sveglia, mal di testa, temperatura esterna 16°C, occhi che si chiudono e LEI in cucina che fa domande di prima mattina.
“le cuffie della tv ti isolano” e “sono preoccupata perchè vivi nel tuo mondo, con le tue idee”. poi la chiccha: “ma anche al mare eri così?”.
venerdì scorso, spiaggia, piena notte. io e SARA davanti al cancello, lato spiaggia, col sicurino che passava ogni tre secondo a controllare dei tedeschi che cantavano sottovoce canzoni tedesche in spiaggia, assicurandosi che non disturbino i campeggiatori. lei mi parla di SAM, suo ex, che l’ha mollata chiedendole una pausa, dovendo poi ritrovarsi lei stessa a chiudere la storia in faccia a una persona che confonde la parola “pausa” con la parola “fine”.
e io lì, ad ascoltare, finendo col fare un semplice discorso: “io a casa non ho nessuno, non posso dire di avere amici e posso dire “amici” solo qui al mare, in campeggio, dove ho una media di 50-60 persone a stagione intorno. a casa non ho nessuno. ma va bene così, alla fine, perchè nella mia vita ho imparato a mie spese a cercare, chiedere, pretendere qualità. oppure: solitudine. che senso ha, altrimenti, tenere a libro paga cani e porci? cosa ci guadagno? a che pro, insomma?”.
torniamo a questa mattina quando, svegliandomi, pensavo fosse giovedì. e invece è mercoledì e siamo solo al secondo giorno di lavoro di una settimana lavorativa già azzoppata del lunedì (ancora di vacanza). è corta ma è infinita ed è partita lentissima.
già dal primo giorno dopo 3 settimane di mare e divertimento è tornato il mal di testa del mattino, la stordità, la stanchezza, la voglia di non fare nulla di nulla. e torna la tv e le relative cuffie, perchè non sento bene e le cuffie servono a sentire meglio e coprire il caos circostanze di gente che parla, grida, mette al massimo l’altra tv e parla di cazzate al telefono per ore.
poi si, sono nel mio mondo: per forza, ci vivo! voglio restare sempre tranquillo, non voglio caos, rumore, parole inutili, cadere nei loop mentali di gente che non avendo un cazzo da fare mattina e sera scatena polemiche fondate sulla polvere.
“al mare eri così?”.
no, al mare io non sono io. al mare sono divertente e mi diverto, parlo con decine di persone al giorno, non esiste internet, cuffie e tv, non esistono stronzate, polemiche, drammi; si sono solo sorrisi e allegria nel 99% del tempo. sempre, ovunque. non c’è la sveglia ce ti spacca il cranio al mattino e dormire anche solo 5 ore a notte non è un problema: mi diverto e la stanchezza non esiste.
a casa è tutto il contrario, alla fine, come è giusto che sia. altrimenti la vacanza a cosa serve se non appunto ad essere l’occasione per fare una vita che altrimenti non sarebbe possibile vivere?
“il mio mondo” va bene, me lo sono cercato, creato e voluto. le cuffie, il piano di sotto, la stanza chiusa dove nessuno entra, il non parlare che evita appunto di finire sicuramente a parlare di stronzate. e io non voglio stronzate nella mia vita.
poi è ironico che ad accusarmi di “vivere nel mio mondo” sia la stessa persona che di punto in bianco, tanto per citare una cosa sulle mille fatte, mi abbia informato dell’acquisto di un camper il giorno prima della sua consegna e che sia sia fatta salire i lucciconi agli occhi quando la nave da crociera è partita senza di me dopo che per settimane ha ordito per partire in solitaria lasciandomi a casa da solo, il tutto senza ovviamente neanche mai avvisare o farne il benchè minimo accenno.
“perchè tu non ci sei mai e hai sempre le cuffie addosso!”
eppure, cuffie o meno, le stronzate mi arrivano tutte. perchè non arrivano anche i contenuti di qualità?
è colpa delle cuffie?