Open, close, curse

il caldo se ne va e il freddo arriva e con lui il solito walzer delle finestre dell’ufficio che devono essere aperte, chiuse, riaperte, richiuse.

quattro vacche da latte che vengono in ufficio vestite di sottili veli, abitini da mezza stagione, caviglie scoperti e scollature da 15 luglio.

poi io devo tenere chiuso tutto, alzare il calorifero, morire soffocato dalla puzza di fiato e scoreggie di otto stronzi che dopo 12 anni della mia triste permanenza qua dentro ancora non hanno capito che l’aria è pesante, che bisogna vestirsi secondo la stagione e che lasciare socchiusa la finestra sempre permette un ricambio d’aria perfetto.

“chiudi che fa freddo!” e io ti manderei in miniera in siberia vestita così come sei.

fanculo.

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