davo l’addio oggi, 9 anni fa, al mio piccolo coniglietto, animale da compagnia che ha cercato di colmare il vuoto immenso lasciato dal mio primo cagnolino, con noi da una vita, venuto anche lui a mandare dopo quasi 17 anni di fedele compagnia.
contemporaneamente al coniglio arrivò il secondo cane, ad un anno esatto dalla morte del primo, anche lui ora scomparso a causa di un tumore lo scorso anno, dopo 8 anni letteralmente volati passati insieme.
poi questo pomeriggio entri in ufficio personale per informarti circa le ferie estive che anche quest’anno avranno la solfa di nuovi regolamenti: tre settimane consecutive fisse per tutti e poi altri 5 giorni da utilizzare a scelta entro fine anno, regola poi subito rimbeccata dal figlio di puttana che invece “vuole esaurire tutto entro settembre perchè poi non vuole che nessuno prenda ferie a causa della mole (???) di lavoro prevista, forse, (???) per la fine dell’anno”.
insomma, da gennaio ad agosto piantato in ufficio senza ponti, ferie o altro, poi 3 settimane di seguito e poi il nulla ancora fino a natale, con tutte le solite cazzate che arrivano per le chiusure imminenti, il primis l’annuale lavoro di merda.
ho seppellito 3 animali che amavo alla follia e una parente che amavo oltre ogni cosa e adesso mi ritrovo a combattere per avere otto minuti di ferie perchè legati a undicimila regole del cazzo, con una pandemia-farsa ancora in corso, con leggi e vaneggiamenti su quarantene che ancora non sono state chiarite e un campeggio dove vorrei passare l’eternità che invece posso godere appieno solo quando (e se) ci saranno gli amici, o presunti tali, gente che lo scorso anno mi ha ignorato per la maggior parte del tempo.
e sento la tipa del personale che mi spiega del lavoro, dell’azienda, delle decisioni, dei compiti, dei pagamenti, dei giorni, del lavoro, del lavoro, del lavoro e del lavoro. avrei voluto chiederle se si rende conto che lei qua dentro sta bruciando tutta la sua vita dietro a un monitor a contare le ore di galera di altre persone, ma credo che la cosa non sarebbe stata vista dal verso giusto.
stordito dalle poche ore di sonno, desideroso di tornare quanto prima in spiaggia, incredulo nel constatare che la mia vita è un calendario pieno di obblighi e stronzate gestite, comandate, ordinate e inventate sempre e solo da altri, torno alla mia scrivania, a cliccare finestre a caso per far passare 8 ore e potermene tornare a casa a non fare altro che attendere che la giostra riparta domani mattina.
a volte penso di farla finita.
a volte penso alla morte, al perchè la gente la tema, ne abbia paura.
potrei essere una foto sorridente su una lapide di marmo, col sole che riscalda la pietra tutto il giorno, al riparo dalla pioggia, nel silenzio dell’eternità, magari lassù, tra patenti e amici persi lungo il cammino e con i miei adorati animali, unici esseri viventi che mai una volta mi hanno deluso e/o rotto i coglioni ma che anzi, al contrario, hanno saputo sempre, semplicemente, naturalmente, donarmi amore incondizionato, affetto e spensieratezza.
a vivere come viviamo oggi, non siamo forse tutti già morti?