Delle domande semplici

vorrei dire “a volte” ma invece no, dico “spesso”.

mi domando spesso cosa spinga le persone, per sete di una non definita rivalsa o semplice mania di protagonismo, a creare, fomentare, riprendere situazioni che non portano altro che negatività, stress e nervosismo.

ed è così ovunque.

ovunque.

perchè, mi domando? perchè rompere i coglioni al prossimo, il più delle volte umile e indifeso, quando si potrebbe vivere una vita tranquilla, fatta di sorrisini e spallucce alzate?

pensate di vivere mille anni? pensate che un giorno la terra sarà vostra?

non so, spiegatemi.

Ego

il problema principale, il fulcro di tutta la questione, la colonna portante di ogni cazzata successa al lavoro è semplicemente il fatto che tutti (sottoscritto a parte) DEVONO emergere, DEVONO avere un riflettore puntato su se stessi, DEVONO spiccare, DEVONO avere ragione, DEVONO essere sentirsi stimati e apprezzati.

poco importa se si parla di salvare l’umanità o di chi deve mettere il rotolo di carta igienica quando finisce, tutto, ripeto, TUTTO, deve PER FORZA avere un qualsivoglia “ritorno di immagine”, l’apparire, il sembrare, il far credere, il convincere tutti [gli altri] che “io sono bello, bravo e giusto”.

punto.

poi il “punto” lo mette sempre chi parla, chi vuole avere l’ultima parola, ma se poi ci mettiamo nel mucchio capi senza palle e pettegole che non vogliono altro che primeggiare e moltiplichiamo tutto questo per “X” persone (sottoscritto escluso, ripeto), la storia non avrà mai fine.

ridicoli, loro e la situazione tutta, se penso che si potrebbe tranquillamente passare il tempo col sorriso facendo quello che si deve fare e prendendosi del tempo libero, in serenità, quando non si ha altro da fare.

normale, semplice, naturale.

ma non ovvio, a quanto pare.

fai del male e male riceverai, il male nutre il male, crea altro male che a sua volta vive di male e altro ancora ne crea.

punto.

e questo è il “punto” vero.