, con migliaia (non scherzo) di annunci pubblicati su internet e giornalini, fior di agenzie contattate e sollecitate milioni di volte e nessun riscontro positivo, nessun colloquio, nessuna offerta, il nulla del nulla.

il ciccione invece salta di palo in frasca cadendo sempre in piedi, facendo magari sì dei sacrifici (magari il nuovo lavoro è a 80 km come uno dei precedenti?) ma sempre con la certezza che qualcosa a livello economico arriva a gonfiare il portafoglio.

il mio ultimo (e l’unico) colloquio fatto risale a 16 mesi fa (prima ancora non ne facevo da ANNI) dove mi hanno offerto orario flessibile e 240 euro in meno di quanto sono pagato oggi (da fame), mentre io puntavo proprio ad aumentare il salario di almeno 200 euro.

e niente, sono ancora dove sono, a giocare con le finestre, a invecchiare, intrappolato in una vita che ancora non capisco per quanto tempo riuscirò a sopportare. non c’è via d’uscita, se non vincere alla lotteria, incassare e godermi la vita tra viaggi e vacanze, creandomi un mio mondo di beata “fantasia” dove la quotidianità sono mesi di campeggio e navi da crociera, foto di paesaggi mozzafiato e fotine instagram per far crepare gli schiavi che restano a casa a timbrare il cartellino.

e invece.

tutto cambia, tutti cambiano e io sono l’unico che resta sempre al proprio posto, con la testa bassa e il portafoglio misero a chiedermi perchè, nonostante una testa non da poco e mille capacità professionali, non riesco mai, in nessun modo a trovare il mio sbocco lavorativo.

andare all’estero? andateci voi, io sono nato qua e non muovo il culo dalle comodità che almeno la vita riesce -ancora- a garantirmi.

al solito si arriva sempre al mio mantra: se dio avesse voluto le cose sarebbero andate diversamente, in modo migliore, con semplicità e senza nessuno sforzo.

e invece.

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