Hair

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Nella nebbia

due giorni di nebbia, freddo e umidità.

e al mare è peggio anche da più giorni, senza mai un raggio di sole.

diluvio previsto ovunque (qui e li) sia sabato che lunedì prossimo, unico giorno decente domenica dove spero di fare un bis della giornata di sabato scorso quando tra piedi e bicicletta, a metà esatta di quanto percorso sommando le due cose, mi sono fatto la bellezza di 40 km.
nulla a che vedere con cibo spazzatura e sedentarietà di casa.

ma zero proprio.

Seleziona, elimina

rileggo pigramente le ultime offerte di lavoro in risposta ai miei storici annunci.

  • “front/office e supporto alla produzione” che vuol dire tutto e niente, presumo fare da impiegato-operaio-passacarte, quello che stampa la bollettina e poi va a chiudere scatoloni in magazzino. tra l’altro pure in culo al mondo, perchè come sempre la dicitura “cerco in zona XXX” chissà perchè non la legge mai nessuno. al solito sarei curioso di provare a inviare io un CV non conforme alle richieste e poi andare al colloquio per sentirmi dire cosa ne pensa “il padrone” di uno che già sbaglia in partenza. ma io sono un operaietto e quindi tutto passa per buono. zero diritti allo schiavo, no?
  • azienda di arredo giardino, cascate artificiali, faretti, paccottiglia varia. cercano per e-commerce. in culo ai lupi. cestinata.
  • web agency in città. interessante. cercano impiegato a tempo determinato, sostituzione maternità. cestinato senza neanche arrivare al “cordiali saluti”.
  • azienda aperta praticamente l’altro ieri, ramo (?) di una azienda più grossa (?), per “un progetto green”, cercano “promotori”. ossia non hanno manco letto cosa cerco (chiaramente specificato nell’annuncio) e hanno fatto spam di massa a qualunque email fosse presente sul sito/giornalino. cancellati e pure con disonore.

mah.

Drammi virali

un anno di emergenza codiv e per quanto io non ne sia coinvolto (grazie a dio) è innegabile il fatto che tante (o parecchie) cose sono cambiate.

i centri commerciali sono mezzi vuoti, per andare in giro serve la museruola e al tg da 12 mesi non si parla d’altro, con virologi e cazzoni vari che parlano -spesso senza sapere- di dati e date, sparando ipotesi più o meno fantasiose su qualunque cosa sia collegata al virus.

i medici sono i nuovi eroi, poi tanto basta che passi sto cazzo di emergenza e torneranno tutti precari a friggere patate fritte al mc donald’s, grazie di tutto e arrivederci, mentre la tanto sbandierata sanità martoriata italiana tornerà presto tale, perchè si sa che qua si impara a nuotare solo quando l’acqua tocca i capelli e quando si torna asciutti è tutto passato e dimenticato.

le fabbrichette hanno subito una bella masticata a inizio anno, cosa abbastanza arrapante per il sottoscritto che sogna una potente vendetta nei confronti dei ricchi figli di papà che ereditano azienda milionarie senza fatica, fatte crescere da padri, nonni e zii ai tempo d’oro dell’economia italiana, quando si vendeva aria fritta a 50.000 lire il grammo e tutti pagavano senza fiatare, tanto i soldi non mancano.

ora di parla di lockdown anche se il 90% delle persone sono asintomatiche e scoppia la polemica (nella quale non mi voglio neanche addentrare) sul fatto se sia meglio/peggio chiudere tutto o meno.

“si andrà a zone” e, germania insegna, non c’è niente di meglio per far incazzare -a ragione- gli sfortunati di turno che certamente ricorreranno a tar e giudici e poi qualche santo sarà.

una guerra tra “poveri” dove gli industriali hanno anche battuto il pugno per tornare al “lavoro agile”, ossia tornare a licenziare senza penali, a piacere, in stile 2008, anno dove tutti piangevano il morto ma la crisi occupazionale l’hanno causata in primis loro, spostando per anni fabbriche all’estero e trattando i dipendenti come fossero bambolotti usa e getta, alla bisogna, piangendo poi ancora il morto perchè “in italia non si vende” ma chi mai può comprare la vostra roba se siete voi in primis a non far girare i soldi nella mani degli schiavi-consumatori?

un serpente che di mastica ripetutamente la coda.

ma non divaghiamo.

madri in piazza inferocite perchè disturba tenere i figli a casa ma poi si vuole tutto aperto e allora anche qua altro serpente e altri morsi auto inflitti.

una guerra senza fine che certamente non finirà prima di altri 24 mesi minimo, e allora tanto vale prenderla come viene e sperare per il meglio, che alla natura il guinzaglio non l’ha mai messo nessuno.

poi nel marasma di nazioni allo sbando, gente in piazza, madri rognose e nonnini di 104 intubati -pezzi di storia preziosa che se ne vanno, “ma tanto a morire è gente vecchia e/o già malata”- saccenti virologi o presunti tali, c’è LEI.

uffffffffffffffffffffff…

cosa c’è?

ho paura che mi chiudano la piscina… questo sarà l’ultimo lunedì temo…

a ognuno i suoi drammi.

Dei sabati perfetti

sabato al mare, viaggio il venerdì sera, notte in appartamento (nuovo) dove ho dormito bene come mai da tanto tempo a questa parte.
serata passata a scrivere “le cronache 2020”, anche se i post da fare sono parecchi e serve tempo per scriverli.

lavoro in corso d’opera, ecco.

risveglio alle 8.45 e subito sono andato alla vecchia spiaggia dopo aver rimontato la bici della parente che avevo portato con me (finalmente ho una bici decente anche al mare!!!).

partito a piedi e raggiuto per la prima volta il capo opposto del molo dove mai ero andato prima d’ora, con ritorno dal centro della zona residenziale dove non pochi ricordi di antiche estati mi sono tornate alla mente.

tappa al laghetto poi di ancora alla vecchia spiaggia per il solito giro fino all’ingresso (e purtroppo ho scoperto che il mio parcheggio tattico dove lasciavo l’auto per entrare in campeggio sarà demolito per fare posto a un inutile pezzo di strada che collegherà due vie ciece).

ritorno alla macchina, poi ancora in centro, pizza d’asporto, cambio di appartamento con recupero della bici della parente e poi via verso il lato opporsto della città fino al molo e ritorno passando per la periferia e quindi via verso il campeggio, giro classico dell’inverno 2017-18 che mai più avevo fatto perchè l’altra bici era l’assassina di culo e schiena.

la bici della parente invece va che è un piacere, sembra di scivolare sull’olio a ogni pedalata, nessuno sforzo.

tornato in città ho chiuso gli appartamenti e sono tornato in auto alla vecchia spiaggia, quasi al tramonto, raggiungendo la zona delle colonie dove due anni fa aveva lavorato per un mese anche SCARPA (prima di essere licenziato ingiustamente e tornare al mio campeggio, per fortuna!).

infine, al ritorno verso l’auto, piccolo salto oltre il muro di cinta, arrivando titubante al centro dell’area camping per poi tornare indietro subito, spaventato all’idea di qualche guardiano (che tra l’altro se è lo stesso dell’inverno pure conosco! rischio doppio!).

tornato in auto sono ripartito alle 18.50.

totale strada percorsa: 20+ km a piedi, 20+ km in bici.

e poi mi domando come mai quando sono al mare perdo peso come niente.

mah!

giornata perfetta e clima magnifico! spero di fare un bis il prossimo weekend!