il problema principale, il fulcro di tutta la questione, la colonna portante di ogni cazzata successa al lavoro è semplicemente il fatto che tutti (sottoscritto a parte) DEVONO emergere, DEVONO avere un riflettore puntato su se stessi, DEVONO spiccare, DEVONO avere ragione, DEVONO essere sentirsi stimati e apprezzati.
poco importa se si parla di salvare l’umanità o di chi deve mettere il rotolo di carta igienica quando finisce, tutto, ripeto, TUTTO, deve PER FORZA avere un qualsivoglia “ritorno di immagine”, l’apparire, il sembrare, il far credere, il convincere tutti [gli altri] che “io sono bello, bravo e giusto”.
punto.
poi il “punto” lo mette sempre chi parla, chi vuole avere l’ultima parola, ma se poi ci mettiamo nel mucchio capi senza palle e pettegole che non vogliono altro che primeggiare e moltiplichiamo tutto questo per “X” persone (sottoscritto escluso, ripeto), la storia non avrà mai fine.
ridicoli, loro e la situazione tutta, se penso che si potrebbe tranquillamente passare il tempo col sorriso facendo quello che si deve fare e prendendosi del tempo libero, in serenità, quando non si ha altro da fare.
normale, semplice, naturale.
ma non ovvio, a quanto pare.
fai del male e male riceverai, il male nutre il male, crea altro male che a sua volta vive di male e altro ancora ne crea.
punto.
e questo è il “punto” vero.