Degli anniversari bellici

sabato è caduto l’anniversario della fine della “guerra”. correva l’anno 2015 e sette anni sono letteralmente volati via. vado a rileggere il post scritto all’epoca dove le firme sono state siglate con strette di mano e lacrime (dall’altra parte, sia ben chiaro) come a voler esprimere un sentimento (li ha?) che ieri come oggi non so ancora identificare.

rammarico? dispiacere? o forse semplice paura, la paura di dover fare tutto da solo, la paura di sapere che ora non c’è più non solo l’alleato in campo ma neanche il coglione su cui sfogare tutto minuto per minuto.

a distanza di 7 anni ci troviamo oggi con un tubo dell’acqua tagliato senza preavviso, un albero segato senza avvisare, una costruzione a ridosso della nostra proprietà e una semi litigata per l’invasione dei giardinieri che a detta del coglioncello in questione avrebbero dovuto tagliare o non tagliare la siepe (non so i dettagli, non mi interessa neanche saperli). in più c’è stato il ricatto del mantenimento, passato per avvocati, giusto per rendere piccante la cosa.

a 7 anni di distanza vorrei un minimo sapere/capire cosa erano quelle lacrime, quelle strette di mano, quella tristezza.

ma alla fine penso di non sbagliare la diagnosi: invidia e rancore. invidia della nostra leggerezza e della nostra pace interiore, rancore per non poter più mettere i piedi in testa (anche se ad oggi ancora prova) e far valere la sua posizione.

è tutto finito.

se così restavano le cose, meglio così.

(crepa.)

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