Storie senza rotelle: day 7

una settimana di lamenti, piede gonfio, gamba gonfia, ginocchio gonfio e coglioni gonfi (questi, i miei).

oggi visita in ospedale e diagnosi: infiammazione. epilogo: un’altra settimana di punture (pancia e culo) e piede a riposo.

la verità è che tolto il gesso ha iniziato a fare tutto come prima, sforzando la gamba e quindi ecco il disastro.

ora, nonostante tutto, è in partenza per il mare e torna questa sera, col camper da ritirare al deposito, io con tutto ancora da preparare e la partenza che vorrei fare il prima possibile, magari uscendo prima dal lavoro.

che tanto la vita, alla fine, va anche vissuta e goduta. infiammazione o meno.

Delle serate un po’ pesanti

buon compleanno a LA PRINCIPESSA che oggi festeggia ma non riceverà i miei auguri in quanto mi ha bloccato su whatsapp presumo dopo la questione dei bancali da ritirare dopo 10 anni di deposito (e ingombro) a casa nostra.

pazienza, me ne farò una ragione.

IL PELOSO ieri sera mi ha deliziato con un infinito monologo sugli argomenti più interessanti:

  • l’ennesimo capitolo sul lojack della sua auto (con relativa trafila dettagliata di mail e punto della situazione)
  • ha ripreso il discorso della lampo della tenda (rotta l’anno scorso, già discussa e ridiscussa, ma perchè non ripetere tutto nuovamente?) e discussione sull’intenzione di comprare una tenda nuova, fatta così e così e così e così e così ma che poi “no, non compro nulla perchè ho troppe spese e le paghe sono sempre da fame!”. e allora di cosa parliamo? dei sogni? vabbè.
  • il top è stata la discussione su iobloggo: non sa neanche di cosa si sta parlando ma ha fatto una analisi circa il motivo della vendita, della chiusura, della strategia commerciale che ci sta dietro (???) e mille altre cose.
  • nuova passione del cinema (a lui mai piaciuto) che adesso sfoga come impegno fisso il mercoledì quando la “serata poveri” regala il biglietto a pochi euro. poi chiedi cosa ha visto e non lo ricorda. cosa vai a fare al cinema allora? vabbè.

serate degne di nota, insomma.

Sea power

non voglio andare al mare, penso, questo weekend perchè preferisco fare altro, in compagnia. ma non so cosa. e con chi. quindi mi trovo a pensare che tutto sommato è meglio andare al mare, anche se sarò da solo. ma sarei solo anche a restare a casa e, peggio, sarei senza mare, senza piscina, senza passeggiate, senza niente da fare se non andare nuovamente a negozi, i soliti, a fare gli stessi giri di sempre. con le conseguenze che, poi, so io.

quindi è meglio il mare, forse, in questo caso. anche se non verrà nessuno e non ci sarà nessuno che conosco. ma se chi conosco non vuole venire io che ci devo fare? meglio approfittare di camper e prezzi ragionevoli finchè possibile. e del meteo, anche, che pare sarà buono questa volta. pare.

quindi no, non mi interessa il mare ma solo aver pensato di andarci, alle cose da preparare, al camper, alle notti tranquille, al sole, al caldo, alla spiaggia, tutto torna vivo e non vedo l’ora di partire. e già penso a domani che, forse, sarebbe il caso di prendere mezza giornata di ferie e gustarmi mezza giornata di sole in più. che male, certamente, non fa. o no?

il potere del mare.

Amici non amici, ex amici, mai stati amici

diverse settimana fa IL PELOSO, in più occasioni, si è lamentato circa il fatto che la vecchia compagnia si sia ormai sfaldata e che nessuno degli altri, oggi, si faccia praticamente più sentire. “una volta si andava in vacanza insieme, adesso non si va più”.

piccola premessa: non è che la compagnia si sia sfaldata, ma semplicemente il tempo è passato, sono arrivati “passere e uccelli” che hanno fatto cambiare tipi di divertimento ai diversi interessati e, soprattutto, uscire con IL PELOSO è sempre una grande mattonata sui coglioni a causa dei suoi ritardi, dei suoi tempi infiniti dentro mostre e musei e negozi, alla pesantezza dei suoi discorsi politivi, interessi letterari, niente cinema o serie tv e cause “no vax” e via dicendo.

insomma: è pesante. pesantissimo. e non è che gli altri non si ritrovino, anzi, lo fanno, lo hanno sempre fatto, certo in modo più scostante e rado, ma si trovano, organizzano e vivono.

semplicemente a lui non lo invitano. punto. perchè rompe. punto.

quindi ha passato diverse serate a lamentarsi di questo col sottoscritto, della ex compagnia della quale anche io facevo parte (molto più di lui per altro, dati gli interessi in comune) e di come nessuno praticamente di faccia più sentire (con lui).

di mio rispondo che col tempo ho trovato altri interessi (shopping, campeggio, mare) e che comunque oggi vedo tutto con occhi diversi: loro non sono persone che mi possono dare i rapporti di amicizia che cerco. non è gente interessata, non è gente che si preoccupa se stai bene o meno, non è gente su cui si può contare. è semplicemente gente che conoscono, oggi meglio di ieri senza dubbio. gente che ti chiama quando ha bisogno, gente che cerca gente per dividere quote, costi, spese e regali, gente che cerca passaggi in auto, gente che si ricorda di te quando c’è un buco da tappare o un contributo da chiedere o semplicemente quando non hanno niente di meglio da fare o nessuno di più interessante da frequentare.

quindi, oggi, le mie sono amicizie leggere: esco, parlo, sorrido, partecipo ma con personali tacite regole non scritte e non dichiarate: non pago niente, non offro niente, non metto soldi per nessun motivo, neanche 10 cent, non chiamo nessuno, resto in attesa che siano gli altri a organizzare e quando rientro a casa penso sempre che questa è stata l’ultima volta che ci possiamo vedere e sentire, visto che, ripeto, non è gente affidabile per nessuno degli aspetti basici della vita o, almeno, non affidabile secondo i miei standard.

loro non sono per me quello che io vorrei essere per loro, in sunto. punto.

detto questo, settimane dopo le suddette lamentele ho scoperto che IL PELOSO ha creato un gruppo mettendo dentro i contatti di tutti gli “ex amici” per organizzare una cena e ritrovarsi dato che, cito, “ci siamo persi di vista”.

tutti dentro, meno il sottoscritto. tutti dentro meno l’unica persona che negli ultimi quasi 10 anni è rimasto la sera ad ascoltare le sua cazzate su politica e vaccini.

come volevasi dimostrare: altra persona nella mia vita che ricopre il ruolo di “inutile amico”, un tappabuchi quando non c’è di meglio da fare, di meglio da frequentare.

e io sorriso, conscio di tutto ciò, perchè dopo anni di pugni allo stomaco ho capito finalmente che la gente, tutta, non vale niente e che le persone, tutte, si dividono in due semplicissimi gruppi: quelli che ti hanno già deluso e quelli che lo faranno in futuro.

punto.