Faccio io

alla fine i ganci sbagliati presi da mister divano per le tende al mare gli ho riconsegnati io. dal 6 settembre al 30 settembre non sono bastati 24 giorni ai fannulloni di casa per trovare 5 minuti per passare in negozio, nonostante l’auto sia perennemente sotto il culo tra hobby varie e cimitero da andare a covare ogni santissimo giorno.

tanto avevo sullo stomaco, tanto ho scritto.

Che finimondo con quel capello biondo

sabato niente mare: shopping.

due regioni, tre provincie, 400 km, due centri commerciali e due negozi.

ho preso la famosa scrivania che da tempo covava tra la mie idee, la misura leggermente più grande, nera. ho preso i tavolini da caffè che avevo puntato nel lontano 2017, troppo costosi all’epoca ma ora che sono cambiate le condizioni e i pezzi sono ad esaurimento (mi pare) ho colto la palla al balzo.

ho preso altra roba per halloween, due tappeti per il camper e una vaschetta per raccogliere sporco e acqua nei giorni di pioggia, in modo da avere il camper pulito quanto più possibile nonostante gli spazi decisamente angusti.

nel fine settimana esce la “collezione dj” e, credo, a metà mese (forse verso la fine) la collezione di natale, dove ho già puntato alcune cose.

600 euro in totale, cose impensabili prima che la signora dai ricci capelli ossigenati inforcasse gli occhialetti per verificare il foglietto strappatomi di mano mentre si guardava intorno alla ricerca di un tipo (“mirko”?) che le potesse dare non so che tipo di supporto.

è davvero assorbo come la vita a volte parla malissimo per finire benissimo o, almeno, in modo del tutto inaspettati, per una volta in senso più che positivo.

i tavolini resteranno inscatolati ancora per un bel po’ di tempo, lì dovrò imbucare lontano dallo sguardo di LEI che questa mattina ha già annunciato si dovranno fare discussioni generali circa quella che lei ora è convinta essere una nuova fissazione che, a suo dire, richiede l’intervento quasi di uno specialista.

tanto per iniziare bene il lunedì, insomma.

poi passeggiando nella solita località di mare mi sono trovato a pensare a come appaiono le cose dall’esterno, da chi non conosce -per fortuna!- la pura verità, completa, nella sua interezza.

perchè le cose che sembrano in un modo a volte nascondono verità peggiori. o in tal modo giudicate.

nel mio sono sereno: la vendetta è una cosa molto dolce, la vita ha piccoli momenti di felicità e, in questi ultimi due anni, ho capito -spero- che basta poco per essere felici, senza farsi tanti problemi, drammi e creare preoccupazioni che, volendo, nel bene o nel male di possono evitare con leggiadra facilità.

ecco.

Dica 333

333 euro per mandare in vacanza in montagna (con spa) per un weekend i fannulloni di casa, come regalo per festeggiare una ricorrenza.

idea de LA PRINCIPESSA che ha diviso col sottoscritto i costi.

ho pagato e non ho potuto fare a meno di pensare come certa gente abbia tutte le fortune: a casa liberi da impegni 24/7 da anni (o da sempre), non muovono un dito in casa se non per fare il minimo indispensabile (“minimo” che nel corso degli anni ha subito costanti riduzioni per cambi di stili di vita o aiuti tecnologici) e sono stati gli unici ad andare in ferie in agosto mentre il sottoscritto che lavora fisso non ha potuto mettere piede in nave causa una tempesta perfetta di casini burocratici e idioti di varia natura.

in ferie tutto l’anno, gli unici ad andare pure in vacanza in estate, gli unici ad andare in giro col camper e non in orario d’ufficio, gli unici che adesso hanno anche un viaggio omaggio da sfruttare per rilassarsi ulteriormente dopo le immani fatiche di aver spazzato il portico e lavato quattro piatti.

chi lavora invece è in catene 24/7 e perde le ferie per colpa degli altri.

che mondo di merda.

Ci rivediamo ad aprile

sabato giornata shopping, domenica giornata mare, iniziata nell’istate stesso in cui LEI ha aperto bocca per l’ennesima lamentela circa comportamenti e mancanze del sottoscritto.

l’auto è letteralmente sgommata al mare, nel silenzio dell’abitacolo deserto, con tappa rapidissima centro commerciale lungo la strada e tappa altrettanto rapidissima nel “nuovo” negozio segnalato dalla tipa del carretto dove ho preso un paio di cose per halloween.

arrivo in appartamento quasi alle 12.00, pizza da asporto, bici e via a fare un lungo giro per la città e la pista ciclabile periferica. l’idea di andare in campeggio in bici è stata scartata causa leggero vento ma tanto da affaticare la pedalata.

riposta la bici e chiusa la telefonata con IL PELOSO (incontrato poi più tardi in centro, rapidamente) ho chiamato la tipa del carretto e alle 15.00 circa ci siamo trovati per un lungo giro in passeggiata col fidanzato e ciccio, il loro nuovo cane.

gelatino (offerto da lei) e poi abbiamo anche incontrato lorenzo, tipo del carretto del campeggio di qualche anno fa che da mesi non risponde ai messaggi ma che ho comunque trovato bene (al solito lascio perdere di chiedere il motivo del silenzio di uno che vive col cellulare in mano).

infine li ho riaccompagnati a casa e siamo rimasti un po’ a parlare di viaggi e altre cose, poi li ho salutati e sono tornato verso l’appartamento, richiuso, auto, zona residenziale, boschetto e ingresso furbo in campeggio, ormai deserto a parte pochi fortunatissimi campeggiatori che si contavano su una mano.

lunga passeggiata in un surreale silenzio dove non cadeva neanche una foglia, come se qualcosa avesse fatto sparire l’estate con uno schiocco di dita. gli scaffali del supermercato erano praticamente vuoti, il bazar è in fase di chiusura e gli altri negozi, sebbene aperti e sebbene non mi ci sono neanche avvicinato, immagino siano stati sulla via della chiusura.

volevo passare in edicola ma poi ho pensato che non avrei trovato nulla dato che il giorno dopo (oggi) sarebbe stata chiusura; alle 12.00 sarebbero usciti tutti e fine, cancelli chiusi, addio estate.

giri a vuoto, a caso, passando ovunque, ritrovando luoghi che mi hanno ricordato momenti dell’estate appena vissuta, dalla piazzola vuota dove abbiamo giocato a carte seduti a terra sotto un albero mentre pioveva, alla piazzola tra i pini dove tutti gli altri si sono uniti mentre io vagavo arrabbiato e dimenticato per il campeggio, presentandomi all’ultimo e solo dopo grande richiesta, dove ho conosciuto “la maestra”, una stronzetta amata da L’AMICO DEL CAMPEGGIO (e che gli ha servito subito un bel due di picche).

quanti ricordi. tantissimi, inestimabili.

foto a raffica, le ultime all’interno, poi cala il sole, ancora giri, un salto oltre i cancelli del parco sportivo (inutile attendere che qualche vecchio rincoglionito si degnasse di passare per i cancelli ufficiali) e poi ritorno verso l’auto passando ai piedi di buona parte delle torrette che sono state senza dubbio il simbolo del divertimento di questa magnifica estate.

è stato tutto perfetto, di più non avrei potuto chiedere anche se sarei pronto a rifare tutto ancora di più, mille volte ancora.