Degli hosting dalle lunghe manine

dominio, personale, comprato anni fa, lasciato vuoto, solo con una pagina minimale, cosa faccio e contatto email. da anni salto di hosting in hosting per beccare l’offerta, lo sconto, la promo, per tenere in dominio spendendo poco o niente, anno dopo anno.

tra i tanti salti sono finito diverse volte su register.it, sito con tariffe da ladri ma con promo interessanti.

oggi, per caso, guardo il saldo della carta di credito e scopro che dieci giorni fa mi sono stati addebitati 55,57 euro per un rinnovo automatico fatto però 20 giorni prima della reale scadenza.

ora sono in attesa di sapere, tra 15-20 giorni lavorativi, se la mia richiesta di rimborso sarà accettata.

l’offerta era di 0,55 cent, l’ho pagata senza saperlo 55 euro. cioè 100 volte tanto.

tutto ovviamente specificato nel contratto dove viene detto che, praticamente, i soldi vengono prelevati in anticipo “per sicurezza”. ok. ora visto che “per sicurezza” ho rispettato la scadenza vorrei il rimborso. se me lo daranno, ovviamente.

ora c’è ancora il sito della città (progetto mai decollato) registrato da loro e va da se che sarà spostato il prima possibile altrove. nel frattempo sono finalmente riuscito a capire come impostare il “rinnovo manuale”, cosa che non avevo mai tentato prima perchè, a ridosso della scadenza e col dominio puntualmente da traslocare (per 55,57 ovvi motivi) non ho mai tentato appunto per evitate i suddetti 55,57, che sono la misura esatta del cazzo che mi sono ritrovato in culo al momento. salvo rimborsi, s’intende.

va da se che, rimborso o meno, io con register.it valuterò se averci ancora a che fare.

Che pallets!

“libera i pallets perchè giovedì LA PRINCIPESSA se li viene a prendere”.

conservati a casa nostra da praticamente 10 anni i suddetti pallets (tre in tutto) sono stati più volte oggetto di discussioni tra me e la suddetta stronza, per il semplice fatto che logica vuole che la roba tua non deve essere immagazzinata a casa mia, ancor meno se nessuno viene a prenderla e passano 10 anni.

dieci anni. DIECI ANNI.

settimane fa l’ennesima litigata (da parte sua, io non litigo mai con nessuno, semplicemente faccio presente cose e chiedo risposte) con tanto, questa volta, di blocco del contatto su whatsapp (perchè bloccare qualcuno sul telefono è il modo migliore per imporre la propria ragione, ovviamente…).

comunque dopo la (sua) litigata ho svuotato la stanza e visto che sono creativo, pratico e geniale, capito che la merda sarebbe rimasta a casa nostra per altri 50 anni almeno, ho optato per creare un ripiano usando due dei bancali come supporti e il terzo come appoggio per tutto il ciarpame che mister divano conserva senza apparente motivo.

dopo un ora di lavoro e fatica adesso è tutto in ordine e i bancali, ora, servono a me.

ora li vuole.

ora li vuole e adesso non solo se li dovrà portare via ma dovrà anche (lei o chicchessia) rimettere in ordine tutto o comunque sicuramente fare spazio tra gli scaffali già presenti per infilarci quello che poi non avrà più una base di appoggio.

ad ogni modo a parte confermare che è una stronza viziata che da piccola doveva essere picchiata a sangue per insegnarle a stare al mondo, ancora una volta è solo grazie alla mia insistenza se i lavori alla fine vengono fatti.

dopo 10 anni.

DIECI ANNI.

Del bastare a se stessi

passeggio tra viali ancora deserti tra spiazzi di terreno rettangolari che tra non molto ospiteranno camper e tende parlando da solo e riflettendo su tutto quanto, dagli amici alle relazioni, da cosa vorrei e da cosa invece ho. e di cosa non ho, non ho mai avuto e quasi certamente non avrò mai.

cammino e penso a chi (perfetti sconosciuti) pubblica sui social di serate tra amici, vacanze tra amici e tante altre cose con persone che sono molto più che semplici amici. io non ho nulla da pubblicare e se c’è stato un tempo dove avrei potuto pubblicare qualcosa oggi non c’è più.

una vita dentro una vita dentro una vita, una vita che non voglio condividere con nessuno, nonostante i tentativi ci siano stati, ma come forse io non sono riuscito a cogliere le occasione è vero anche che, probabilmente, è stato viceversa.

eppure chiamo, messaggio, invito, a volte organizzo o butto l’idea o lascio la porta aperta, anche in un futuro di settimane, spesso mesi. ma non accade nulla, non cambia nulla. anche tinder è stato un fallimento ma è il segno dei tempi dove i rapporti sono tutti finti o che dimostra che sotto sotto lo sono sempre stati.

gente che non sente gente per mesi ma che quando capita si sentono, organizzano, riallacciano come niente fosse per poi mollarsi e tacere per gli 8 mesi successivi. che senso ha? che rapporti sono?

passeggio e penso che è tutto vuoto, alla fine e che la vita è un momento da gustare nella piena libertà e leggerezza del dover saper bastare a se stessi, in primis.

poi gli altri, se mai verranno, se mai ci saranno, saranno la ciliegina sulla torta.

altrimenti spero di avere sempre la possibilità di sorridere e ripetermi che si va avanti lo stesso.

anche più leggeri, forse.